lunedì 30 aprile 2007

Un problema crescente: l'obesità canina



Tutti a dieta, anche Fido!


Sono sempre più i cani in sovrappeso, o peggio, obesi. E in America è già in commercio un dimagrante specifico per gli amici a quattro zampe
Da oggi anche i cani hanno il loro dimagrante: si chiama “Slentrol”. La novità è in arrivo dagli Stati Uniti dove i migliori amici dell’uomo cominciano ad assomigliare ai padroni anche sotto il profilo del girovita abbondante: oltre un terzo dei 62 milioni di cani americani è in sovrappeso, il 5% addirittura obeso.

Il risultato è che molti amici a quattro zampe stanno accusando gli stessi problemi di salute degli esseri umani ciccioni: malattie di cuore, diabete, artrite. Ma se un cane è troppo grasso di chi è la colpa? Non certo del povero animale. Spostiamoci per un attimo in Inghilterra, dove recentemente ha fatto scalpore la notizia di un Labrador di nove anni di nome Rusty che, per colpa di due padroni sciagurati, era arrivato a pesare come un uomo adulto: 73 chili! Non riusciva più a stare a quattro zampe, faceva due passi e si doveva sdraiare perchè non aveva più il fiato per camminare. Le associazioni animaliste hanno denunciato i padroni, che ora rischiano una multa salatissima per maltrattamenti. Tutto questo per dire che i chili di troppo non sono solo una questione estetica, ma rischiano di danneggiare organi importanti come il cuore, il fegato e i reni. E se l’obesità umana è un serio problema sociale, quella canina non va trascurata.Il nuovo farmaco “Slentrol”, la cui commercializzazione è stata approvata dal Food and Drug Administration, l’ente governativo che vigila sul settore alimentare e farmaceutico, promette un doppio effetto: controlla l’appetito e rallenta il processo di assorbimento dei grassi nell’organismo. E’ in forma liquida e la sua efficacia è stata testata in 500 cani obesi, più della metà dei quali è riuscita a perdere l’11% del proprio peso. Attenzione però: la pillola dietetica può danneggiare la salute dell’uomo, provocando dolori addominali, emicrania, diarrea, nausea e vomito. E le autorità sanitarie americane lanciano un ammonimento: i padroni obesi dei cani dovranno resistere alla tentazione di usare lo stesso prodotto.Inutile dire che, esattamente come avviene per gli esseri umani, per dimagrire non bastano una pillola o un “beverone” miracoloso ma servono una dieta più bilanciata e qualche corsa al parco in più. Chi non ha tempo per passeggiare con il proprio cane è meglio che rinunci all’idea di averne uno: anche gli esemplari piccoli, come i barboncini, per mantenersi in forma devono camminare almeno mezz’ora al giorno! L’alimentazione deve essere sana, variata, somministrata con regolarità. E se il programma dimagrante va concordato con il veterinario, i nostri consigli sono molto semplici: la dieta di un cane obeso deve fornire non oltre il 60% dei fabbisogni energetici rispetto alle condizioni normali, mentre il volume del pasto deve rimanere costante per dargli un senso di sazietà. Largo ai cibi light disponibili in commercio, seguendo sempre le dosi consigliate altrimenti ogni sacrificio del cane sarà inutile. Infine, stop agli spuntini lontano dai pasti e ai cibi grassi: quello che noi mangiamo per Fido è troppo condito e poco digeribile.


Articolo tratto dal sito fitmail.it

giovedì 26 aprile 2007

Aggressività-dibattito

L'aggressività è al centro di un acceso dibattito internazionale, focalizzato sull'ipotesi di una correlazione tra razza e aggressività. In Italia sono state formulate diverse proposte legislative, e in alcuni Stati membri dell'Unione Europea esistono già leggi che definiscono determinate razze come "potenzialmente pericolose".La FVE (Federazione Veterinaria Europea), massimo organismo comunitario rappresentante dei professionisti del settore, cui aderisce anche la FNOVI (Federazione Nazionale degli Ordini dei Veterinari Italiani), ha espresso la sua posizione ufficiale nella circolare FVE/00/039, qui di seguito riportata:-" Nonostante alcuni paesi abbiano adottato misure specifiche per certe razze non esiste alcun'evidenza scientifica o statistica che suggerisca che queste misure possano in realtà diminuire la frequenza o la gravità delle aggressioni alle persone.- Fino ad oggi non è stato ancora definito un criterio scientifico che, facendo riferimento esclusivamente alle caratteristiche razziali o morfologiche, possa classificare un cane come pericoloso - Una legislazione specifica per razza si è dimostrata di difficile applicazione per i problemi esistenti, a livello della gente, nell'identificare con certezza un cane come appartenente ad una determinata razza o nel definire le razze appartenenti ad un certo tipo. Questo è l'aspetto che rimane maggiormente controverso.- Una legislazione specifica per razza genera una falsa e pericolosa convinzione nella gente che le razze non incluse nell'elenco di quelle pericolose non svilupperanno mai atteggiamenti aggressivi. L'aggressività è un comportamento normale e può essere manifestato da qualsiasi cane di qualsiasi razza, tipo o incrocio.- Una legislazione specifica per razza non discrimina fra i singoli individui di una razza, molti dei quali possono non essere predisposti al comportamento aggressivo. Al contrario, tutti i soggetti appartenenti ad una determinata razza, indipendentemente dal loro comportamento, sarebbero soggetti alle medesime restrizioni legislative. "Le ricerche scientifiche svolte in tutto il mondo hanno inequivocabilmente dimostrato che, anche se un animale è predisposto geneticamente per manifestare un comportamento, non sempre questo avviene. L'interazione tra genetica ed ambiente è complessa, e non tutti gli individui appartenenti ad una razza sono di uno specifico tipo comportamentale (Overall, 2001). Ciò è dovuto al fatto che la genetica non è l'unico fattore determinante del comportamento, i fattori ambientali e in particolar modo l'educazione e la gestione del cane da parte del proprietario, insieme a tutti i fattori presenti durante lo sviluppo del cane sono altrettanto se non più importanti della sua razza di appartenenza. Citando Scott & Fuller (1965): "La componente di varianza rilevabile all'interno delle razze è il riflesso di differenze sia genetiche sia ambientali tra i soggetti di una stessa razza". Differenti ricerche condotte negli ultimi anni concordano con quanto detto (Pinsolle et al., 1993; Rossi-Broy, 2000; Feddersen-Petersen, 2001; Presutti, 2001).Tutti noi sappiamo, anche senza aver mai letto una ricerca scientifica, che non tutti i Pastori Tedeschi sono Rex e che molti cani appartenenti alle "razze pericolose" (vedi Rottweiler, i Pitt Bull e altri ancora) offrono servizio in ambito di protezione civile, salvando vite umane in cambio di una semplice carezza.Quello che veramente forma il carattere ed il comportamento di un cane non è quindi la razza di appartenenza, bensì le sue esperienze precoci (se viene lasciato sufficientemente a lungo con la mamma ed i fratellini, se viene socializzato correttamente con persone, cani, altri animali e con l'ambiente in cui vive) e la sua educazione da parte della famiglia che lo adotta.La nostra associazione APNEC (Associazione Professionale Nazionale Educatori Cinofili) riunisce decine di professionisti del settore cinofilo che possono testimoniare quanto il lavoro di educazione ed addestramento gentile sia efficace nell'inserire armoniosamente un cane in ambito urbano e famigliare.Un motto assai diffuso nel nostro ambito lavorativo è: "Un cane educato è un piacere per te e per le persone che ti stanno intorno".Il cane non nasce sapendo come ci si deve comportare nella nostra società umana, piena di regole e convenzioni a lui ignote: siamo noi proprietari che dovremo preoccuparcene, è nostra responsabilità aver cura di far comprendere al nostro amico come si deve comportare nel nostro mondo. Per questo, durante un percorso di addestramento, i proprietari imparano a educare, conoscere e comprendere veramente i loro compagni a quattro zampe: formazione ed informazione del proprietario sono la strada migliore per prevenire problematiche di varia gravità ed entità, aggressività inclusa.Se potessi fare alcune proposte per diminuire realmente ed in modo efficace i casi di aggressività sarebbero le seguenti:1. Vietare l'adozione di cuccioli sotto i due mesi di età: il cane deve restare con la madre ed i fratellini per imparare le prime regole fondamentali di convivenza. Quando questo non accade è assi frequente che il cane mostri comportamenti problematici, come dimostrato da diverse ricerche scientifiche.2. I Comuni dovrebbero offrire a tutti i proprietari di cuccioli un percorso Puppy Class in modo gratuito ed obbligatorio, come accade in altri stati europei, ed organizzare incontri gratuiti con gli esperti del settore che aiutino i proprietari a comprendere meglio la gestione corretta dei loro cani e come prevenire episodi di aggressività3. Nelle scuole elementari e medie dovrebbero essere istituite lezioni di etologia tenute da docenti preparati in tale ambito che affrontino i principali argomenti (comprensione del comportamento, corretta gestione, prevenzione di episodi di aggressività) : formare i futuri cittadini e proprietari è il modo migliore per prevenire problemi di convivenza cane-uomo. Oggi queste iniziative sono spesso delegate ai privati, che spesso operano gratuitamente offrendo la loro professionalità nelle scuole pubbliche, ricevendo raramente l'appoggio delle Istituzioni. Modificando i piani di studio a livello nazionale queste iniziative preventive sarebbero, ovviamente, molto più efficaci.4. Concludo con una proposta assai condivisa nel mondo della cinofilia moderna: che i proprietari di cani, in particolar modo dei soggetti appartenenti alle razze che si vogliono considerare più difficilmente gestibili, debbano conseguire un patentino, ovvero il brevetto "Buon Cittadino a Quattro Zampe".Il Cane Buon Cittadino a 4 Zampe (BC4Z), marchio registrato da Csen-settore cinofilia del Coni, è un progetto a diffusione su scala nazionale, nato per promuovere il concetto di proprietà responsabile. Per certificarsi coppia BC4Z occorre superare con il proprio Cane il Test del Buon Cittadino a 4 Zampe, suddiviso in 10 prove obbligatorie più due facoltative. Solo i proprietari che si dimostrano in grado di gestire correttamente il loro cane nelle più svariate situazioni quotidiane e solo i cani affidabili e realmente ben educati otterranno il brevetto riconosciuto dal CONI.Con il test del BC4Z si andrà a valutare il binomio Uomo-Cane nel contesto cittadino, ovvero la capacità del proprietario di relazionarsi in maniera corretta con il proprio compagno a 4 zampe, sapendolo gestire, nei diversi momenti della giornata.Seguendo il percorso di formazione per il test, si migliorerà e si valorizzerà la relazione con il nostro amico non umano, e si accrediterà la figura del Cane agli occhi della società.Il test è stato studiato per certificare l'affidabilità del Cane e la responsabilità del suo conduttore, non esiste un punteggio ma una graduatoria e nel caso in cui la coppia non superi il test il brevetto non verrà conseguito.A superamento del test, il binomio Cane-Proprietario riceverà l'attestato di certificazione e la medaglietta di riconoscimento BC4Z dello CSEN Settore Cinofilia.Da quest'anno infatti il Buon Cittadino a 4 Zampe è riconosciuto a livello nazionale dall'Associazione APNEC (www.apnec.org) e dallo Csen-Settore Cinofilia (www.csen-cinofilia .it) che ne garantisce la tutela e la promozione su tutto il territorio nazionale.
Articolo della Dott.ssa Eleonora Mentaschi
Consulente Comportamentale
Master in Medicina Comportamentale degli Animali d'Affezione
Segretario Reg. Lombardia APNEC
Direttore Scuola Cinofila Viridea di Rho (MI)

lunedì 23 aprile 2007

Funzioni fisiologiche del cane

Lo scheletro è l'ossatura del cane: un insieme di ossa collegate fra loro per mezzo delle articolazioni.
Quest'ultime sono di diversi tipi, a seconda dell'ampiezza di movimento permessa
fra due ossa: alcune sono completamente fisse (ossa craniali), altre permettono
movimenti tridimensionali (articolazione fra il cranio e la colonna vertebrale)

La mobilità dello scheletro è garantita dai muscoli striati che, tramite i tendini, si inseriscono
sulle diverse ossa; la loro contrazione provoca i movimenti delle strutture ossee le
une rispetto alle altre, come per i movimenti di flessione e di estensione.
Le contrazioni muscolari sono regolate dai nervi attraverso il sistema nervoso centrale: il
cervello e il cervelletto per i movimenti volontari, il midollo spinale per i riflessi.
I neuroni coinvolti nel comando dei movimenti sono chiamati motoneuroni, mentre i neuroni sensitivi trasmettono le informazioni al cervello.

Il cane ha tre o quattro andature, più o meno sviluppate a seconda della razza: passo, trotto,
galoppo, ambio. In generale è molto bravo nel salto e mediamente bravo nel nuoto;
anche in questo campo, naturalmente, sono sempre presenti differenze fra le varie razze.


Lo scheletro e le ossa


• Lo scheletro. La colonna vertebrale, formata da diversi tipi di vertebre, riveste il ruolo di trave assiale;
su essa si innestano 13 costole, l0 delle quali sono collegate dallo sterno e formano la cassa toracica. Il cranio si articola alla prima vertebra cervicale, l'atlante, a forma di ricettacolo; quest'ultima si
articola con la seguente, l'epistrofeo, che ha forma di perno, in modo tale che la testa può muoversi
tutt'intorno all'asse formato da queste due vertebre.

• Gli arti posteriori, vero sistema propulsivo del cane, sono collegati al bacino a livello dell'articolazione
dell'anca; il bacino è unito alla colonna da un sistema di legamenti complessi. Gli arti anteriori,
meno coinvolti nella propulsione, sono semplicemente uniti alla colonna toracica dalla scapola e dai
muscoli adiacenti.

• Le ossa sono costituite da una struttura fibrosa calcificata. La calcificazione si verifica progressivamente nel corso della vita fetale e della crescita; poiché quest'ultima è molto lunga nelle razze di grandi dimensioni, occorre una particolare attenzione all'apporto di calcio fornito con l'alimentazione, per evitare sia carenze che eccessi.


Il calcio osseo costituisce, per tutta la vita del cane, una riserva che aumenta o diminuisce a seconda del tasso ematico di calcio, che deve restare costante. La parte centrale delle ossa contiene il midollo osseo, un tessuto spugnoso che fabbrica i globuli sanguigni.


Le articolazioni e i muscoli

• Le articolazioni. Sono diverse a seconda dei movimenti che permettono: la semplice sutura che non permette alcun movimento (ossa del cranio), la sinfisi cartilaginea che permette un lievissimo gioco fra due "strutture ossee (sinfisi pubica), la vera e"propria articolazione, in cui le superfici implicate sono ricoperte di cartilagine ialina e di una capsula comune alle due articolazioni.

Questa capsula forma una cavità contenente un liquido viscoso, la sinovia, che ha per la cartilagine
una funzione sia nutritiva che lubrificante. La cartilagine è un tessuto molto fragile che non si rigenera in seguito alla sua distruzione, da cui l'importanza di questa doppia protezione sinoviale. Spesso la capsula articolare è circondata da un guscio fibroso e da numerosi legamenti che rinforzano la contenzione articolare. Se due estremità ossee non sono strettamente complementari, un disco o menisco cartilagineo complementare può inserirsi tra le due superfici articolari (articolazione del ginocchio).


I muscoli

Sono costituiti da un insieme di cellule contrattili, che sono collegate tra loro da membrane e che formano fasci muscolari; tali fasci terminano fondendosi e formando tendini fibrosi che si
attaccano sulle zone di inserzione ossea. Le cellule contrattili sono costituite da sostanze particolari che permettono loro di accorciarsi: ciò produce, su scala muscolare, la contrazione. Questa necessita dell'energia apportata dal flusso sanguigno, immagazzinato e metabolizzato a livello cellulare. Questa contrazione è determinata da un segnale nervoso; la giunzione tra la cellula nervosa e la cellula muscolare si chiama placca motrice. È un sistema complesso che permette la trasformazione dell'informazione nervosa in contrazione muscolare. Il sistema muscolare è dunque collegato molto strettamente al sistema circolatorio e a quello nervoso; un'alterazione dell'uno o dell'altro implica ripercussioni molto rapide sull’apparato locomotore.



MUSCOLI SUPERFICIALI

1) Ghiandola parotidea
2)Ghiandola mandibolare
3)Brachiocefalico
4) Sternocefalico
5) Trapezio
6) Grande dorsale
7) Addominali
(muscolo obliquo
esterno dell'addome)
8) Gluteo
9) Muscoli della coda
10) Tensore della fascialata
11) Bicipite femorale
12) Semitendinoso
13) Gastrocnemio
14)Muscoli f1essori delle dita
15) Tendine calcaneale comune
16) Lungo estensore delle dita dei piedi
17) Muscolo tibiale anteriore
18) Muscoli intercostali esterni
19) Pettorale ascendente
20) Flessore del carpo
21) Muscolo estensore del carpo
22) Muscoli estensori delle dita
23) Muscolo estensore del carpo
24) Bicipite brachiale
25) Pettorali
26) Tricipite brachiale
27) Deltoide
28) Omoioideo
29) Orbicolare della bocca
30) Zigomatico
31) Elevatore naso-Iabiale
32) Massetere
33) Orbicolare
34) Temporale




La pelle

La pelle, in senso lato rappresenta il confine tra l'organismo e
l'ambiente esterno. Include due strutture: la pelle vera e propria,
cioè una struttura cheratinizzata, e i suoi annessi (peli, diverse ghiandole).


LA PELLE HA UNA STRUTTUR CHERATINIZZATA

Nello spessore della pelle esistono tre strati diversi:

• L'epidermide che è formata da uno strato basale di cellule in divisione
e di cellule che producono melanina (pigmento responsabile del colore
della pelle); di uno strato chiaro (due o tre strati di cellule) molto spesso
a livello del tartufo e dei cuscinetti. Si tratta di cellule generate dalle divisioni
precedenti e di macrofagi (responsabili della "pulitura" dagli elementi
estranei; di uno strato granuloso dove le cellule si appiattiscono; di uno
strato corneo composto da cellule molto appiattite, senza più nucleo, che
contengono molta cheratina; di uno strato superficiale dove le cellule si
squamano.

• Il derma, separato dalla struttura precedente da una lamina basale, e che
rappresenta uno spesso strato della pelle: da 1,3 mm sulla schiena fino
a 2,5 mm nei cuscinetti. Contiene fibre elastiche e collagene, che assicurano
l'elasticità e la resistenza della pelle.

• L'ipoderma forma lo strato più profondo, ricco di adipociti (cellule
adipose)
Solo il derma e l'ipoderma sono vascolarizzati e innervati; ricevono quindi
le informazioni provenienti sia dall'esterno che dall'interno.
le diverse funzioni della pelle

• Funzione di barriera: impedisce la fuoriuscita di alcuni elementi, come l'acqua, gli ioni e le macromolecole; contemporaneamente non permette l'ingresso dell'acqua, di alcune molecole e dei batteri.
Occorre sapere che le cellule dell'epidermide possono saturarsi d'acqua e, a quel punto, permettere la penetrazione di alcune molecole; questo sistema è utile con le medicazioni umide. La barriera è anche di tipo meccanico: offre così protezione da varie aggressioni, come quella degli infrarossi (intervento degli strati superficiali), degli ultravioletti (i peli e la pigmentazione) e degli agenti biologici.

• Funzione di scambiatore di secrezioni: il sudore e il sebo. Il sudore proviene dalle ghiandole apocrine ed esocrine (queste ultime si trovano esclusivamente sul tartufo e nei cuscinetti plantari); questa funzione, nel cane, sembra assicurare unicamente il raffreddamento cutaneo locale. Il sebo è prodotto dalle ghiandole sebacee a livello dei follicoli piliferi, e serve da protezione contro i batteri.
Scambiatore anche per l'assorbimento dei medicamenti o di sostanze tossiche come, per esempio,
l'alcol; ma anche delle vitamine liposolubili, degli ormoni sessuali, eccetera.
Rende infine possibili gli scambi termici, trasferendo il calore quando vi sono variazioni di temperatura.

• Funzione metabolica: la pelle interviene nell'immagazzinamento dei grassi grazie agli adipociti dell’ipoderma ma anche, in piccolissima parte, nella sintesi della vitamina 03, per l'azione degli ultravioletti sugli strati superficiali.

• Funzione sensoriale: attraverso le terminazioni nervose siruate nel derma e nell'ipoderma, la pellepuò trasmettere all'organismo informazioni riguardanti la temperatura, la pressione, il dolore o anche il contatto con un oggetto.


Gli annessi della pelle

Sono costituiti da diverse formazioni:

• I follicolo piliferi, costituiti da un pelo con la sua guaina, da una ghiandola sebacea e da un muscolo erettore, responsabile dell'erezione del pelo.

• Le ghiandole sudoripare: quelle apocrine sono situate nel derma profondo; il loro canale sbocca a
valle della ghiandola sebacea. Sono presenti in tutto il corpo. Quelle esocrine si trovano alla congiunzione dell'ipoderma e del derma profondo; sono soltanto nei cuscinetti plantari e nel tartufo.
Il loro canale sbocca a livello dell'epidermide, indipendentemente dai follicoli piliferi.

• Le altre ghiandole comprendono le ghiandole anali, che servono alla marcatura del territorio, e le
ghiandole sub-caudali, situate sopra la base della coda.


Struttura del sistema pilifero del cane

Nel cane i follicoli piliferi si raggruppano: ciascun gruppo comprende un pelo principale centrale, più grosso e più lungo, e alcuni peli secondari (inesistenti nel cucciolo).

La densità dei peli dipende dalla razza e dall'età. Più il pelo è morbido, più aumenta la densità: il Pastore tedesco, per esempio, possiede da 100 a 300 gruppi di follicoli per cm2 mentre un cane dal pelame più morbido può avere da 400 a 600 gruppi per cm2.
Il numero di gruppi follicolari è già determinato alla nascita; nel cane giovane, però, sono presenti solo i peli principali (o peli di borra), motivo della ben nota morbidezza. L'angolazione dei peli rispetto alla pelle diminuisce durante la crescita, fino ad arrivare a circa 45° nell'adulto.

Il colore del pelo è determinato geneticamente dalla dominanza di un colore in rapporto ad un altro o più altri.
Ciò spiega la variata tavolozza di colori nei cani e la specificità delle macchie in certe razze; le macchie del Beagle, per esempio, non hanno nulla a che vedere con quelle del Pastore Tedesco.

Chi non ha mai spazzato un grosso ciuffo di peli dal tappeto, all’inizio dell’estate?
I peli, effettivamente, non sono eterni. Esiste un’attività ciclica che comporta la perdita di peli: è la muta. Nel cane, come negli animali selvatici, esistono due mute all’anno, che producono il pelame estivo e quello invernale.
Questa stagionalità è spiegabile con l’attività dei follicoli piliferi, divisa in tre fasi:


L'anagen: periodo di crescita del pelo e della sua guaina; il follicolo affonda nel derma. Dura circa 130 giorni nel cane (18 mesi nel Levriero afgano)

Il catagen: fase di riposo; la crescita si arresta e la guaina regredisce.

Il telogen: il follicolo si riduce fino all'orifizio delle ghiandole sebacee, la base del pelo si restringe
a cono, poi cade. Un altro pelo inizia l'anagen, percorrendo lo stesso canale del suo predecessore.

Naturalmente i peli non cadono rutti allo stesso tempo: la muta procede progressivamente, dalla parte posteriore dell'animale verso quella anteriore. Il pelo invernale è molto più folto di quello estivo, per proteggere l'animale durante i grandi freddi.
Tali cambi di pelame non avvengono all'improvviso. La causa determinante principale della muta sembra essere il fotoperiodo (la durata della luce in rapporto all'oscurità): l'allungarsi delle giornate provocherebbe la muta primaverile, il loro accorciarsi quella autunnale. Si ritiene che i cambi di temperatura influenzino soprattutto la densità del pelame e la velocità di rinnovamento dei peli, ma che non siano il fattore principale di attivazione della muta.

Anche se i peli cambiano, il mantello di un cane mantiene il suo colore, nonostante l'apparizione di .
peli bianchi sul muso nei più anziani. Non bisogna dimenticare di prestare cure regolari al pelame del cane, per evitare le patologie.



La digestione


DISPOSIZIONE DELLA CAVITÀ ORALE

1. Cavità propria della bocca
2. Dente carnassiale
3. Dorso della lingua
4. Ghiandola zigomatica
5. Sezione del muscolo temporale
6. Ghiandola parotidea
7. Dotto parotideo
8. Ghiandola sublinguale
9. Ghiandola mandibolare
10.Faringe
11.Esofago
12. Muscolo sternotiroideo
13. Muscolo sternoioideo
14. Dotto mandibolare
15. Sezione del muscolo digastrico
16. Ghiandola sublinguale
17. Dotto della ghiandola sublinguale
18. Ghiandola sublinguale
19. Mandibola
20. Labbro inferiore
21. Labbro superiore

CONFORMAZIONE INTERf\lA
DELLO STOMACO

Cardias -2. Piloro


Grazie alla digestione, il cane può disporre degli elementi nutritivi (le molecole diretta
mente utilizzabili dalle cellule) quando ingerisce alimenti di natura molecolare troppo complessa per poter essere assorbiti nell'intestino e utilizzati dalle cellule.

Il tubo digerente del cane è, quindi, totalmente rivolto alla semplificazione molecolare
degli alimenti (glucidi, lipidi e protidi) e all'assorbimento degli elementi nutritivi. Può essere diviso in tre sezioni anatomiche: la prima, ingestiva, comprende la lingua, i denti, le ghiandole salivari, la faringe e l'esofago; la seconda, digestiva, comprende lo stomaco, l'intestino tenue, l'intestino crasso e le ghiandole annesse (fegato e pancreas); la terza, escretiva, comprende l'estremità dell'intestino crasso e il canale anale.

L'ingestione degli alimenti

• La bocca.
Il cane ingerisce il suo cibo prendendolo con le fauci. Come in tutti i carnivori, i denti dei canidi sono specializzati in rapporto alloro ruolo nella masticazione. Al giorno d'oggi, tuttavia, sia quando i suoi alimenti sono preparati in casa sia quando sono di tipo industriale, il cane domestico non fa altro che ingoiare il cibo; praticamente non gli applica una predigestione meccanica. Le ghiandole salivari, in numero pari, immettono nella cavità boccale la saliva, che, grazie ai suoi componenti acquosi e mucosi, permette di umidificare gli alimenti e di facilitare il loro transito nell'esofago. Al momento della deglutizione, la lingua spinge gli alimenti nell'orofaringe, l'epiglottide si chiude (impedendo così che gli alimenti entrino nella trachea) e il cibo si dirige verso l'esofago.

• L'esofago. Il sopraggiungere del resto del pasto e le contrazioni muscolari dell'esofago sospingono gli alimenti attraverso il torace e il diaframma fino allo stomaco, attraverso la parte chiamata cardias.

La digestione degli alimenti

Gli alimenti sono costituiti da tre tipi di molecole:
i glucidi, i protidi e i lipidi. La digestione
di ciascuno di essi mette in gioco meccanismi
ed enzimi diversi in parti distinte del tubo digerente.
È interessante notare, a questo livello, le differenze esistenti in rapporto
alle dimensioni del cane: se il tubo digerente
di un cane di piccola taglia rappresenta il 7%
del suo peso corporeo, questa percentuale
scende circa al 3 % per un cane di taglia grande,
rendendo quest'ultimo generalmente più "fragile" a livello digestivo.

Lo stomaco. È situato a sinistra della cavità
addominale, dietro il costato, e sporge leggermente
dallo sterno. È voluminoso, in proporzione
all'intestino, a causa della dieta
carnivora del cane. Il volume aumenta dopo
il pasto: quando è completamente disteso, può
occupare metà della cavità addominale. Nello
stomaco, gli alimenti subiscono una digestione
che è contemporaneamente meccanica e
chimica: le contrazioni delle tuniche muscolari
provocano il mescolamento degli alimenti
con i succhi gastrici; cosa che permette
un'importante digestione chimica.

l'intestino tenue. Il cibo in fase di digestione viene poi spinto, attraverso il piloro, nel duodeno, la
prima parte dell'intestino tenue. L'intestino è fragile, però, e lo svuotamento gastrico awiene lentamente,
controllato sia dal piloro che dalla parte iniziale del duodeno.

• Le ghiandole digestive. L'insieme del boia digerito transita quindi nell'intestino tenue, dove subisce il seguito della digestione chimica ad opera delle secrezioni pancreatiche ed epatiche, che si riversano nel duodeno attraverso dotti secretori.

• Il pancreas è un organo molto allungato, a forma di V nei carnivori. Questa ghiandola è costituita
da un insieme di cellule chiamate acini, che fabbricano e riversano nel dotto pancreatico alcuni enzimi digestivi: il succo pancreatico. Questa secrezione awiene solo in occasione dei pasti.

Gli enzimi (proteasi, lipasi, amilasi) sono prodotti in forma inattiva (altrimenti distruggerebbero gli
organi che attraversano) e vengono attivati nell'intestino da processi chimici. Il succo pancreatico,
inoltre, è costituito da bicarbonati che permettono di neutralizzare il contenuto dell'intestino, acidificato dallo stomaco.

• Il fegato è un organo che svolge molteplici funzioni, fra cui quella digestiva; si trova dietro il diaframma, sulla destra. Le cellule del fegato sono organizzate in lobuli epatici. La bile che secemono viene guidata attraverso i dotti biliari; questi raggiungono la cistifellea, in cui la bile viene immagazzinata al di fuori dei pasti, perché la sua secrezione è contjnua, per tutta la giornata. Quando gli alimenti giungono nel duodeno, la cistifellea si contrae e provoca la fuoriuscita della bile, che viene a trovarsi quindi
in contatto, nel duodeno, con gli alimenti predigeriti.

La bile è costituita d'acqua, sali minerali, pigmenti biliari e sali biliari. I pigmenti biliari non harmo
alcuna funzione digestiva (sono prodotti dalla degradazione dell'emoglobina) e vengono espulsi attraversol’intestino.
I sali biliari, invece, hanno un ruolo fondamentale nella digestione dei lipidi.

• La microfiora digestiva. L'intestino del cane, come quello di tutte le specie animali, è densamente popolato dalla rqicroflora, costituita da microrganismi essenzialmente batterici, che partecipano attivamente ai fenomeni digestivi. Questa flora intestinale è molto sensibile alle variazioni qualitative degli alimenti; il cane è un carnivoro e, quindi, a differenza dell'uomo (onnivoro), non può cambiare il tipo di alimenti ad ogni pasto, se non rischiando la distruzione della flora e la diarrea.

Questo fenomeno spiega l'assoluta necessità di una transizione alimentare della durata di 8 giorni, quando viene vatiata l'alimentazione; il fatto che alcuni batteri lattici, mescolati agli alimenti, mostrino funzioni digestive molto positive per il cane (si parla di "probiotici").

• La digestione dei glucidi.
I glucidi sono presenti nell'alimentazione sotto varie forme più o meno complesse. La molecola di base chiamata "osio": per esempio, glucosio o fruttosio. Le altre molecole sono una catena di questi osi.
Anche l'amido è un'enorme molecola costituita da una grande quantità di molecole di glucosio.
La digestione dei glucidi permette di semplificare le grandi molecole per facilitarne l'assorbimento.
Un enzima prende parte a questa reazione chimica: è l'amilasi, prodotta dalle ghiandole salivari (in piccola quantità) e dal pancreas. La semplificazione dei glucidi avviene dunque, per la maggior parte, nell'intestino tenue.

• La digestione dei lipidi. La digestione dei lipidi produce i trigliceridi. Queste molecole vengono digerite
grazie alla lipasi pancreatica (enzima specifico dei lipidi) e ai sali biliari del fegato. Questi ultimi
formano un'emulsione con i trigliceridi, cosa che aumenta il contatto con la lipasi; questa idrolizza parzialmente
i lipidi per dare vita a minuscole gocce lipidiche chiamate micelle.

• La digestione delle proteine.
Le proteine sono catene più o meno voluminose di amminoacidi. Solo questi ultimi possono essere
assorbiti: alcuni enzimi, in condizioni particolari, permettono di semplificare le molecole.
Nello stomaco, l'acidità e la proteasi (enzima specifico dei protidi) del succo gastrico inizia la digestione delle proteine, che prosegue nell'intestino grazie alla proteasi pancreatica.


L'assorbimento dei nutrienti

• L'intestino è la sede di svolgimento della maggior parte della digestione e dell'assorbimento dei
nutrienti. Forma anse che si distribuiscono nella cavità addominale: essendo lungo ben sei volte più
del cane, è ripiegato nell'addome. L'insieme delle viscere addominali è racchiuso nel grande omento, o epiplon, che permette di mantenere una certa topografia costante degli organi.

L'interno dell'intestino tenue è costituito da pieghe della parete, che ne aumentano così la supericie
di assorbimento. Le cellule che formano i microvilli (le ultime pieghe della parete a livello cellulare)
non svolgono tutte la stessa funzione: quelle della parte inferiore secernono soprattutto muco, mentre quelle della pane superiore assorbono i nutrienti digeriti. Le cellule morte, invece, durante la degradazione, liberano altri tipi di enzimi. A seconda della natura degli alimenti digeriti, l'assorbimento si svolge in maniera diversa.

• L'assorbimento dei glucidi. Per quel che riguarda i glucidi, le forme che si trovano nell'intestino
tenue sono osi e vengono assorbiti dalle cellule intestinali. Si ritrovano nei vasi sanguigni, molto numerosi nell'intestino tenue.

• L'assorbimento dei lipidi. Le micelle sono assorbite dalle cellule intestinali; le diverse parti che costituiscono le micelle sono poi rielaborate all'interno delle cellule per restituire i trigliceridi. Questi vengono fissati alle proteine e ad altre molecole e ripresi dai vasi linfatici dell' intestino tenue.

• L'assorbimento delle proteine. Gli ammnoacidi vengono assorbiti dalle cellule dell'intestino in
S' modo complesso. Ne esistono però anche altre forme, presenti nellur~e 'intestinale: i peptidi, che sono catene più meno lunghe di amminoacidi. I piÙ corti, costituiti da due o tre acidi, possono essere.assor biti da un sistema attivo: sono allora idrolizzati dagli enzimi cellulari. Sono questi, dunque mminoacidi che ritroviamo nella circolazione sanguigna.

L’assorbimento degli altri nutrienti

Anche l'acqua e i sali minerali vengono assorbiti nell'intestino: la prima solamente in parte nell'intestino tenue, con un meccanismo che mette in gioco gli ioni di sodio e le molecole di glucosio o degli amminoacidi; i minerali vengono assorbiti in diversi livelli dell'intestino e da meccanismi diversi: il calcio, per esempio, è assorbito nel duodenograzie all' intervento di una proteina di trasporto.

I vasi sanguigni dell'intestino si riuniscono per formare la vena porta che si dirige verso il fegato, organo addetto all'immagazzinamento.


L'evacuazione delle feci

Le successive sezioni intestinali sono le diverse parti dell'intestino crasso: il cieco, il colon, il retto e il canale anale. Nel cane hanno una lunghezza di circa 70 cm.

• Il cieco e il colon
Il cieco, molto corto, svolge la stessa funzione del colon, che si trova dal lato dorsale, sotto i lombi.
La loro funzione è l'assorbimento dei nutrienti che non sono ancora stati assorbiti dall'intestino tenue,soprattutto l'acqua. Il resto viene parzialmente digerito grazie alla flora microbica intestinale, ma questa azione è accessoria nel cane; i nutrienti che ne derivano vengono assorbiti come nell'intestino tenue. Hanno un ruolo anche nella formazione, l'immagazzinamento e l'evacuazione dei materiali fecali o feci.

• Il retto e il canale anale.
Si trovano nella cavità pelvica. La loro' funzione è l'immagazzinamento dei materiali fecali (come in utti i carnivori) e la loro evacuazione,

• La defecazione.
L'eliminazione dei materiali fecali avviene in tre fasi. La prima, essenzialmente comportamentale, corrisponde alla ricerca del luogo adatto: i cani tendono ad allontanarsi dal luogo in cui vivono. C'è poiuna fase di preparazione meccanica: la contrazione di diversi muscoli fa assumere al cane questa posizione particolare. L'ultima fase, quella dell'evacuazione vera e propria, è resa possibile da una potente contrazione dell'intestino crasso.


Temperatura corporea: da 38,5° a 39° C
Ritmo cardiaco medio (numero
di pulsazioni al minuto): da 70 a 120
Pressione arteriosa: 120/60
Numero medio di respirazioni
(i cornetti). al minuto: da 15a 20




La respirazione

La respirazione è la funzione che permette all'organismo di rifornire di ossigeno le sue cellule e di liberarle dall'anidride carbonica.
L'apparato respiratorio del cane può essere diviso in due parti: l'apparato respiratorio
superiore e quello inferiore.

L'apparato respiratorio superiore

È costituito dalle cavità nasali, dal rinofaringe, dalla laringe e dalla trachea. Le cavità nasali si trovano nella canna nasale e nella fronte del cane e si aprono all'esterno con le narici, contenute nel tartufo.
Hanno struttura cartilaginea, sono molto aperte e permettono l'ingresso dell'aria.


• Le cavità nasali e la faringe. Alle narici seguono le cavità nasali, costituite dai cornetti e dai seni nasali. Sono divise da un setto mediano osseo; le ossa che le formano sono arrotolate su se stesse
( i cornetti).

La mucosa che le ricopre è quindi molto tesa, il che permette di amplificare la sua funzione : abbondantemente vascolarizzata, riscalda l’aria e la satura di vapore acqueo.

Le ghiandole nasali contenute in queste cavità, invece, secernono del muco che capta le particelle
nocive dell'aria (polvere, microbi... ). Un'altra parte della mucosa, olfattiva, permette al cane di sentire gli odori. Dopo il passaggio nelle cavità nasali, l'aria è instradata, attraverso lecoane, verso il rinofaringe, situato in fondo alla boccai a questo punto ha quasi la stessa temperatura dell'organismo e non contiene più impurità.

• La laringe. L'aria prosegue il suo percorso verso i polmoni attraverso la laringe e la trachea. La laringe è costituita da quattro cartilagini (cricoide, tiroide, aritenoide ed epiglottide) ed è unita alle ossa del cranio dall'osso ioide. Un insieme di muscoli permette il movimento delle cartilagini le une rispetto alle altre. La laringe, quindi, che è aperta durante la respirazione, si chiude quando il cane deglutisce ed evita che gli alimenti passino nella trachea nel caso che un boccone vada di traverso. Regola ancheil flusso dell'aria chiudendosi in misura maggiore o minore. La laringe comprende anche le corde vocali che, quando vibrano per il passaggio dell'aria, mettono suoni: ringhi, abbaii. ..

• La trachea. È un lungo tubo formato da circa 40 anelli cartilagine i chiusi dal muscolo tracheale.
Trasporta l'aria dalla laringe (nella gola) fino ai bronchi (nel torace). La contrazione del muscolo tracheale diminuisce il diametro della trachea e modula così il flusso d'aria, oppure contrasta la sua dilatazione eccessiva (in caso di tosse, per esempio).


L'apparato respiratorio inferiore

Comprende i branchi e i polmoni, situati all'interno della cavità toracica, da cui li separano le pleure.
Il torace dell'animale è delimitato lateralmente dalle costole e posteriormente dal diaframma. I polmoni sono separati dal costato dalle pleure, che mantengono il vuoto pleurico: restano quindi sempre piene d'aria. I polmoni del cane sono divisi in sette lobi polmonari: tre a sinistra (i lobi craniale, medio
e caudale) e quattro a destra (i lobi craniale, medio, caudale e accessorio).

I bronchi si dividono e assicurano la conduzione dell'aria fino agli alveoli polmonari: esiste un numero
uguale di bronchi e di lobi polmonari. Si dividono poi in branchioli, dal calibro sempre più ridotto.

I polmoni sono abbondantemente vascolarizzati e permettono quindi lo scambio di ossigeno e di anidridecarbonica (ematosi) su una vasta superficie.


SCHEMA GENERALE
DELL ‘APPARATO RESPIRATORIO

1. Cavità nasale
2. Seno frontale
3.Coana
4. Faringe
5. Laringe
6. Esofago
7. Trachea
8. Terminazione della trachea
9. Bordo basaledel polmone sinistro
10. Proiezione del diaframma
11. Polmone sinistro


I fenomeni respiratori

La respirazione in sé è un fenomeno complesso, che mette in gioco azioni muscolari e la circolazione sanguigna.

• Gli scambi gassosi tra l'aria alveolare e il flusso sanguigno dipendono dalla pressione parziale in ossigeno e in anidride carbonica dai due lati della parete del capillare sanguigno: i gas si dirigono dalleregioni in cui la pressione è elevata verso le regioni in cui è più bassa.
L'anidride carbonica passa cosi dai capillari sanguigni verso l'aria polmonare, mentre l'ossigeno segueil percorso inverso. Per permettere un'ematosi costante, l'aria e il sangue devono essere rinnovati permanentemente.
Il sangue circola grazie al cuore, che funziona come una pompa sanguigna.

• La ventilazione polmonare rinnova l'aria d~gli alveoli. Avviene in due tempi: l'inspirazione fa entrare l'aria "nuova" nei polmoni e l'espirazione ne fa uscire l'aria viziata. L'inspirazione è dovuta essenzialmente alla contrazione del diaframma e dei muscoli intercosrali, con rilascio dei muscoli addominali; tali contrazioni permettono di aumentare il volume toracico e di far quindi penetrare l'aria neipolmoni, che si gonfiano come un pallone. Durante l'espirazione, i muscoli già citati si rilasciano progressivamente e il torace, grazie alla sua elasticità, riduce il suo volume.
La normale frequenza respiratoria è, per il cane, da lO a 30 inspirazioni al minuto. Varia a seconda dellataglia dell'animale ti cani di piccole dimensioni hanno una frequenza respiratoria più elevata di quelli grandi), della sua eventuale pinguedine, del suo nervosismo.

• La regolazione. L'insieme della respirazione è comrollato dal sistema nervoso, in modo essenzialmente
inconsapevole. I movimenti forzati (inspirazione o espirazione di volume superiore al normale:
per esempio il sospiro) diventano cosciemi, ma sono l'eccezione. A seconda delle diverse situazioni
fisiologiche, il cane può modificare la sua frequenza respiratoria e/o il suo volume respiratorio: per esempio, durante un grande sforzo muscolare, il cane ansima, cioè respira più velocemente attraverso la bocca e aumenta il volume normale. In effetti, l'azione muscolare consuma più ossigeno e riscalda il corpo dell'animale; il cane aumenta la velocità di respirazione per permettere una migliore perfusione in ossigeno delle cellule -il cuore batte anche più velocemente -e, poiché il cane traspira quasi solo attraverso i cuscinetti, la perdita di vapore acqueo gli permette di raffreddare il corpo per il tramite deipolmoni. Allo stesso modo, il fatto di respirare dalla bocca mette l'aria fresca della trachea in contatto con i vasi sanguigni, caldi, che raffredda.

Esiste inoltre una regolazione che si basa sulla qualità dell'aria inspirata (la pressione parziale in ossigeno dell'aria diminuisce con l'altitudine), sulla pressione parziale di ossigeno e anidride carbonica del sangue e sul pH del sangue, che interviene sulla pressione sanguigna di anidride carbonica. la circolazione sanguigna e linfatica.

La circolazione sanguigna e linfatica

Con circolazione sanguigna si intende l'insieme dei vasi sanguigni (vene e arterie) e del
cuore, sul piano anatomico ma anche fisiologico. Tale circolazione è diversa nel feto e nel
l'adulto, e lo studio sarà quindi separato. La circolazione linfatica è il sistema di drenaggio
che serve la circolazione generale: circolazione sanguigna del feto e nell’adulto, e lo studio sarà quindi separato.
La circolazione linfatica è il sistema di drenaggio che serve la circolazione in generale.

La circolazione sanguigna nel feto

La formazione dei primi. vasi sanguigni inizia quando l'embrione non può più nutrirsi per semplice diffusione da cellula a cellula; lo sviluppo di organi interni richiede un apporto di nutrimento vitale direttamente alle cellule interessate. Il cuore, invece, ha un'origine molto più complicata: si forma a partire dalle cellule superficiali dell'embrione; resta extraembrionale all'inizio per poi diventare
intraembrionale e prendere il suo posto definitivo nel torace. La fonna del cuore è inizialme~te rettilinea (vestigio dell'evoluzione), per incurvarsi successivamente, subire rotazioni e infine acquisire la forma che conosciamo.

Nel feto, i polmoni non sono funzionali; l'ossigeno è apportato dalle vene ombelicali provenienti dalla madre, mentre l'anidride carbonica viene eliminata dalle arterie ombelicali. Tutta una parte della circolazione, è quindi "smistata" grazie agli orifizi intracardiaci e a un canale che collega l'aorta (l'arteria principale, che esce dal lato sinistro del cuore) al tronco polmonare (che esce dal lato destro del cuore): viene chiamato il dotto arterioso. La divisione in settori del cuore avviene solo alla fine della gestazione e nelle prime ore dopo la nascita. Il dotto arterioso, al contrario, si chiude solo dopo la nascita, quando entrano in funzione i polmoni.
Questo sviluppo può presentare anomalie: un difetto dotto arterioso o anche un difetto di posizionamento nella divisione del cuore. in setti del cuore, persistenza del


La circolazione sanguigna nell'adulto

Se lo sviluppo è normale, l'asse del cuore, nel cane, è obliquo rispetto all'asse del suo corpo: il cuore si trova più a sinistra che a destra (per i 4/7). È appiattito trasversalmente, il che posiziona il lato destro in direzione craniale (verso la parte anteriore del cane) e il lato sinistro in direzione caudale (verso la parte posteriore); quindi la base del cuore, dove si trovano i vasi sanguigni, è craniale e dorsale, mentre l'apice è caudale e ventrale. La sua posizione è fra la terza e la settima costola, il suo peso varia enormemente a seconda della razza del cane.

• Il cuore si divide in quattro grandi parti: l'atrio destro riceve il sangue povero di ossigeno e l'invia
nel ventricolo destro, che lo spinge verso i polmoni; l'atrio sinistro riceve il sangue ricco di ossigeno
dai polmoni, l'invia nel ventricolo sinistro che, a sua volta, lo spinge verso le diverse parti del corpo.
Nell'adulto, il cuore è completamente diviso da setti: non c'è più mescolanza tra il sangue ossigenato e quello povero di ossigeno, e il passaggio da un compartimento all'altro avviene grazie a delle valvole che formano un sistema di "porte".

A livello fisiologico, il cuore lavora seguendo un ciclo regolare, chiamato rivoluzione cardiaca. Le cavità cardiache, dotate capacità contrattile, seguono due fasi: una sistole (fase di contrazione) e una diastole (fase di rilasciamento); tali fasi non sono sincrone per tutte le cavità e, quindi, la contrazione degli atri precede quella dei ventricoli. Il numero delle rivoluzioni cardiache in un minuto determina la frequenza cardiaca che, nel cane, può variare da 70 a 160 a seconda della taglia (i cani piccoli hanno una frequenza più elevata di quelli grandi) e dell'attività sportiva. Si nota anche, ed è del tutto fisiologico, un abbassamento della frequenza (bradicardia) durante il sonno, e un aumento della frequenza (tachicardia) durante qualsiasi sforzo o una particolare tensione (visita dal veterinario, per esempio).

• La rivoluzione cardiaca. Più dettagliatamente, la rivoluzione cardiaca avviene secondo un ciclo
molto preciso. Grazie alla debole pressione del ritorno venoso e all'apertura delle valvole atrioventricolari, i ventricoli si riempiono passivamente (le valvole arteriose sono chiuse), poi la contrazione degli ani completa il riempimento: è la sistole auricolare. Inizia quindi la sistole ventricolare: il ventricolo è completamente pieno, la pressione intraventricolare aumenta e ciò provoca la chiusura delle valvole atrioventricolari all'inizio della contrazione dei ventricoli. Tale contrazione aumenta di modo che la pressione intraventricolare diventa superiore alla pressione delle arterie, provocando quindi l'apertura
delle valvole arteriose. I muscoli cardiaci si rilassano, infine, permettendo la chiusura delle valvole arteriose: è la fase di rilasciamento. Gli atri si riempiono nuovamente, le valvole atrioventricolari si aprono, i ventricoli si riempiono, e ha inizio un nuovo ciclo .

Nel corso di un'auscultazione con lo stetoscopio, in realtà, il clinico non percepisce altro che i suoni
provocati da queste diverse fasi. La rivoluzione cardiaca si manifesta, nei cani, con due suoni: "bum", un breve silenzio, "ta", un più lungo silenzio. Il "bum" corrisponde a un suono lungo perché la sua origine è multipla: la chiusura delle valvole atrioventricolari, l'aumento della pressione del sangue nei ventricoli e lo scorrimento turbolento del 5llilgue'nella radice dei grandi tronchi arreriosi. Il "ta" corrisponde a un suono più breve perché la sua origine è unica: la chiusura delle valvole arteriose.
Nei cani, qualsiasi suono supplementare può essere considerato patologico. GEazie all'utilizzo di procedure più recenti, come l'elettrocardiograrruna o l'ecocardiogramma, tutta la rivoluzione cardiaca più essere studiata con maggior precisione; l'interpretazione di tali procedure, però, resta complèssa e deve essere lasciata agli specialisti.

Ci si può domandare, infine, quale ·sia la causa della ritrnicità del cuore. Nella sua parete muscolare esistono tre tessuti detti nodali, composti da cellule in grado di depolarizzarsi lentamente e spontaneamente, dando vita a un potenziale attivo che si propaga a tutte le cellule cardiache e provoca così la contrazione del cuore. Il tessuto nodale situato a livello degli atri, quindi, impone il suo ritmo e svolge la funzione di pacemaker per il cuore.

Il ritmo cardiaco può venire modificato da fattori diversi, sia esterni (la vista di un oggetto che crea tensione ... ) sia interni, che hanno effetto sui percorsi nervosi formati da fib~e acceleratrici o moderatrici. Anche i polmoni e i gas sangUigni influiscono sulla frequenza cardiaca, grazie a dei barocettori situati sull'arco aortico. Un eccesso di ossigeno rallenta il cuore, mentre un eccesso di anidride carbonica ha un effetto accelerante.

Le arterie e le vene. Il cuore svolge solo la funzione di propulsore, ma sono i vasi sanguigni che portano il sangue fino agli organi. Anatomicamente, i vasi sanguigni che partono dal cuore sono chiamati arrerie (indipendentemente dal fatto che il sangue sia ricco o povero di ossigeno), mentre quelle che tornano al cuore sono le vene. Quest'ultime contengono piccole valvole che forniscono al cuore una pressione debole ma necessaria per la circolazione; è per questo motivo che, se viene tagliata un'arteria, il sangue sprizza in getti e a scatti, mentre per una vena il flusso sarà continuo.

L'aorta, grossa arteria il cui sangue è arricchiro di ossigeno, parte dal cuore sinistro e si dirige verso la parre anteriore dell'animale; forma una curva (arco dell'aerta) e torna verso la parte posteriore. Subito prima della curva c'è il punto di partenza del tronco brachiocefalico (che vascolarizza la testa e gli arti anteriori) e dell'arteria succlavia sinistra, diretta al torace. L'aorta passa poi nell'addome dove vascolarizza tutti gli organi e gli arti posteriori, grazie alle arterie di calibro inferiore da essa derivate.
Quando giunge al muscolo o all'organo, l'arteria si divide in un fascio di arteriole che permettono la
distribuzione dell'ossigeno e lo scambio dell'anidride carbonica .. Il sangue procede poi attraverso le venule, che confluiscono in una vena di piccolo calibro; tutte queste piccole vene affluiscono nella vena cava craniale, per la parte anteriore del corpo, o nella vena cava caudale per la parte posteriore. Queste due vene portano il sangue al cuore destro, che lo spingerà verso i polmoni attraverso il tronco polmonare, dove si libererà dell'anidride carbonica. Tornerà al cuore attraverso le vene polmonari per poi ripercorrere l'aorta: il cerchio è completo.


SANGUE

Volume del sangue (volemia): 80-90 ml

di sangue per kg di peso vivo
(peso vivo: il peso dell'animale in vita)
Globuli rossi: da 5,5 a 8,5 x 106per mm3
(da 5.500.000 a 8.500.000)
Globuli bianchi: da 6.000 a 17.000per mm'3
Emoglobina: da 12a18 9 per 100ml
Piastrine: da 200.000 a 500.000per mm3
Ematocriti (%): 37-55
(volume dei globuli rossi'in rapporto
all'unità di volume del sangue)
Calcio:da 95 a 120mg/litro
Glucosio: 0,7-1,1 g/litro
Lipidi totali: da 5,5 a 14,5 g/litro
Colesterolo: da 0,5 a 2,7 g/litro
Fosforo: da 40 a 80 mg/litro
Tempo di emorragia (orecchio):
da 2 a 3 minuti
Tempo di coagulazione: da 6 a 7,5 minuti


STRUTTURA DELL’APPARATO CIRCOLATO RIO
SCHEMA GENERALE DELLA CIRCOLAZIONE'


1. Capillari della testa
2. Vena cava craniale
3. Tronco brachiocefalico
4. Aorta
5. Tronco polmonare
6. Venepolmonari
7. Capii/ari dei polmoni
8. Tronco celiaco e mesenterico
9. Capillari dell'apparato digerente
10. Capillari del corpo
11. Canali linfatici del corpo
12. Venaporta
13. Capillari del fegato
14. Venesubepatiche
15. Canale toracico (linfa)
16. Vena cava caudale
17. Ventricolo sinistro
18. Ventricolo destro
19. Atrio sinistro
20. Atrio destro


LE VENE

1. Vena caudale
2. Vena iliaca interna
3. Vena sacrale laterale
4. Vena testicolare
5. Vena renale
6. Vena porta
7. Vena intercostale
8. Vena cava craniale
9. Vena costocervicale
10. Vena cervicale profonda
11. Vena vertebra le
12. Vena giugulare interna
13. Vena auricolare
14. Ghiandola parotidea
15. Vena dell'occhio,
del naso e delle labbra
16. Ghiandola mandibolare


IL SISTEMA ARTERIOSO

1. Arteria temporale
2. Arteria auricolare
3. Arteria cervicale
4. Arteria scapolare dorsale
5. Aorta toracica
6. Arteria intercostale
7. Arteria celiaca
8. Arteria mesentericacraniale
9. Arteria lombare
10. Arteria iliaca esterna
11. Arteria iliaca interna
12. Arteria sacrale


DIAGRAMMA
DELLE VIE LINFATICHE


1. Tronchi lombari
2. Tronco viscerale
3. Tronco tracheale
4. Tronco toracico
5. Tronco bronchiomediastinale
17. Vena facciale
18. Vena giugulare esterna
19. Vena ascellare
20. Vena del cuore
21. Vena toracica interna
22. Vena superficiale
dell'avambraccio
23. Vena metacarpale
24. Vena cava caudale
25. Vena epatica
-26.Venaporta
27. Vena epigastrica
28. Vena dorsale del glande
29. Vena safena interna
30. Vena metatarsale
31. Vena safena laterale
32. Vena poplitea
33. Vena femorale
34. Vena iliaca esterna
35. Vena pudenda interna
13. Arteria pudenda interna
14. Arteria tibiale
15. Arteria safena
16. Arteria femorale
17. Arteria mediana
18. Arteria antibrachiale
19. Arteria brachiale
20-21. Arteria toracica
22. Arteria ascellare
23. Tronco costocervicale
24. Arteria tiroidea
25. Arteria carotidea comune
26. Arteria vertebra le
27. Arteria carotidea esterna
28. Arteria facciale


La circolazione linfatica

Si tratta di un sistema di drenaggio che trasporta la linfa nella circolazione generale (sanguigna). Anche i vasi linfatici sono dotati di valvole e si raccolgono progressivamente per trasportare la linfa nei due grossi tronchi collettori: un condotto roracico e un condotto linfatico destro.I vasi in sé sono moltopoco visibili ma lo sono, invece, i nodi linfatici (o gangli) che filtrano tutta la linfa di una stessa regione.
Il loro numero è relativamente elevato; alcuni sono superficiali e palpabili, altri sono profondi (nelle
grandi cavità) e visibili solo con strumenti radiologici o ecografici. Nella maggior parte dei casi, la loro ipertrofia riflette un'infiammazione nella regione di drenaggio; ecco perché è importante la loro palpazione durante l'esame clinico. Sono anche luoghi di passaggio privilegiato per le cellule cancerose, che li usano per passare da un organo all'altro; in caso di asportazione di un tumore, infatti, talvolta si asportano anche i gangli, per limitare l'estensione della malattia.


L’apparato urinario del cane

Indipendentemente dal sesso dell'animale, sono gli stessi
organi che partecipano all'elaborazione e poi all'eliminazione
dell'urina. Tali organi sono, nell'ordine, i reni, da cui partono
due ureteri che terminano nella vescica; da questa sbocca
un'unica uretra, che porta l'urina fino al punto in cui viene
espulsa all'esterno del corpo.
Tutti questi elementi si trovano nella regione addominale. I
reni, a forma di fagiolo, sono situati sotto la volta lombare,
all'altezza delle prime vertebre lombari; il rene sinistro è
leggermente più caudale del destro. I due ureteri si collegano
sulla faccia dorsale della vescica, che è, anch'essa, posizionata
poco più avanti del bacino.
L'uretra segue un percorso diverso nei maschi e nelle femmine.
In quest'ultime è più corta e, generalmente, più larga;
sbocca nel vestibolo della vagina con una piccola papilla.
Nei maschi l'uretra è più lunga, meno larga e formata da tre
parti: prostatica, membranosa e peniena.

Struttura dei reni

Il rene è costituito da una zona corticale, esterna, da una midollare, più interna, e da una pelvi o bacinetto
renale, una cavità che prosegue nell'uretere.

• l nefroni sono le unità funzionali dei reni; sono piccoli tubi relarivamente lunghi che sfociano nei
canali collettori. Comprendono diverse parti: i glomeruli di Malpighi, capsule in cui passa una matassa di piccole arterie. Il glomerulo prosegue nel tubulo prossimale, formato da una patte contorta e una parte diritta, poi nel tubulo intermedio e infine nel tubulo disrale (composto da due parti, quella diritta e quella contorta). Ciascun tubulo si getta in un canale collettore attraverso un breve tubulo di connessione.
Semplificando, si può dire che i glomeruli e le parti sinuose dei tubuli sono raggruppati nella
corteccia renale, mentre le parti diritte -chiamate ansa di Henle -formano la midollare.
L'urina è elaborata nei reni (più precisamente nei nefroni) in diversi stadi che permettono l'eliminazione di una parte delle sostanze di scarto dell'organismo, oltre ad altre funzioni.
Le altre funzioni renali attuano diverse regolazioni, in particolare quelle ioniche e acido-basiche.

• La diuresi (processo che elabora l'urina) comprende diversi meccanismi successivi.
La prima parte della formazione dell'urina consiste in una filtrazione sanguigna, che mira al conseguimento di un'urina detta "primitiva". Per fare ciò, il slli1gue attraversa dei capillari fenestrat( (pi~cole arterie dalle pareti porose), racchiusi nei tubuli urinari; le molecole sufficientemente piccole possono quindi attraversare le pareti dei capillari, spinte da una grande differenza di pressione, ed essere raccolte nei tubuli urinari.

La soluzione che deriva da questa filtrazione è detta "urina primitiva", perché la sua composizione subirà modifiche prima dell'eliminazione; a questo stadio possiede caratteristiche molto simili a quelle delplasma.

Dopo questa filtrazione avviene il fenomeno del riassorbimento, che ha luogo nei tubuli contorti, soprattutto nel tubulo contorto prossimale; pennette di far riiluire nella circolazione sanguigna molecole e ioniindispensabili all'organismo. Questi trasporti sono spesso associati a un riassorbimento d'acqua; gli uni hanno bisogno di utilizzare l'energia cellulare, mentre gli altri sono effettuati passivamente.

I principali ioni riassorbiti sono i seguenti: dormo, sodio e potassio. Per quanto riguarda le molecole
riprese dal tubo contorto, si trami di tutto il glucosio e tutte le proteine, di una parte degli amminoacidi e degli acidi organici.

Certe sostanze, infine, si ritrovano nell'urina grazie al fenomeno della secrezione, che ha luogo anch'esso nel tubulo contorto prossimale. Questo meccanismo riguarda le sostanze naturalmente presenti nelsangue (come i mezzi di contrasto utilizzati nella diagnostica per immagini, o anche medicine come lapenicillina), o che devono essere elaborati dall'epitelio del tubulo (l'ammoniaca, per esempio). Anchequi si osservano meccanismi sia attivi che passivi e scambi.
Nell'ultima parte del nefrone (unità funzionale del rene), il tubo collettore, ha luogo un ultimo processo che produce l'urina definitiva; intervengono meccanismi regolatori che aumentano o diminuiscono la concentrazione dell'urina e ne aum~ntano l'acidità.


Accumulo ed eliminazione dell’urina

I tubi collettori, contenenti l'urina definitiva, sfociano nella pelvi o bacinetto renale, piccola sacca che sfocia in un uretere. L'urina viene quindi indirizzata verso la vescica, un serbatoio molto estendibile e stagno, la cui funzione è l'accumulo dell'urina nell'intervallo fra le minzioni. Un~ sfimere situato alla giunzione vescico-uretrale assicura la cominenza urinaria. Quando la vescica è sufficientemente piena, la minzione può avere luogo; il corpo della vescica, composto da molte fibre muscolari lisce, si contrae e contemporaneamente lo sfintere uretrale si rilassa, pennettendo l'espulsione dell'urina sotto pressione.

Questi fenomeni sono regolati dal sistema nervoso: il controllo cosciente e volontario della minzione è assicurato dal cervello; i nervi che nascono dalle regioni lombo-sacrale e pelvica assicurano la contrazione del corpo della vescica e dello sfintere uretrale.

La maggior parte delle regolazioni della funzione urinaria è a carico del rene. Tali fattori di regolazione sono di generi diversi: innanzitutto possono intervenire fattori esterni ai reni, soprattutto fattori circolatori. In effetti, la quantità di urina prodotta dai reni dipende in primo luogo dalla quantità di sangue filtrato: in caso di diminuzione del volume sanguigno dell'organismo sarà eliminato un volume inferiore di urina e viceversa.

Entrano in gioco anche altri fattori di ordine nervoso, che influiscono da una parte sui fenomeni renali e, dall'altra, sulla minzione, cioè sulla vescica. Molti nervi si collegano al rene e influiscono sui vasi che l'irrigano. Hanno un'azione più rapida sulla riduzione della perfusione renalè; ne risulta una diminuzione del volume urinario emesso ..

L’azione più notevole, infine, è di origine onnonale; molti onnoni intervengono nel controllo dell'eliminazione dell'acqua e degli ioni. La maggior parte di essi, tuttavia, agisce solo in situazioni patologiche. L'ormone più importante fra questi è la vasopressina, chiamata anche onnone antidiuretico. Viene secreta dall'ipofisi, una piccola ghiandola situata alla base dell'encefalo. Agisce sulla parte terminale dei nefroni: la fine del tubulo contorto distale e il tubo collettore. La sua secrezione è provocata dall'aumento della pressione osmotica sanguigna, cioè dalla diminuzione della quantità d'acqua in rapporto alle altre molecole del sangue, o dall'abbassamento della pressione arteriosa. Possono anche intervenire altri stimoli: lo stress, l'abbassamento della temperarura ambiente o anche l'esercizio fisico possono attivare la secrezione dell'romone antidiuretico.

I ricettori sulla superficie delle cellule del tubo collettore captano questo onnone: ne consegue l'aumento el riassorbimento d'acqua a livello del nefrone. Questo meccanismo pennette all'organismo di conservare una parte dell'acqua contenuta nelle sue cellule.

Urina
Volume emesso al giorno:
da 25 a 40 mI per kg di peso vivo
pH: da 5a7
Urea: da 300 a 800 mg/kg di peso
vivo/giorno.

I cinque sensi

• La vista del cane.
Anche se su questo argomento ci sono state notevoli discussioni, attualmente si riconosce che i cani
hanno una vista notturna superiore a quella dell'uomo. Le cellule della loro retina concentrano maggiormentele informazioni luminose, cosa che permette loro di avere una buona vista crepuscolare, adatta alla caccia notturna.

I cani percepiscono molto bene i movimenti a distanza, ma distinguono male, alla stessa distanza, gli oggetti immobili. Anche questo fenomeno è un adattamento alla caccia a vista praticata dal cane.

Esistono differenze tra le varie razze per quel che riguarda l'ampiezza dell'angolo visivo, sempre in funzione dell'adattamento al lavoro richiesto all'animale.
I cani da pastore hanno bisogno di un campo visivo il più ampio possibile per una sorveglianza ottimale del bestiame; i loro occhi sono situati molto lateralmente, per poter
coprire questo largo campo visivo. I cani da caccia, per visualizzare le prede, hanno bisogno di un campo visivo binoculare e ristretto, reso possibile dalla collocazione
degli occhi sulla parte anteriore della testa.

• l'occhio e i suoi annessi. L'occhio è situato in un'orbita,
una cavità del cranio in cui è trattenuto da muscoli
orientati in varie direzioni, che gli permettono di
muoversi e di orizzontarsi.

L'occhio è circondato e protetto da palpebre e ghiandole. Esistono tre palpebre per ciascun occhio; quelle superiori e inferiori sono pieghe della pelle con un lato mucoso contro l'occhio. Le ciglia, sui loro bordi, proteggono l'occhio dalla caduta di particelle e di polvere.
La terza palpebra è una semplice membrana, situata nell'angolo interno dell'occhio; di solito è invisibile.
Ricopre l'occhio quando è chiuso o si dispiega nel caso di un
disturbo oculare (irritazione) o di problemi nervosi.

L'occhio è esposto all'aridità dell'ambiente esterno. Le ghiandole lacrimali, che producono le lacrime, permettono alla parte esposta (la cornea) di restare protetta in un ambiente acquoso. Le lacrime sono poi raccolte negli spazi situati fra le palpebre e l'occhio, ed eliminate attraverso un sottile canaie che inizia nell'angolo interno della cavità oculare e scocca nelle narici. È possibile una sovrapproduzione di lacrime così come l'ostruzione del canale: le lacrime debordano allora dalle palpebre e formano, ossidandosi, scie rossicce sul pelo che possono essere scambiate per sangue.

L'occhio in sé è composto da due segmenti:

Il segmento anteriore: la funzione di questo segmento, formato dalla cornea, dall'iride e dal cristallino, è di concentrare la luce, un po' come l'obiettivo di una macchina fotografica. La cornea e il cristallino, superfici trasparenti, svolgono il ruolo di lenti ottiche mentre l'iride, forata dalla pupilla, svolge quello di diaframma dei fasci luminosi.

• Il segmento posteriore: la funzione di questo segmento, formato da corpo vitreo, caroide e retina, è la trasformazione dei segnali ottici dei fasci luminosi in informazioni nervose trasmesse al cervello attraverso il nervo ottico. Conrinuando l'analogia con la macchina fotografica, il segmento posteriore svolge il ruolo di pellicola e il cervello il ruolo dello sviluppo.

L’udito del cane

• Le capacità auditive del cane. Il cane ha un udito due volte più fine di quello umano; percepisce frequenze sonore fino a 2,5 volte superiori a quelle percepite dall'uomo. Il cane percepisce anche gli ultrasuoni, il che giustifica, per esempio, l'uso del fischietto da richiamo. Distingue bene i vari suoni; può quindi riconoscere facilmente le parole pronunciate dal suo proprietario, anche se contano molto il tono della voce e la gestualità .

• L'orecchio del cane.
L'orecchio esterno è 'una struttura cartilaginea, ricoperta 'di pelle e di muscoli, che forma il padiglione mobile e può orientarsi a seconda della provenienza dei suoni, come un'antenna radar. Il padiglione sbocca sul condotto auditivo esterno, un tubo cartilagineo ricoperto da una pelle molto sottile, che è prima verticale e poi orizzontale e termina con una sottilissima membrana, il timpano. L'orecchio esterno serve da collettore di suoni per l'orecchio medio.

L'orecchio medio è la cassa di risonanza dell'udito del cane. A contatto con le onde sonore, il timpano vibra e attiva, grazie a un sistema di leve, la vibrazione degli ossicini (martello, incudine e staffa)situati nella cassa del timpano. Questo dispositivo permette la trasmissione dei suoni all'orecchio interno amplificandoli ma diminuendone le vibrazioni violente; il movimento degli ossicini, infatti, ha un'ampiezza limitata.

L'orecchio interno è formato da due parti, con funzioni molto diverse. La chiocciola assicura la trasmissione delle onde sonore al cervello, sotto forma di impulsi nervosi, attraverso il nervo auditivo. I canali semicircolari, dotati di piccole ciglia, percepiscono la posizione della testa e svolgono un ruolo importante nell'equilibrio generale del corpo.

Nel padiglione auricolare si trovano diversi nervi, fra cui il nervo vago che ha un'azione rallentante sul cuore. Durante le otectomie (il taglio delle orecchie a fini estetici), questo nervo viene stimolato e può provocare complicazioni dell'anestesia. Molti paesi sono contrari a questa operazione e l'hanno proibita; non è più necessaria per l'esposizione e la conferma dei cani di razza.


Il naso e l'olfatto del cane

Un senso estremamente sviluppato. L'olfatto, nel cane, può essere considerato il senso numero uno.
Serve per la caccia, per orientarsi, per la comunicazione fra gli individui e per capire se il cibo gli è gradito. Il cane riconosce il proprietario o la casa più facilmente attraverso l'odore che con la vista. Il fiuto è importante anche nella percezione e l'apprezzamento degli alimenti. Domina anche sul gusto: se all'animale non piace l'odore del cibo, rifiuterà di assaggiarlo.
In confronto a quello umano, l'olfatto del cane è un milione di volte più sviluppato; le cellule cerebrali legate al riconoscimento degli odori sono quaranta volte più numerose nel cervello del cane. Questa grande sensibilità olfattiva è dovuta anche alla superficie recettiva, la mucosa olfattiva, che misura 150 cm2 nel cane contro i 3 cm2 dell'uomo.

• Integrazione delle sensazioni olfattive. La mucosa posa sui cornetti ossei del naso, nel prolungamento delle narici del cane. Questi cornetti sono irregolari e separati dai seni in cui si incanala l'aria inspirata e vengono imprigionati gli odori. Un altro organo situato in fondo alla cavità nasale, l'etmoide è formato anch'esso da cellule sensoriali, è destinato all'olfatto.
Gli odori, a contatto con tali cellule, attivano modificazioni chimiche che trasmettono un messaggio
nervoso: questo, attraverso il nervo olfattivo, giunge alla zona del cervello che tratta l'informazione.

La percezione degli odori varia in funzione della loro composizione chimica, del grado igrometrico dell'aria dell'ambiente e del loro peso molecolare. Una molecola pesante e leggermente solubile in acqua è più facilmente percepita. È su questa base che funzionano icani appositamente addestrati al riconoscimento degli odori, sia di quelli umani (cani da macerie, da pedinamento) che di quelli degli oggetti (droghe, esplosivi, armi... ).


Il gusto nel cane

• Una nozione molto relativa. È strettamente legato all'olfatto, con cui si associa pet valutare l'appetibilità degli alimenti. Le sensazioni gustative si attenuano poco nel cane, che, se è di suo gradimento, può consumare lo stesso alimento tutti i giorni (come d'altronde è consigliato).

• La formazione della sensazione. Il senso del gusto è legato alle papille gustative presenti nelle mucose della lingua, del palato e della faringe. Il cane ha circa la dodicesima parte di questi "captatori di sapore" rispetto all'uomo. Da queste papille partono i nervi glosso-faringei e linguali, che trasmettono al cervello l'informazione nervosa, Quest'ultima, come per l'olfatto, nasce dall'inter zione fra le sostanze chimiche degli alimenti, solubilizzate dalle saliva, e le cellule gustative.

Tatto e sensibilità

• Sensibilità. In questa categoria si possono raggruppare le sensazioni termiche,
tattili e dolorose percepite dalla pelle grazie alle terminazioni nervose che
formano un reticolato molto denso, collegato al midollo spinale e al cervello.
La distribuzione di queste terminazioni nervose è irregolare e varia a seconda
delle parti del corpo.

Caldo e freddo. La sensazione del freddo è più intensa della sensazione del
calore. In reazione a tali sensazioni, si attivano risposte riflesse: con il freddo
l'erezione dei peli, con il caldo l’accelerazione della respirazione per aumentare
l'evaporazione dell'acqua attraverso la lingua.

• Il tatto. Lo stesso tipo di reticolato nervoso esiste per il senso del tatto, concentrato
alla base dei peli. Non tutti i peli sono ugualmente sensibili. Le vibrisse, lunghi peli del muso,
delle sopracciglia e del mento, sono particolarmente ricche di tenninazioni nervose.


Il sistema nervoso del cane

Il sistema nervoso raccoglie informazioni (stimoli) provenienti dal mondo esterno e quelle che si creano l’organismo. Attiva anche inmpulsi che provocano la contrazione dei muscoli volontari e involontari (i muscoli collegati allo scheletro che controllano i movimenti, quelli che fanno parte delle viscere, la secrezione ghiandolare).
Il sistema nervoso è composto da cellule puramente nervose, i neuroni, e di cellule di sostegno che li circondano e che formano la neuroglia.

I neuroni possono essere sia ricettori (quando ricevono uno stimolo), sia trasmettitori (quando inviamo impulsi nervosi), sia associativi quando mettono in comunicazione due neuroni diversi.

Le caratteristiche delle diverse fibre nervose sono la loro eccitabilità e la loro conduttività.
La velocità di conduzione dalla periferia verso il cervello, e viceversa, è approsimativamente di 30m/secondo. I riflessi consistono nella trasformazione diretta, attraverso il sistema nervoso generale, di un’informazione motoria, secretoria o inibitrice, che va dal sistema nervoso fino all’organo interessato dal riflesso in questione; il tutto avviene in un tempo relativamente breve.

Il sistema nervoso centrale

Comprende il cervello, il cervelletto, il bulbo rachideo (nella cavità cranica) e il midollo spinale (nella cavità midollare, che corre lungo tutta la colonna vertebrale). Oltre che dalla protezione ossea che lo circonda, il sistema nervoso centrale è copetto da tre membrane: la dura madre, a contatto con l’osso,l’aracnoide e la pia madre, a contatto diretto con il tessuto nervoso.

Questa protezione, tanto contro i colpi quanto contro le aggressioni interne (tra il sangue e le meningi esiste una "barriera", chiamata emato-encefalica, che resiste a diverse sostanze), è giustificata dal fatto che i neuroni sono cellule che non si'rinnovano: ogni danno è, quindi, irreparabile.

• Il cervello è la sede di diversi centri: motorio, sensoriale, visivo, auditivo, olfattivo, gustativo. È il
centro della memoria e dell'associazione.

•Il cervelletto è la sede dell'equilibrio e della coordinazione motoria.

• Il midollo spinale è un importante centro di riflessi, così come il bulbo rachideo (vomito, salivazione.. ) che è anche il centro dell'automatismo respiratorio, cardiaco e dilatatore/contrattore dei vasi sanguigni.


Il sistema nervoso periferico

È costituito dall'aggregazione delle fibre nervose in nervi che si ramificano simmetricamente per distribuirsi in tutto il corpo. Trasmettono quindi le infomazioni sensoriali dalla periferia ai centri integratori del sistema nervoso centrale (nervi sensoriali), oppure trasmettono gli impulsi generati dal sistema nervoso centrale fino all'organo a cui sono destinati (nervi motori). Molti nervi sono misti e fomati c ontemporaneamente da fibre sensoriali e motorie.

Il sistema nervoso vegetativo

Ha origine da una catena di gangli 'nervosi situati da entrambi i lati della colonna vertebrale. Controlla le funzioni vegetative dell'organismo, quelle il cui controllo non è gestito dal sistema nervoso centrale o periferico. È diviso in due parti, il sistema simpatico e il sistema parasimpatico, con azioni contrarie: a seconda dei casi, azioni attivatrici o inibitrici delle funzioni dei vari organi. Il sistema parasimpatico, per esempio, attiva il transito intestinale, mentre il sistema simpatico lo rallenta.

Il sistema nervoso è coinvolto in molte malattie e in molte interazioni medicinali. I danni possono essere molto variati e richiedono un'ottima conoscenza della materia.

venerdì 20 aprile 2007

Psicologia canina...


Da qualche anno, sempre più, la psicologia comportamentale applicata al mondo della cinofilia, rappresenta un approccio nuovo rispetto alla vecchia concezione di addestramento. Bisogna tuttavia ricordare che le tecniche ormai largamente diffuse nel campo della psicologia umana, derivano dall'osservazione e sperimentazione del comportamento animale e dunque, almeno dal punto di vista teorico, ciò rappresenta per la psicologia un ritorno alle origini. Il punto focale di questa "nuova" concezione consiste nella costruzione del rapporto tra uomo e cane, partendo da una necessaria conoscenza da parte della persona delle modalità istintive di comportamento, delle capacità di apprendimento e del linguaggio dell'animale. Se in passato la parte preponderante era costituita dall'addestramento del cane - spesso in mano ad un conduttore diverso dal proprietario - secondo l'ottica della psicologia canina la parte centrale dell'intervento è basata sull'educazione ed informazione del proprietario (che diventa l'addestratore del proprio cane). Di norma le richieste di intervento riguardano soggetti già in età adulta, che presentano comportamenti considerati indesiderabili dal proprietario (ad es. il cane che morde, che litiga con gli altri cani, che scava buche, che procura danni a casa, ecc.). Questi comportamenti hanno una base genetico - innata ed una componente appresa. E' proprio su quest'ultimo aspetto che la psicologia canina concentra il suo intervento con delle tecniche correttive che vanno dalla desensibilizzazione verso lo stimolo scatenante al condizionamento strumentale mediante rinforzo positivo. Prima ancora di riuscire a dare dei comandi al proprio cane, è essenziale improntare il rapporto tra la famiglia (che diventa il branco per il cane) ed il suo membro a quattro zampe, in termini di coerenza, gerarchia e leadership. Se tali concetti vengono applicati sin dall'ingresso in casa del cucciolo, insieme ad una corretta socializzazione inter e intra specifica, sarà possibile evitare larga parte dei comportamenti problematici riscontrabili in età adulta. Lavorare in tal senso vuol dire quindi lavorare sulla prevenzione e sulla costruzione - anziché correzione - di un rapporto adeguato e soddisfacente per entrambe le parti. Tuttavia la prevenzione inizia ancora prima dell'ingresso in casa del cane, e l'obiettivo si sposta sulla scelta del cucciolo. E' importante riuscire a fare incontrare le aspettative, la reale disponibilità in termini di tempo e di spazi di chi desidera dividere la sua vita per diversi anni con un cane, e le caratteristiche fisiche e caratteriali del soggetto da scegliere. Questo vale tanto per l’orientamento verso il tipo, quanto per il diverso temperamento esistente tra soggetti appartenenti alla stessa cucciolata. Troppi proprietari iniziano il racconto del loro difficile rapporto con il cane dicendo : " Era il più forte dei fratelli, era il più vivace. E' lui che ha scelto me..."

Perchè abbiamo simpatia per i cani?

Se osserviamo la storia, l’Homo sapiens appare su questo pianeta nel 300.000 a.C.(paleolitico inferiore): le sue sviluppate attività cerebrali gli permettevano di lavorare materiali non metallici con notevole abilità; nel 40.000 a.C. (paleolitico medio) le attività dell’Homo sapiens iniziano ad assumere forme più complesse, come le prime raffigurazioni artistiche, non finalizzate soltanto ad aspetti pratici e, soltanto nel 10.000 a.C. (mesolitico), l’uomo inizia ad allevare animali permettendosi così di risolvere le incertezze relative alla caccia. In seguito si svilupperà l’agricoltura, la metallurgia e molto più tardi, nel 3.000 a.C. (età del rame) le prime comunità cittadine.Attualmente si considera attendibile la teoria che attribuisce l’inizio della domesticazione del lupo nel periodo mesolitico, quindi dodicimila anni or sono. Anche se non possiamo affermarlo con certezza, questo animale non è stato allevato per scopi nutrizionali, bensì come aiutante per le sue straordinarie capacità di adattamento e la sua versatilità di impiego.L’essere umano è dunque geneticamente predisposto a convivere con il cane e viceversa: le selezioni da noi effettuate sono strettamente legate alla stessa selezione che abbiamo subito e cioè, che le selezioni controllate dall’uomo sono state realizzate in funzione delle nostre necessità. Da questo si può dedurre che il cane sia il frutto del desiderio umano al limite di ciò che la variabilità genetica ha permesso attraverso la selezione specializzata: siamo in condizione di fissare i caratteri somatici di una nuova razza di cane in sole cinque generazioni; le caratteristiche comportamentali,invece, richiedono un po’ più di tempo per divenire più affidabili in quanto i geni del comportamento, sono influenzati dall’ambiente durante la vita di un individuo.Abbiamo ipotizzato che il cane sia uno di quegli animali allevati dall’uomo con lo scopo di utilizzare determinate capacità di cui noi siamo sprovvisti o che possediamo in misura minore: l’olfatto, la velocità, l’udito, la resistenza alla fatica sono solo alcune delle caratteristiche che fanno del cane un animale a noi “superiore”; l’intelligenza complessa, la “capacità” di astrazione, quella di studiare, analizzare e modificare la materia, quella organizzativa, quella di conservare risorse alimentari, quella di osservazione e non ultima quella di comunicazione e di trasferimento della conoscenza ai posteri, insieme a tante altre particolari specialità, fanno della nostra specie un animale “superiore” a tutti gli altri. Ovviamente il termine “superiore” è relativo ai parametri stabiliti dall’essere umano e quindi ha valenza soltanto dal punto di vista antropocentrico.Nella “Era Tecnologica” gli strumenti acquisiti ed a disposizione della nostra specie, sono decisamente più efficienti rispetto all’aiuto che ci è stato fornito dagli animali da lavoro. Il bue è stato sollevato dal suo incarico di tirare l’aratro, il cavallo non è più un animale da trasporto (di cose o persone) ed anche il cane non avrebbe alcun motivo di vivere in un appartamento ma, i cambiamenti avvenuti in quest’epoca hanno modificato con la stessa decisione la qualità dei rapporti intraspecifici tra gli umani. Nei centri urbani, i Rapporti tra gli uomini sono sempre più difficili e diffidenti e, secondo Lorenz, questo è causato dall’elevato numero di Contatti umani a cui ogni individuo è costretto a sottoporsi quotidianamente. Instaurare un rapporto affettivamente sicuro un cane è tanto facile quanto è difficile anche il solo pensare ad un Rapporto di Coppia duri per sempre.Il cane, come l’uomo, è un animale sociale, gerarchico e territoriale; convivendo con noi da molti millenni si può inserire nei nostri branchi nel rispetto delle nostre regole; ha dimostrato di sapersi adattare facilmente ai differenti ritmi che gli imponiamo e la sua mole è variabile: dai 500 grammi di alcune razze toy, fino ai centoventi chili del mastiff. Queste sono le principali caratteristiche che gli hanno permesso di occupare un posto privilegiato al nostro fianco ed ora, che molti individui proiettano nel cane la realizzazione di un rapporto sicuro, affidabile e stabile, il cane subisce un’ulteriore evoluzione e diviene anche un animale da compagnia e da assistenza.Quanto detto finora vuole evidenziare che in realtà questa sensazione di “simpatia” diffusa, è un aspetto tipico solo delle civiltà occidentali, moderne ed ad alta urbanizzazione, mentre fino a ieri il cane è stato considerato un animale utile, da lavoro ma privilegiato per la sua capacità di inserimento nella vita sociale umana.Per il cane invece è diverso. Quelle fatte finora sono soltanto considerazioni culturali e non sono alla sua portata. Può un cane provare “simpatia”? Per definizione la “simpatia” è un sentimento piacevole nei confronti di un’altra persona di cui si apprezzano il carattere, le qualità etc. Il cane è davvero in grado di selezionare in modo così specializzato i suoi sentimenti? L’empatia, invece, è quel processo psichico che consiste nell’assorbimento diretto dello stato emozionale di un’altra persona e questo mi sembra alla portata di un cane più di quanto non lo sia la simpatia.Il comportamento è l’insieme di atteggiamenti espressi da un individuo in relazione agli stimoli ricevuti. Il comportamento di un cane, all’interno di gruppo umano, è condizionato da una quantità di stimoli diversi rispetto a quelli che riceverebbe dal suo ipotetico ambiente naturale e molti di questi atteggiamenti, si possono osservare soltanto nei cani che vivono a stretto contatto con noi. In particolare l’atteggiamento festoso del cane al momento del rientro di un proprietario è spiegato da due diversi momenti:- Il cucciolo di lupo al rientro degli adulti dopo una battuta di caccia salta cercando di leccare la bocca dei cacciatori al fine di racimolare un po’ di carne; questo comportamento stimola l’adulto a rigurgitare del cibo con il quale il piccolo si sfamerà.- Nel momento in cui un individuo adulto si ricongiunge al branco dopo essersi allontanato, subisce una sorta di controllo del suo stato psicofisico dagli altri componenti del gruppo al fine di rivalutarne la posizione sociale.Il cane che salta addosso alle persone che rientrano in casa cercando di baciarle sulla bocca sono animali che non hanno avuto una crescita psicologica corretta e mantengono un comportamento infantile (neotenìa) legato alla richiesta di cibo; quelli che salutano scodinzolando, senza saltare, ma annusando gli abiti, sono individui che svolgono il loro normale ruolo di individui adulti che controllano la condizione psicofisica dell’elemento che rientra nella tana.Con questo non voglio affermare che i cani non sono in condizione di provare emozioni nei confronti di un altro individuo; l’espressioni di gioia, contentezza, allegria, sicurezza, tristezza, dolore, ansia, paura, e quant’altro sono facilmente identificabili nello sguardo di un cane ed un esame obiettivo ci fa pensare che la personalità di questo animale è ricca di sentimenti, ma il valore che il cane attribuisce a queste emozioni è sicuramente diverso da quello che potremmo attribuirgli noi umani.Il cane potrebbe provare simpatia ed empatia nei nostri confronti perché la sua sopravvivenza è garantita dal cibo che gli offriamo, dalla sicurezza che gli offre appartenere ad un branco umano e dalla possibilità di usufruire di un territorio ben protetto; la gioia che esprime al momento in cui una persona tenta di interagire con lui è relativa al tipo di rapporto che ha, od ha avuto, con gli esseri umani. I miei cani, quando rientro a casa, mi salutano per pochi secondi e poi riprendono le loro normali attività (la principale è dormire), ma ne ho visti altri scatenarsi per periodi piuttosto lunghi (anche cinque minuti) lasciandosi andare a salti sulla persona, mugugni ed ululati, abbai, corse sfrenate etc. solo perché il proprietario era uscito per dieci minuti. Questo non è un comportamento sano e non è neanche simpatia; questo è un comportamento problematico rapportato all’ansia che si genera in quel cane, dal momento del distacco fino al rientro del proprietario. Provate ad immaginare che al vostro rientro in casa vostro figlio inizi un rituale, che si ripete ogni volta, di gioia protratta per dieci minuti che non vi permette di salutare il vostro partner e che vi si incolli addosso e vi baci continuamente. Dopo quanti giorni sareste da uno psicologo bravo a parlargli di vostro figlio?Il cane ha bisogno dell’essere umano per riuscire a sopravvivere e questo è il motivo principale per cui dipende da noi e ci rispetta. Analizzando il caso in modo più ampio, osserviamo che attualmente il dingo australiano è l’unico cane che riesce a sopravvivere ed a riprodursi senza l’aiuto dell’uomo e sia gli individui appartenenti a questa particolare razza, sia i cani rinselvatichiti, non nutrono particolare “simpatia” per la nostra specie al punto da evitare qualsiasi contatto con noi.

Valutazioni sul cucciolo

Dopo aver sinceramente valutato quali siano le motivazioni che ci spingono ad accogliere un cane nella nostra casa, è giunto il momento di decidere che tipo di cane vogliamo.Pur non potendo prescindere dalle emozioni che qualsiasi cucciolo inevitabilmente ci suscita, o da personali preferenze estetiche, riteniamo doveroso proporre una riflessione sulla concordanza fra le nostre esigenze e quello che il cucciolo diventerà quando sarà adulto.Un cane di razza ha una personalità adulta più prevedibile rispetto ad un cane fantasia. Naturalmente, se si conoscono i genitori e l'allevatore del cucciolo meticcio il rischio è attenuato. Altrimenti, sarebbe meglio chiedere una consulenza, se non si è degli esperti.Le informazioni sul temperamento delle razze sono spesso " di parte " (libri scritti dagli allevatori stessi) o tratte da standard generici che dicono in realtà poco o niente. Sarebbe più opportuno parlare con chi ha esperienza quotidiana con cani diversi e nessun pregiudizio o interesse (ad es. i veterinari). Il metodo più diffuso per costruire i profili di personalità delle varie razze ci viene da B. e L. Hart, tramite la combinazione di 3 caratteristiche principali:aggressività, reattività (eccitabilità, prontezza di reazione agli stimoli), addestrabilità. Se ad esempio volete un cane da coccolare senza problemi di atteggiamento di dominanza, evitate i cani da guardia e da difesa e orientatevi possibilmente su una femmina. Siete costretti ad assentarvi per esigenze quotidiane diverse ore da casa e avete bisogno di un compagno autonomo, che possa restare da solo per periodi abbastanza lunghi? In questo caso i cani da guardia, ed in particolare le razze nordiche fanno per voi, a patto di prevedere qualche sacrificio in più per educarli ed evitare la dominanza.I cani da pastore sono cani da lavoro, vigili e reattivi. Questo vuol dire che apprendono facilmente e altrettanto velocemente si annoiano. Non sono i compagni adatti per chi lascia il cane a se stesso o è semplicemente una persona pigra. Famiglia numerosa e caotica? Bisogno di consolazione dopo un lutto o una separazione? Se vi riconoscete in una di queste definizioni, optate per un cane placido che sia in grado di sopportare lo stress. A volte le persone preferiscono prendere un cane già adulto, per avere subito un compagno più posato, che non produca danni in casa, distruzioni in giardino. Ciò è particolarmente vero per le persone anziane. In questi casi è utile la consulenza di un esperto per non rischiare di portare a casa un cane con problemi comportamentali molto evidenti. Se raccogliete un cane randagio o lo prendete dal canile, avrete sicuramente compiuto un atto d'amore disinteressato e generoso: prevedete però di dover inevitabilmente affrontare possibili ansie da separazione e cattive abitudini da correggere. Una volta individuata la tipologia canina più adatta a noi, il passo successivo consiste nel vedere la cucciolata, e scegliere tra quegli esserini, apparentemente tutti uguali, quello che sarà il nostro compagno.

Una volta arrivati davanti alla cucciolata, è altamente probabile che torneremo a casa in compagnia di un cucciolo. L'impatto emotivo che questi esserini hanno su di noi è particolarmente travolgente. E' quindi particolarmente difficile scegliere un soggetto analizzando obiettivamente le sue caratteristiche caratteriali.Eppure la maggior parte delle storie che i proprietari disperati per i problemi comportamentali del loro cane ci raccontano, hanno in comune l'inizio: una scelta basata solo su sensazioni dettate dall'emozione del momento. "E' stato il primo a venirci incontro", "Era tanto dolce, timido e se ne stava in disparte": questi sono solo due esempi di esperienze possibili, la prima con un cane che presto si è rivelato dispotico, la seconda con un cucciolo introverso e pauroso.Occorre ribadire una volta per tutte che i cuccioli non sono tutti uguali neanche se appartenenti alla stessa cucciolata. Sarebbe come pretendere che i nostri figli siano tutti uguali!Spesso si tende a chiedere un maschio: questo perché normalmente sono i soggetti più grossi, più belli e si propongono con maggiore sicurezza.In genere però, da adulti sono tendenzialmente i maschi a presentare comportamenti legati ad aggressività da dominanza, marcatura del territorio, fughe per cercare femmine.Di contro, le femmine sono maggiormente soggette a problemi di introversione e paura.Alcune di esse diventano più nervose ed eccitabili con il calore, ma in generale inducono nel maschio comportamenti indesiderati e di difficile controllo.In sostanza il proprietario della femmina dovrà solo fare attenzione che non avvengano accoppiamenti indesiderati in alcuni giorni del calore; di contro, il proprietario del maschio dovrà prevedere molte "defezioni" da parte del suo cane non appena questi sente "odore di femmina" (tenere presente che l'odore di una femmina in calore viene percepito da un maschio fino ad una distanza di 5 Km!).Per cominciare a differenziare i cuccioli tra loro, due sono gli elementi che possiamo subito osservare: il gioco tra loro e l'impatto con noi.Attraverso il gioco, già a partire dalla quinta settimana di vita, i cuccioli iniziano a stabilire un ordine gerarchico tra loro.Attraverso la lotta ritualizzata, i cuccioli apprendono i comportamenti di dominanza e sottomissione essenziali per tutta la durata della loro vita alla comunicazione con i propri simili. E' questo il motivo per cui cuccioli separati prematuramente dal resto della cucciolata presentano problemi di relazione con altri cani, come se non sapessero leggere i messaggi altrui e a loro volta inviare delle comunicazioni rispetto alle loro intenzioni.I ruoli tra cuccioli equilibrati devono essere inter scambiabili nel gioco: un momento uno è vittima, il momento dopo lo stesso è aggressore.Dobbiamo fare attenzione a quei soggetti che nel gioco non accettano il ruolo di vittima, e che danno l'impressione di essere "attaccabrighe": ci troviamo di fronte ad un soggetto tendenzialmente dominante.Allo stesso modo, un cucciolo che partecipa raramente al gioco, che resta isolato rispetto ai fratelli o che viene sempre "attaccato" dagli altri, non sarà probabilmente un cane sicuro di sé e un grande compagnone con i suoi simili.Anche l'atteggiamento nei nostri confronti può dirci molto sull'indole del cane: idealmente la presenza di un visitatore estraneo dovrebbe generare nei cuccioli curiosità e attenzione, mai paura o aggressività.Generalmente è sempre il "prepotente" a venirci incontro per primo: è il più forte e si sente chiamato in causa a controllare la novità. Gli altri lo seguiranno, o se paurosi resteranno in disparte o scapperanno in direzione opposta.I piccoli "capi" sono quelli che spesso inducono simpatia, i "timidoni" tenerezza e voglia di protezione: tenete presente che in ambedue i casi occorre essere proprietari preparati ad affrontare difficoltà.

Negli articoli precedenti abbiamo osservato la cucciolata nel suo insieme ed abbiamo individuato diverse tipologie comportamentali. Quello che molti non sanno, è che è possibile prevedere entro certi termini quello che sarà il carattere di un singolo soggetto mediante dei test. Quello di Campbell è integralmente riportato in un post di questo blog. L'applicazione di queste prove e soprattutto la valutazione dei risultati richiede però la presenza di un esperto, e il limite del test è dato dall'influenza ambientale, cioè da quello che il cucciolo imparerà nella sua nuova casa nelle successive settimane.La condizione per avere risultati attendibili è che i cuccioli vengano esaminati in un ambiente sconosciuto e da un esaminatore estraneo uno alla volta. Di conseguenza bisogna prevedere un tempo ragionevolmente lungo in relazione al numero di cuccioli da esaminare.La prima cosa che andremo a valutare è l'attrazione sociale, cioè che tipo di "propensione" ha il cane verso l'uomo. Le prove consistono nell'accovacciarsi e invitare il cucciolo a venire da noi e successivamente nell'allontanarsi camminando lentamente per vedere se il soggetto ci segue.Idealmente il piccolo dovrebbe venire dall'esaminatore con fiducia e seguirlo da vicino mentre questi cammina. Questo ci da la misura di quanto quel cucciolo accetti la guida umana e sia pronto a legarsi al proprietario.Analogamente, il rapporto con l'uomo, viene valutato anche avvicinando frontalmente il viso al cucciolo seduto. La reazione di questi, sia essa di attrazione o di paura, ci darà un indizio dell'impressionabilità del cane ad un contatto ravvicinato con noi.Proviamo ora a lanciare vicino al cucciolo un oggetto leggero (come una pallina di carta) e osserviamo cosa fa: insegue la pallina e la acchiappa, la annusa dopo essersi avvicinato lentamente o la ignora?A secondo dei casi possiamo avere un cane curioso e con un forte istinto predatorio, oppure difficile da coinvolgere e scarsamente interessato a stimoli esterni.Un parametro importante da valutare è quello del grado di dominanza o di sottomissione di quel cucciolo e conseguentemente di quanto e come può essere addestrato.In parole povere andremo a valutare quanto il cane sia disposto ad accettare i comandi ed assumere il ruolo di sottomesso in seno alla famiglia che lo accoglierà. Le prove del test in questione sono quelle "del sollevamento" e "della sottomissione".Nel primo caso si solleva ad un palmo da terra (le zampe non devono toccare il suolo) intrecciando le dita sotto il torace del cane per un tempo di 30 secondi. Se il cucciolo inizia subito a divincolarsi, abbaiare, cercare di mordere le mani dell'esaminatore senza smettere per tutta la durata del test, saremo davanti ad un soggetto poco docile, sicuramente attivo e sicuro di ssé Al contrario se dopo qualche tentativo di ribellione, si quieta, dimostrando di accettare la situazione nuova, abbiamo un soggetto equilibrato.La mancanza totale di reazione è propria di un cane introverso ed eccessivamente sottomesso.La seconda prova consiste nel ribaltare delicatamente il cucciolo sul dorso e tenerlo fermo in questa posizione con una mano sul torace per 30 secondi. Anche in questo caso le reazioni del cucciolo ci daranno informazioni sull'accettazione della dominanza da parte dell'uomo.L'ultimo test da effettuare analizza la reazione del cane ad un rumore improvviso e inconsueto. Occorre posizionarsi dietro al cucciolo e battere forte le mani o scuotere una lattina contenente un sasso.Il piccolo è incuriosito e cerca la fonte del rumore o al contrario abbaia o scappa?La prima reazione è ovviamente la più desiderabile, viceversa si tratta di un soggetto eccitabile (che abbaierà al minimo rumore) o pauroso (che potrebbe sviluppare la fobia dei temporali).E' ovvio che gli esempi da noi riportati sono solo una parte delle molteplici sfumature che può assumere il comportamento di un cane. E' per questo motivo che l'esame per prevedere il carattere futuro del cucciolo deve essere affidato a consulenti esperti, che sapranno consigliare il cucciolo che meglio si adatterà alle nostre esigenze e condizioni di vita.

Educazione cinofila, dog & cat sitting, pensione in famiglia

CORSI DI EDUCAZIONE PER CUCCIOLI DAI 2 AGLI 8 MESI

Il corso base prevede l'insegnamento di esercizi quali: seduto, terra, resta, richiamo, lascia quello che hai in bocca, condotta al guinzaglio senza tirare, attenzione, controllo dell'iniziativa. Inoltre, al proprietario verranno fornite informazioni utili a saper decifrare ogni comportamento del proprio animale.

Per informazioni scriveteci una email cliccando sul cagnolino a sinistra.


PER TUTTI COLORO CHE CI SCRIVONO RICORDIAMO CHE NON RISPONDIAMO A DOMANDE INERENTI PROBLEMI DI SALUTE DEL CANE, PERCHE' NON SIAMO VETERINARI. GRAZIE.


Realizziamo ritratti del vostro animale preferito. Potete vederne qualche esempio qui. Contattateci per maggiori informazioni.


Eseguiamo anche traduzioni di documenti da e nelle lingue seguenti : inglese-italiano-francese.

Traduzioni assicurate da un traduttore professionista laureato. Qualità e professionalità garantite.

Contattateci per un preventivo gratuito.