sabato 6 ottobre 2007

Pet-Therapy: in classe con i disabili

Per il diploma di dottore a Fido bastano solo due anni
Due Golden RetrieverCani da pet therapy non si nasce ma si diventa. Per il titolo di "dottore" anche i nostri amici a quattro zampe devono studiare. Decisamente innovativi in questo campo sono i corsi dell' Ancapet, patrocinati dal Senato e dall'Università di Sassari. La sfida si chiama I disabili, il cuore della classe, e prevede la presenza di disabili nella formazione di operatori e cani e inoltre consente agli animali di abituarsi a posture, gestualità, toni di voce diversi.Cani a scuola fin da cuccioli - Le predisposizioni caratteriali sono fondamentali per diventare animali da pet therapy. Sono spesso privilegiati Labrador e Golden Retriever: la razza dà la garanzia di un'attitudine ma non è escluso che possa esservi predisposto un meticcio. "Già a due mesi - spiega il fondatore dell'Ancapet, Luigi Polverini, - i cuccioli devono imparare i primi rudimenti, l'educazione e il metodo di apprendimento. La novità del corso sta anche nell'approccio zooantropologico. L'animale è visto nella sua capacità terapeutica e nella possibilità di attivare benefici nel fruitore". Cani "dottori" in due anni - Dopo due anni di tirocinio i cani sono abilitati a svolgere la disciplina nata negli Stati Uniti e portata in anni recenti in Europa. Gli animali lavorano principalmente su persone con patologie precise: autismo, depressione, anoressia e bulimia, fobie. E i risultati sono sorprendenti. "Ma la pet therapy - precisa l'etologo - va considerata sempre come una co-terapia, un ausilio alle cure prescritte dal medico". Il cane da assistenza - In cosa si differenzia il cane da pet therapy da quello da assistenza? La formazione inizialmente è la stessa, mentre si distingue nella parte finale. Inoltre l'animale da pet therapy generalmente vive con l'operatore. Quello da assistenza vivrà con il disabile, aiutandolo nel quotidiano. Cosa sono in grado di fare questi assistenti a quattro zampe? "Innanzitutto, e non è poco, non ti giudicano per il tuo stato - afferma l'etologo -. Poi svolgono i compiti più incredibili: aprono il frigorifero, prendono la cornetta del telefono, accendono la luce, ti aiutano a rialzarti se cadi o a vestirti, così come sono capaci di attivare un salvavita (tipo quelli che si appendono al collo)". I futuri operatori - La formazione degli operatori dura un anno e alla scuola si accede attraverso un test. Le materie di studio sono diverse: dalla psicologia alla veterinaria. Nelle lezioni pratiche i cani vengono portati dai disabili e dai normodotati nei centri commerciali o in metropolitana perchè è nei luoghi affollati che gli animali devono dare il meglio ed imparare a gestire situazioni che si ritroveranno ad affrontare in futuro. Alla fine del corso gli aspiranti operatori presentano un progetto: una commissione ad hoc deciderà se sono pronti ad operare in questo settore del sociale. (Da tiscali.animali.it)

Cani e gatti nei luoghi pubblici

Ecco la differenza tra paesi più o meno civili
Pochi giorni fa, mi trovavo in fila alla cassa di un supermercato. Mi accorgo che si è formato un capannello di persone attorno a un passeggino tenuto stretto da un'anziana signora. Mi avvicino al gruppetto, un po' per vedere se occorre aiuto e un po' per curiosità. La "nonna" sta apparentemente bene e dimostra una buona situazione neuronale perché discute, mediante un invidiabile eloquio, con una cassiera che fatica ad arginare un torrente di parole, espresso in modo civile quanto autoritario.
A questo punto non mi resta che dare un'occhiata all'oggetto del contendere. Tra panni e copertine, spunta un piccolo musetto con due orecchie pelose che sgrana gli occhi senza profferire verbo. D'altronde difficilmente avrebbe potuto prendere parte alla discussione, e non tanto per l'età, quanto perché più che abbaiare non gli sarebbe uscita parola alcuna dalla gola. Si trattava infatti di un minuscolo Yorkshire, straniero senza permesso di soggiorno in quel luogo dove, sulla porta d'entrata, abbondano i cartelli con una barra rossa sulla silhouette di un cane: "Io non posso entrare".
Quando l'anziana esce, la raggiungo e scambio due parole. Si tratta di un'insegnante universitaria in pensione, che vive sola attanagliata dalle sue artrosi. Mi spiega: "Dove lo lascio il cane, quando vado a fare la spesa? Lo lego in strada al palo che sostiene il cartello del divieto di parcheggio? Sa, io ne approfitto per fargli fare i suoi bisognini (e mi mostra sacchetto e paletta) e fare la spesa in un'unica uscita. Ho due piani di scale da fare e le assicuro che, per le mie articolazioni, è un vero tormento. Cosa sosterrebbe a questi colossi della distribuzione mettere all'entrata pochi box sorvegliati, dove potere "parcheggiare" il proprio cane?"
Il problema dell'accettazione di animali domestici, all'interno di luoghi e mezzi pubblici, sale, ogni tanto, agli onori della cronaca magari quando c'è di mezzo una persona nota. Il recente episodio di Belle, il cane della mamma di Serena Grandi, rappresenta un esempio illuminante. Belle, un piccolo Carlino di 9 Kg, aveva un biglietto per viaggiare, accanto alla sua proprietaria, su un bus che partiva da Bologna e arrivava a Napoli. A Napoli ci è arrivata, morta purtroppo perché l'autista si è rifiutato di prendere il cane a bordo, se non stivato nel bagagliaio tra valige e zainetti, dove un colpo di calore ha messo fine alla sua vita e ha ferito gravemente la signora Faggioli in uno dei suoi più profondi affetti. Il bus era mezzo vuoto e dotato d'aria condizionata.
Posso capire che vi siano luoghi pubblici dove debba essere interdetta l'entrata per gli animali domestici, ma rimane incomprensibile, per un paese civile, questa sorta di atavico terrore nell'ospitare i cani in esercizi commerciali, ristoranti, alberghi, spiagge, taxi, bus, treni e aerei, anche quando gli animali sono bene educati, come i loro proprietari. In Germania, Austria, Svizzera, Francia, nessuno si scandalizza se un barboncino dormicchia sotto il tavolo del ristorante. Qui esce immediatamente il proprietario che farfuglia, quasi tarantolato, di malattie, pericoli e improbabili tragedie. Anche da questi comportamenti si nota la differenza tra paesi più o meno civili.
Oscar Grazioli (Da tiscali.animali.it)

Educazione cinofila, dog & cat sitting, pensione in famiglia

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Il corso base prevede l'insegnamento di esercizi quali: seduto, terra, resta, richiamo, lascia quello che hai in bocca, condotta al guinzaglio senza tirare, attenzione, controllo dell'iniziativa. Inoltre, al proprietario verranno fornite informazioni utili a saper decifrare ogni comportamento del proprio animale.

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PER TUTTI COLORO CHE CI SCRIVONO RICORDIAMO CHE NON RISPONDIAMO A DOMANDE INERENTI PROBLEMI DI SALUTE DEL CANE, PERCHE' NON SIAMO VETERINARI. GRAZIE.


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