domenica 25 febbraio 2007

Si può fermare il traffico dei cani dell'est?

Tratto dal sito http://www.tipresentoilcane.com/


SI PUO' FERMARE IL TRAFFICO DEI CANI DELL'EST?

di Valeria Rossi

UNIAMOCI PER LOTTARE CONTRO LA TRATTA DEI CUCCIOLI DELL'EST: CLICCA QUI


Tutti i cuccioli ritratti in questo servizio provengono da ottimi allevamenti italiani ad eccezione del piccolo Yang, i cui proprietari (che gli vogliono un mondo di bene, e ci tengono a dirlo!) hanno accettato di fargli fare da "testimonial" di tutti i cani che, loro malgrado e senza alcuna colpa, vengono venduti come "cuccioli-bidone"


Chi sono i "cuccioli dell'Est"?
Sono vere e proprie vittime di un traffico che continua impunito (e addirittura legalizzato) da diversi anni: da quando, cioè, si è scoperto che importare cuccioli da Ungheria, Romania e altre nazioni "povere", nonostante le spese di viaggio, costava addirittura meno che acquistare dai "cagnari" italiani.
I conti, purtroppo, sono presto fatti: un "allevatore" italiano di tipo commerciale, ovvero uno che bada alla produzione quantitativa senza occuparsi minimamente di quella qualitativa, vende un cucciolo intorno ai 250-300 euro.


Un "canificio" dell'Est lo vende in media a 100 euro, a cui vanno aggiunti circa 50 euro per le spese di viaggio (solitamente su TIR sovraffollati, per cui la spesa reale va divisa per il numero - altissimo - di "vittime" trasportate).
L'importatore-grossista può contare quindi su un ricarico più elevato, e non gli importa assolutamente

NULLA se questo comporta l'acquisto di cuccioli malati.
Ma perché malati?
Semplice: perché dovendo arrivare in negozio prima dei 40-45 giorni (l'età in cui sono più "appetibili" per il cliente) questi cuccioli vengono strappati dalla madre intorno ai 35 giorni, quando il loro sistema immunitario non dispone di sufficienti difese neppure per affrontare una vita "normale". Ma loro non devono affrontare una vita normale, bensì un viaggio in cui verranno considerati esattamente come "merce": poco cibo e poca (o niente) acqua - anche se è Ferragosto; stretto contatto con altri cuccioli che provengono da altri canili, e quindi portano con se germi e batteri degli altri canili. Le difese immunitarie, per quanto incomplete, in parte riescono a coprire gli attacchi dei germi "di casa", anche perché una parte di immunità viene solitamente trasmessa dalla madre: ma contro quelli esterni, il cucciolo ha ben poche difese...e il viaggio debilitante in condizioni disumane fa il resto.


Ovviamente NESSUNO di questi cuccioli è mai stato sverminato (il vermifugo costa, scherziamo?), e tantomeno vaccinato (a parte il discorso economico, il vaccino a quell'età non servirebbe assolutamente a nulla).
Il risultato è che moltissimi cuccioli muoiono già durante il viaggio...ma è uno "scarto" che non incide molto sul ricavo, e quindi lo si può ignorare.
I superstiti arrivano nelle vetrine dei negozi (o nei canili degli pseudoallevamenti) in condizioni pietose; ma vengono immediatamente "bombati" a forza di gammaglobuline e di altri palliativi che li terranno vivi e decentemente vispi finché non arriverà il pollo di turno, ovvero l'ignaro acquirente che se li porta a casa convinto di aver fatto un affare.
La frase tipica che costui riferirà agli amici è la seguente: "Non mi sono mica lasciato fregare dagli allevatori, che mi chiedevano 1000 euro! Il cucciolo l'ho preso in negozio e l'ho pagato 800 euro! Ah ah!".
Sui costi e sui ricavi "reali" di un buon allevamento abbiamo scritto nel numero di giugno: sui 1000 euro richiesti un allevatore serio ne guadagna sì e no 200.
Sugli ottocento richiesti dal negoziante (o dallo pseudoallevatore) il guadagno netto è di circa 600 euro.
Con la differenza che l'allevatore ci consegnerà un cucciolo sano, tipico, selezionato e allevato con amore, ben curato, svermato e vaccinato.
In negozio compreremo...un terno al lotto che ha fortissime possibilità di morirci tra le braccia entro i primi quindici giorni.
Infatti, finito l'effetto delle gammaglobuline (e in qualche caso degli eccitanti somministrati per far apparire il cane sano e vitale), il primo virus che passa nei dintorni troverà nel nostro disgraziato e debilitato cucciolo un ospite ideale.
Ma credete di poter essere risarciti?
Certamente NO, perché il commerciante ci avrà sottoposto la famosa "garanzia" di 24-48 ore, che noi avremo ingenuamente firmato.
Quindi saremo gabbati e contenti.


Nel mondo della cinofilia non si sente praticamente parlare d'altro: quasi tutti gli aspiranti padroni-di-cucciolo che arrivano in allevamento hanno una di queste tristi storie alle spalle.
In diversi casi, naturalmente, il cucciolo non è morto: magari è stato malissimo e sono state spese centinaia di euro per curarlo, ma alla fine ne è uscito vivo e più o meno sano...e magari il padrone ha provato a portarlo in esposizione.
E qui ha avuto la seconda sorpresa: il cane non è tipico, non va oltre la qualifica di "Abbastanza Buono" (che tradotta dal cinofilese significa "stattene a casa che è meglio), e in alcuni casi non appartiene neppure alla razza promessa!
E' di pochi giorni fa la lettera di una signora che ha pagato una bella cifretta per un Maltese...e ha scoperto di possedere in realtà un bolognese: o almeno così crede lei.
In realtà è assai probabile che il cane (che non ho visto) sia un allegro bastardino bianco col pelo ricciuto.
Ovviamente nessuno ha nulla contro i bastardini (personalmente ne ho una, e guai a chi me la tocca), né contro i cani di quasirazza, similrazza & affini.
Però per questi cani NON SI DEVONO PAGARE migliaia di euro!!!

Chiedere queste cifre è una vera e propria TRUFFA ai danni di un pubblico che purtroppo non ha ancora la minima cultura cinofila...e di cui i commercianti senza scrupoli appofittano, incredibilmente, in modo LEGALE.
E' una vera indegnità, una vergogna per chiunque ami il cane e provi un minimo di rispetto per lui.
Ma è davvero impossibile fermare questo scempio?
Noi siamo sicuri di no.

I mezzi ci sarebbero, e sarebbero anche sufficientemente rapidi: ma dovrebbero interessarsi "davvero" al problema l'ENCI (e lo Stato italiano) da una parte, e le associazioni protezionistiche dall'altra.

RUOLO DELL'ENCI:
L'Ente Nazionale Cinofilia Italiana ha come scopo statutario la tutela dei cani di razza pura.
Ma complimenti...BELLA TUTELA!


Perché di fronte al fenomeno dei cuccioli dell'Est (e anche a quello dei cagnari italiani), l'ENCI che fa?
Voltura senza fare una piega i pedigree ungheresi o rumeni, dando così ufficialità a questi "fogli di carta" che sono a loro volta una presa in giro, perché i nomi dei cani riportati - Fufi, Bianca, Ciccio, Puffo - non sono in alcun modo controllabili nè riportabili ad alcuna indagine seria sulla salute, le malattie genetiche e così via.
Dando ufficialità in Italia al foglio di carta ungherese, ovviamente, si dà anche il "via libera" alla produzione di altri cani atipici (e potenzialmente portatori di tare genetiche che nessuno controlla), che potranno vantare un bel pedigree italiano.
Per evitare questa vera e propria presa in giro (le cui vittime sono gli allevatori italiani che si sbattono per produrre cani di qualità, e cioé le persone che l'ENCI si propone di TUTELARE), basterebbe che:

a) non si volturassero più in automatico i pedigree dei cani provenienti da Paesi affiliati all'FCI, ma che si richiedesse una conferma in esposizione (come già fanno i francesi). Questo non risolverebbe il problema alla radice, perché ancora TROPPE persone se ne infischiano del pedigree e non sanno neppure cosa significa in realtà...ma sicuramente farebbe sorgere qualche dubbio negli aspiranti proprietari. Oibò, se compro un cane italiano sono sicuro di poter fare esposizioni, prove di lavoro e soprattutto cuccioli col pedigree: se compro un cane all'estero non è detto che tutto questo mi sia permesso.
Magari ci penso un attimo sopra.

b) l'ENCI (che è un Ente ministeriale, ricordiamolo) proponesse allo Stato italiano leggi che tutelano "davvero" il cane di razza pura, ma soprattutto i suoi acquirenti.
Quindi, per esempio, una semplice legge che vieti l'importazione di cuccioli inferiori ai tre mesi.
Con una legge di questo tipo (sempre che venisse fatta rispettare, ovviamente!) il traffico dall'Est sarebbe STRONCATO IN PARTENZA, perché nessun negoziante e nessun cagnaro rischierebbe più di mettersi in casa cuccioli che "perdono appetibilità commerciale" dopo una settimana.

RUOLO DELLE ASSOCIAZIONI PROTEZIONISTICHE:
l'ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), qualche mese fa, vantava l'acquisto di una nuova sede grazie ad una eredita' di 800 milioni di vecchie lire. E' di questi giorni la notizia dell'inaugurazione della nuova sede di Novara.
In pratica non passa giorno senza che l'ENPA acquisti immobili un po' in tutta Italia, quando per gestire un ufficio operativo basterebbe un locale in affitto.


Perché, invece di comportarsi come un'agenzia immobiliare, l'ENPA non investe parte di questi soldi in una campagna informativo/promozionale a favore dei cani abbandonati e ANCHE dei cani di qualità, per chi desidera un soggetto di razza?
In realtà l'ENPA e tutte le altre associazioni animaliste fanno la guerra agli allevatori seri (molti dei quali, al contrario, collaborano al mantenimento dei rifugi e/o adottano cani abbandonati), trattando gli allevatori alla stessa stregua dei cagnari e degli importatori di cuccioli dell'Est.
Le associazioni protezioniste non solo non si occupano abitualmente di cani di razza (anche se la sigla dell'ENPA parla di Protezione "animali", e non si vede perché essi non debbano essere considerati tali...e poi abbiamo la Lega Nazionale per la difesa del "Cane" (e non "del bastardino" e così via), ma ritengono addirittura "immorale" che i cani possano essere commercializzati.
Bene, ma perché se la prendono con chi non "commercializza", bensì spende fior di milioni per poter consegnare al cliente un cane sano e tipico (guadagnandoci pochissimo) e NON FANNO NULLA contro i veri commercianti che comprano, rivendono, MALTRATTANO e guadagnano cifre da capogiro?
Noi allevatori appassionati siamo decisamente STUFI di sentirci equiparare a chi si arricchisce sulla pelle dei cani: e le associazioni avrebbero il dovere di darci una mano e di affiancarsi a noi nella lotta contro le tratte di cuccioli.
Per esempio, con 800 milioni di vecchie lire si potrebbero acquistare spazi su giornali (e perfino qualche passaggio sulle TV più seguite), per mostrare al grande pubblico la realtà sui cuccioli dell'Est e/o per responsabilizzare chiunque pensi di prendere un cane.
Perché ricordiamo che il randagismo, gli abbandoni e tutto ciò che le associazioni protezionistiche "dicono" di combattere...sono la diretta conseguenza di acquisti irresponsabili e/o di truffe come quelle legate ai cuccioli dell'Est.
I cosiddetti "cani di razza" di cui si dice siano pieni i canili non sono praticamente MAI veri "cani di razza": sono "simil-husky", "quasi-labrador", "più o meno-barboni" e così via.
Chi acquista il cane in un buon allevamento, e quindi si ritrova per le mani un bellissimo soggetto sano e di buon carattere, acquistato responsabilmente...NON lo abbandona, se non in casi davvero eccezionali.
Quindi, oltre alle campagne per la sterilizzazione e per il controllo della nascite dei meticci (che nei canili sono sempre la stragrande maggioranza), non farebbe per niente male una sera informazione su che cos'è un "vero" cane di razza, e su come evitare l'acquisto di un cane-truffa, un cane-bidone, un cane-delusione...che ha, purtroppo, forti possibilità di essere abbandonato perché non ha soddisfatto, povera bestia, le aspettative del suo proprietario.

Per eliminare il problema dei cani dell'Est (e tutte le conseguenze che trovate nella prossima pagina) non servono miracoli nè leggi complicatissime: basterebbe un minimo di volontà.
Potremmo sapere COSA SI STA ASPETTANDO?

LE CONSEGUENZE DELLA TRATTA DALL'EST

a) recrudescenza della diffusione di malattie che erano ormai praticamente SCOMPARSE dal panorama cinofilo italiano, come cimurro e parvovirosi.
I cani dell'Est, debilitati e malnutriti, rappresentano un prezioso serbatoio per questi virus che sono tornati ad appestare le nostre città, diffondendosi a macchia l'olio con gravi conseguenze per TUTTI i cani italiani;


b) estrema difficoltà di controllo delle malattie genetiche (displasia dell'anca e del gomito, patologie oculari, patologie cardiache ecc).
Quasi tutti i Club di razza si stanno dando un gran daffare per monitorare e selezionare la popolazione canina, escludendo dalla riproduzione i cani portatori di tare: mentre i cani dell'Est sono quasi immancabilmente affetti da tare genetiche, perché su di loro non esiste NESSUN controllo.
Quando arrivano in Italia e l'ENCI - ciecamente e senza controllo - concede loro un pedigree italiano, questi cani vengono quasi immancabilmente messi in riproduzione dai loro proprietari, a cui fa piacere avere una cucciolata (anche perché persistono dicerie infondate come quella secondo cui la cagna "deve" partorire almeno una volta nella vita) e che ovviamente non hanno idea del danno che possono causare alla razza.
La maggior parte delle persone non sa neppure cos'è il controllo delle malattie genetiche: e non capisce che, se è giusto che il mondo sia dei belli e anche dei meno belli...non è giusto che sia anche dei cani malati, almeno quando si avrebbero i mezzi per evitarlo;

c) un'infinità di persone letteralmente truffate e di bambini disperati perché il cucciolo tanto sognato gli è morto tra le braccia dopo pochi giorni;

d) sensibile danno per l'allevamento italiano di qualità, che pur affrontando spese ed impegni di grande rilevanza rischia di non vendere i propri cuccioli (sani e tipici).
Perché?
Ma perché è considerato "troppo caro"!


Commercianti e cagnari, in realtà, riescono a vendere il cucciolo (dinessun valore cinotecnico e spesso malato, come abbiamo visto) a qualche centinaio di euro in meno: intanto ci stra-guadagnano lo stesso.
Così gli allevatori seri, per stare almeno nelle spese, devono effettivamente vendere i cuccioli a un prezzo più alto di quello che potrebbero tenere se fossero solo loro a coprire la richiesta nazionale. Infatti, vendendo di più, potrebbero produrre "un po' di più" : certamente non con i ritmi dei canifici, che oltre ai cuccioli stressano anche le cagne facendole coprire ad ogni calore...ma una cucciolata in più all'anno potrebbero pensare di farla.
E producendo di più e avendo un mercato su cui contare potrebbero abbassare leggermente i prezzi.
In questo modo ci sarebbe anche una maggior produzione di qualità su cui contare e tra cui scegliere i migliori riproduttori, per elevare sempre più il livello della nostra cinofilia.
Oggi capita che allevatori serissimi e coscienziosissimi non abbiano prenotazioni , mentre i cuccioli della stessa razza provenienti dall'Est arrivano letteralmente a carrettate, vanno in vetrina e vengono venduti a ritmi vertiginosi.
Questo fenomeno interessa soprattutto le razze da compagnia, che sono le più soggette a questa indegna tratta perché vengono vendute soprattutto in città (dove ci sono più pet shop che allevatori).

COME TUTELARSI

In attesa che qualcuno si occupi di fermare con leggi precise lo scempio che abbiamo fin qui descritto, ricordiamo che non siamo obbligati ad essere vittime dei rivenditori senza scrupoli: perché i cuccioli dell'Est si possono anche NON ACQUISTARE!
Se ci rivolgeremo all'allevamento italiano, scegliendo tra quelli più seri e sicuri (come quelli consigliati dalla nostra rivista, che possiamo trovare nella sezione "Cinofilia di qualità"), non correremo rischi.


Ma se proprio volessimo o dovessimo ricorrere ad altre fonti, come l'acquisto in negozio, ricordiamo di chiedere sempre, per primissima cosa, la provenienza esatta del cucciolo che ci interessa.
Se il venditore ci dirà che proviene da un Paese dell'Est, RIFIUTIAMO L'ACQUISTO.
Se ci dice che proviene da un allevamento italiano (o da un privato) facciamocelo mettere SEMPRE per iscritto! Se il venditore rifiuta, salutiamolo per sempre.

ATTENZIONE: nei Paesi dell'Est, come in ogni parte del mondo, esistono anche gli allevatori seri, coscienziosi, che producono cuccioli di altissima qualità.
I rivenditori, di fronte alle vostre obiezioni, vi parleranno sempre di questi allevamenti, ma dimenticheranno di dire una cosa importantissima...che essi NON VENDONO A GROSSISTI E IMPORTATORI, come non lo fanno i buoni allevamenti italiani.
Quindi non c'è alcuna possibilità di acquistare un BUON cucciolo dall'Est se non andandoselo a comprare nella sua Nazione d'origine e pagando il giusto prezzo, che non è certo quello dei canifici...perché la qualità si paga in qualsiasi parte del mondo.

Ricordiamo che i venditori senza scrupoli cercheranno sempre di far leva sui nostri sentimenti, facendoci sentire addirittura dei disgraziati se facciamo domande precise: ma come? L'amore per il cane non viene prima di ogni altra cosa?
Che ci importa della provenienza, dell'età, del pedigree e di tutte queste sciocchezze?



Il cucciolo a sinistra è Yang, il nostro "testimonial", all'età di quattro mesi. Quello a destra è un Golden di allevamento italiano all'età di due mesi.
Yari ha pedigree ungherese ed è stato pagato, in negozio, un milione e centomila lire. "Voltate pagina" per leggere la sua storia.

ATTENZIONE: il gioco è vecchio e sporco...e funziona a meraviglia da anni.
Ma è ora di finirla.
Se il venditore accenna a motivazione sentimentali per sviare le nostre domande, rispondiamogli gentilmente che poiché il cucciolo non ci viene regalato, ma dobbiamo pagare per averlo, siamo "costretti" a tutelarci e a chiedere precise garanzie come avviene per qualsiasi compravendita.
Quindi restiamo fermi nelle nostre richieste, e se non vengono accontentate andiamocene senza accettare compromessi.
Di musetti dolci come quello a cui potremmo rinunciare è pieno il mondo: di truffatori, per fortuna, no.
Ma l'unico modo per eliminare quelli che ancora sopravvivono è evitare di cadere nella loro rete.
Ogni volta che rifiuteremo l'acquisto di un cucciolo dell'Est faremo pensare al commerciante di turno che questo business comincia a traballare.
Ogni volta che un commerciante smette di acquistare cuccioli dell'Est si mette in difficoltà un canificio.
La chiusura di ogni canificio rappresenta la salvezza per migliaia di cuccioli, che NON verranno messi al mondo soltanto per soffrire...e per truffare noi.

A seguire troverete alcune testimonianze dirette di persone (e di cuccioli) vittime di commercianti disonesti.
Sono storie tristi, ma vi suggerisco di leggerle perché sono ottimi esempi di ciò che riescono ad inventarsi questi veri e propri truffatori legalizzati.

Queste storie ci sono pervenute complete di nomi, cognomi e indirizzi: purtroppo non possiamo pubblicare i nomi dei negozi perché saremmo NOI ad essere querelati...questa è la legge italiana! Il commercio di cuccioli malati e maltrattati è perfettamente LEGALE, mentre la diffamazione di queste "brave persone" non lo sarebbe e ci metterebbe nei guai.

LA STORIA DI YANG

Quando abbiamo deciso di prendere un cane ci siamo documentati: abbiamo letto libri sulle razze canine per capire quale tipo di cane si adattasse meglio al nostro stile di vita e ai nostri caratteri. Abbiamo anche contattato degli allevatori per avere un' idea sui prezzi.
Poi, un giorno, dopo mille paranoie sulla razza e sul sesso del cane...siamo entrati in un negozio vicino casa a chiedere ulteriori informazioni, in modo particolare volevamo dei chiarimenti sui Golden.
Dopo averci intortato ben bene, il negoziante ci ha fatto vedere un cucciolo di Golden di 3 mesi: e così, eccoci qua!
Yang ora ha sette mesi, è alto 48 cm al garrese e pesa +/- 18 Kg: la sua crescita è decisamente ridotta, ma le nostre peripezie non si sono limitate a questo.
All'inizio, dopo averlo già pagato, siamo stati informati che bisogna praticargli ancora tutte e tre le vaccinazioni, in quanto gli era stato fatto solo un pre-vaccino.
Quindi Yang è rimasto recluso in casa per 1 mese intero...e per fortuna abbiamo seguito le indicazioni del veterinario. Se l'avessimo portato fuori chissà cosa si sarebbe potuto prendere!
A parte questo, dopo 2 giorni che era a casa con noi, Yang ha iniziato a grattarsi.
Subito abbiamo pensato: " Beh! I cani ogni tanto si grattano"...ma lui si grattava un po' troppo spesso e con troppa forza, fino a procurarsi delle escoriazioni.
Dopo un mese di tentativi diagnostici:
-Eczema: pomata antibiotica
-Ricerca del parassita della scabbia: negativa
-Allergia alimentare: in un primo momento abbiamo cambiato la marca delle crochette, poi abbiamo aggiunto gli antistaminici.
Alla fine il nostro veterinario ci ha inviato da una dermatologa che ha diagnosticato Scabbia Sarcoptica (difficile individuare il parassita, per questo la ricerca effettuata precedentemente era risultata negativa). Ovviamente abbiamo curato Yang e disinfestato la casa (è stato un lavoraccio!).
Poi è stato bene. Solo oggi siamo tornati dal veterinario un po' per i nostri dubbi sulla crescita e un po' per un problema agli occhi.
Risultato: Yang ha buone probabilità di non essere un cane di razza, e in più ha una congiuntivite su base allergica.

Chiara e Claudio

LETTERA DI MARCO ED ERIKA

Scrivo per raccontare la storia della mia cucciola di Siberian Husky di 4 mesi: SASHA.
Tutto ha inizio con l'acquisto della cagnolina il 07/02/2001 presso un negozio della nostra città, il quale dice di aver acquistato a sua volta il cucciolo presso un allevamento di Reggio Emilia.
Il prezzo concordato per il cane era di Lit. 700.000, ma la proprietaria del negozio ci fece lo sconto di Lit. 50.000 (il costo, cioè, del 3° vaccino che la sera stessa dell'acquisto ci è stato consigliato di far fare al cucciolo).
La sera del 07/02/2001 andiamo a prendere il cane al negozio: vediamo, così la bimba.
Bella, bellissima….. il più bel musetto mai visto al mondo. Eravamo felicissimi e molto soddisfatti e quindi acquistiamo tutto l'occorrente per la cucciola - ciotole, guinzaglio, mangime ecc. -. Al momento del pagamento la negoziante ci consegna il pedegree e solo in quel momento ci dice che la nostra cucciola arriva dall'Ungheria, e quindi il suo pedegree è ungherese.
Lì per lì ci siamo rimasti male perché pensavamo che, visto che l'aveva presa a Reggio Emilia, il cane fosse italiano: non aveva alluso mai a cani dell'Est.
In fiducia abbiamo pagato il cucciolo e lei ci ha richiesto soldi in contanti, non assegni.
Abbiamo, quindi, portato il cane a fare la vaccinazione, la sera stessa, presso l'Ambulatorio Veterinario a cui il negozio manda tutti i propri clienti.
In data 10/02/2001 ritorniamo presso gli stessi veterinari poiché il cane presenta: diarrea, catarro, forte raffreddore, e viene curato con antibiotici per 8 giorni.
Il 21/02/2001, ritorniamo all'ambulatorio per il richiamo della vaccinazione, fatta nonostante il cane avesse ancora raffreddore e catarro.
Il 26/02/2001 il cane presenta di nuovo gli stessi sintomi, ma in maniera più forte, è stata diagnosticata una congiuntivite (l'occhio lacrimava e veniva tenuto semichiuso) che abbiamo curato con antibiotici in gocce.
Il giorno 28/02/2001 decidiamo di cambiare Veterinario e ci rechiamo in un altro studio, dove il cane è stato accuratamente visitato (da noi si dice dalla testa ai piedi): diagnosi di LARINGITE ACUTA (la cucciola ha dovuto mangiare per 6 giorni omogeneizzati per bambini), FEBBRE (39.7), DIARREA, CONGIUNTIVITE OCCHIO DESTRO e ci prescrivono di curarlo per 12 giorni con colliri.
Venerdì, 21/03/2001, andiamo alla clinica per una visita di controllo e facciamo gli esami del sangue alla cagnolina: risulta anemica.

Lunedì, 05/03/2001, ulteriore visita di controllo e la diagnosi è di otite che dobbiamo curare con antibiotici ai quali aggiungiamo vitamine.
Martedì, 06/03/2001 la bimba è stata ricoverata per una notte per sindrome virale non ben definita: DIARREA, VOMITO EMORRAGICO e curato con un'iniezione antivomito.
Mercoledì, 07/03/2001, ci restituiscono la cagnolina dopo un'accurata visita.
Il 23/02/2001 facciamo rivisitare la cucciola perché presenta una più pupilla più dilatata dell'altra e di forma irregolare. Su indicazione dei negozianti la facciamo vedere ad uno specialista in oculistica per sospetto glaucoma.
Verso il 04/04/2001, guarita all'occhio, la bimba presenta un tic alle zampe posteriori e all'anteriore destra. In un primo momento pensavamo fosse causato da una caduta, ma gli spasmi diventavano sempre più frequenti. Il 05/04/2001 lo passiamo a chiedere il parere a diversi veterinari in compagnia della proprietaria del negozio, dato che la tenevamo costantemente informata sulle condizioni della cucciola. Tutti i veterinari erano concordi sulla diagnosi: sindrome neurologica da CIMURRO.
Andammo ad avvertire la proprietaria del negozio che secondo il nostro veterinario alla cucciola restava molto poco tempo da vivere, e lei ci fece una proposta - QUANDO IL MIO CANE ERA ANCORA VIVO - dicendoci di aver chiamato un noto e prestigioso allevamento italiano e di aver chiesto il prezzo di un cucciolo senza pedegree. Lei ci avrebbe fatto lo stesso prezzo senza guadagnarci nulla.
La Signora era convinta di farci in tal modo un grosso favore e di darci una grande opportunità: peccato si sia categoricamente rifiutata di risarcirci del cane dandocene un altro gratuitamente o restituendoci i soldi, poiché afferma sia impossibile diagnosticare il cimurro e che assolutamente era impossibile fosse incubato quando lei ce lo ha venduto.
Abbiamo chiaramente rifiutato quella proposta.
La nostra cucciola, lunedì 09/04/2001, alle ore 11,25 si è addormentata per sempre tra le braccia di Erika, piangendo e lamentandosi dal dolore.
Il corpicino della nostra SASHA è stato portato all'Istituto di Anatomia Patologica di Padova dove è stata fatta l'autopsia ed è stata confermata la tesi di morte per CIMURRO.

Colgo l'occasione per ringraziare chi mi ha venduto il cane per avere giocato alla grande con i sentimenti delle persone: per quanto pare per loro è una cosa abituale.
Queste parole le dico perché altre persone che hanno acquistato il cucciolo in quel negozio sono rimaste deluse come noi. In teoria i cani venduti da quel negozio sono garantiti per un anno dalla data di acquisto: alcuni cuccioli muoiono dopo pochi giorni, altri entro pochi mesi, altri sono affetti da tare genetiche gravi, ma nessuno di noi riesce a farsi risarcire…..

GRAZIE ANCORA DI CUORE,
Marco ed Erika, IN RICORDO DELLA NOSTRA SASHA

LETTERA DI PAOLA

Avevamo deciso di acquistare un cucciolo, ma non avevamo idea di che razza sceglierlo.
Allora cominciammo a cercare negozi e allevamenti per farci un idea quantomeno dell' aspetto delle varie razze (alcune delle quali per noi nuovissime).
Cercando poi sulle Pagine Gialle, trovammo diversi venditori di cuccioli (la nostra ignoranza in fatto di venditori era totale).
Cominciammo a visitarne qualcuno, alcuni erano proprio brutti e i cuccioli tenuti male in gabbie puzzolenti, e li scartammo.
Poi arrivammo a un noto venditore di cuccioli della bassa bresciana (mi spiace solo di non poterne fare il nome).
Qui il posto era pulito nonostante i numerosissimi cuccioli di diverse razze: per farla breve ci innamorammo di una cucciolina di bichon e la comprammo all'istante (1 milione e mezzo, mica un regalo): niente contratto, solo una ricevuta fiscale.
Estrassero un pedigree da un mucchio di altri pedigree,da cui risultava che la cagnolina aveva tre mesi e proveniva dall'Ungheria: la cosa non ci allarmò perchè allora non sapevamo niente di cani importati ecc.
Insomma la portammo a casa.
Era stato un amore a prima vista e per dire la verità era un amore davvero.
Ma dopo poche settimane la piccola cominciò a sentirsi male.
Il vet fu chiaro: "cimurro", malgrado noi l'avessimo vaccinata secondo il programma indicatoci dal venditore(ma il vet aveva già detto che secondo lui non aveva tre mesi ma era più piccola).
Vi risparmio il racconto delle sofferenze sue e nostre: l'ho tenuta in braccio giorno e notte per una settimana intera perchè mi sembrava che in braccio a me stesse più tranquilla, le davo da bere e da mangiare con una siringa perchè da sola non ce la faceva, ma alla fine è morta.
Non voglio raccontarvi il trauma di tutta la famiglia.
Non pretendevo che diventasse un cane da esposizione, non ci pensavo nemmeno, ma almeno che restasse viva sì.
Naturalmente il venditore non aveva nessuna colpa, secondo lui.
Ci offrì anzi un'altra cagnetta, a prezzo dimezzato ma chissà perchè pur essendo più grande della nostra questa il pedigree non ce l'aveva: evidentemente li avevano comprati in stock e erano andati esauriti.
Naturalmente rifiutammo , non volevamo certo ripetere l'esperienza.
Dopo di allora ci siamo informati meglio e quando si è trattato di comprare la nostra bolognese abbiamo prima visitato diversi allevamenti "veri", che non importavano cani come pupazzi per farli morire in viaggio o nelle case degli stupidi acquirenti(noi).
Devo dire però,anche se questa è un'altra storia, che riservano sorprese non tanto gradite anche alcuni allevamenti famosi, di allevatori famosi che però non tengono i cani per niente bene e li mettono in gabbiette da polli una sopra l'altra (peccato non poter dire chi è perchè di sicuro lo avete sentito nominare).
Abbiamo poi scelto l'allevamento dove i cani erano tenuti meglio e più felici.
Ora con noi c'è Greta ma certo quella che avrebba potuto essere per noi una bella esperienza ci è invece costata tanto e tanto dispiacere.

PAOLA

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