Lo scheletro è l'ossatura del cane: un insieme di ossa collegate fra loro per mezzo delle articolazioni.
Quest'ultime sono di diversi tipi, a seconda dell'ampiezza di movimento permessa
fra due ossa: alcune sono completamente fisse (ossa craniali), altre permettono
movimenti tridimensionali (articolazione fra il cranio e la colonna vertebrale)
La mobilità dello scheletro è garantita dai muscoli striati che, tramite i tendini, si inseriscono
sulle diverse ossa; la loro contrazione provoca i movimenti delle strutture ossee le
une rispetto alle altre, come per i movimenti di flessione e di estensione.
Le contrazioni muscolari sono regolate dai nervi attraverso il sistema nervoso centrale: il
cervello e il cervelletto per i movimenti volontari, il midollo spinale per i riflessi.
I neuroni coinvolti nel comando dei movimenti sono chiamati motoneuroni, mentre i neuroni sensitivi trasmettono le informazioni al cervello.
Il cane ha tre o quattro andature, più o meno sviluppate a seconda della razza: passo, trotto,
galoppo, ambio. In generale è molto bravo nel salto e mediamente bravo nel nuoto;
anche in questo campo, naturalmente, sono sempre presenti differenze fra le varie razze.
Lo scheletro e le ossa
su essa si innestano 13 costole, l0 delle quali sono collegate dallo sterno e formano la cassa toracica. Il cranio si articola alla prima vertebra cervicale, l'atlante, a forma di ricettacolo; quest'ultima si
articola con la seguente, l'epistrofeo, che ha forma di perno, in modo tale che la testa può muoversi
tutt'intorno all'asse formato da queste due vertebre.
• Gli arti posteriori, vero sistema propulsivo del cane, sono collegati al bacino a livello dell'articolazione
dell'anca; il bacino è unito alla colonna da un sistema di legamenti complessi. Gli arti anteriori,
meno coinvolti nella propulsione, sono semplicemente uniti alla colonna toracica dalla scapola e dai
muscoli adiacenti.
• Le ossa sono costituite da una struttura fibrosa calcificata. La calcificazione si verifica progressivamente nel corso della vita fetale e della crescita; poiché quest'ultima è molto lunga nelle razze di grandi dimensioni, occorre una particolare attenzione all'apporto di calcio fornito con l'alimentazione, per evitare sia carenze che eccessi.
Il calcio osseo costituisce, per tutta la vita del cane, una riserva che aumenta o diminuisce a seconda del tasso ematico di calcio, che deve restare costante. La parte centrale delle ossa contiene il midollo osseo, un tessuto spugnoso che fabbrica i globuli sanguigni.
Le articolazioni e i muscoli
• Le articolazioni. Sono diverse a seconda dei movimenti che permettono: la semplice sutura che non permette alcun movimento (ossa del cranio), la sinfisi cartilaginea che permette un lievissimo gioco fra due "strutture ossee (sinfisi pubica), la vera e"propria articolazione, in cui le superfici implicate sono ricoperte di cartilagine ialina e di una capsula comune alle due articolazioni.
Questa capsula forma una cavità contenente un liquido viscoso, la sinovia, che ha per la cartilagine
una funzione sia nutritiva che lubrificante. La cartilagine è un tessuto molto fragile che non si rigenera in seguito alla sua distruzione, da cui l'importanza di questa doppia protezione sinoviale. Spesso la capsula articolare è circondata da un guscio fibroso e da numerosi legamenti che rinforzano la contenzione articolare. Se due estremità ossee non sono strettamente complementari, un disco o menisco cartilagineo complementare può inserirsi tra le due superfici articolari (articolazione del ginocchio).
Sono costituiti da un insieme di cellule contrattili, che sono collegate tra loro da membrane e che formano fasci muscolari; tali fasci terminano fondendosi e formando tendini fibrosi che si
attaccano sulle zone di inserzione ossea. Le cellule contrattili sono costituite da sostanze particolari che permettono loro di accorciarsi: ciò produce, su scala muscolare, la contrazione. Questa necessita dell'energia apportata dal flusso sanguigno, immagazzinato e metabolizzato a livello cellulare. Questa contrazione è determinata da un segnale nervoso; la giunzione tra la cellula nervosa e la cellula muscolare si chiama placca motrice. È un sistema complesso che permette la trasformazione dell'informazione nervosa in contrazione muscolare. Il sistema muscolare è dunque collegato molto strettamente al sistema circolatorio e a quello nervoso; un'alterazione dell'uno o dell'altro implica ripercussioni molto rapide sull’apparato locomotore.
MUSCOLI SUPERFICIALI
1) Ghiandola parotidea
2)Ghiandola mandibolare
3)Brachiocefalico
4) Sternocefalico
5) Trapezio
6) Grande dorsale
7) Addominali
(muscolo obliquo
esterno dell'addome)
8) Gluteo
9) Muscoli della coda
10) Tensore della fascialata
11) Bicipite femorale
12) Semitendinoso
13) Gastrocnemio
14)Muscoli f1essori delle dita
15) Tendine calcaneale comune
16) Lungo estensore delle dita dei piedi
17) Muscolo tibiale anteriore
18) Muscoli intercostali esterni
19) Pettorale ascendente
20) Flessore del carpo
21) Muscolo estensore del carpo
22) Muscoli estensori delle dita
23) Muscolo estensore del carpo
24) Bicipite brachiale
25) Pettorali
26) Tricipite brachiale
27) Deltoide
28) Omoioideo
29) Orbicolare della bocca
30) Zigomatico
31) Elevatore naso-Iabiale
32) Massetere
33) Orbicolare
34) Temporale
La pelle
La pelle, in senso lato rappresenta il confine tra l'organismo e
l'ambiente esterno. Include due strutture: la pelle vera e propria,
cioè una struttura cheratinizzata, e i suoi annessi (peli, diverse ghiandole).
LA PELLE HA UNA STRUTTUR CHERATINIZZATA
Nello spessore della pelle esistono tre strati diversi:
• L'epidermide che è formata da uno strato basale di cellule in divisione
e di cellule che producono melanina (pigmento responsabile del colore
della pelle); di uno strato chiaro (due o tre strati di cellule) molto spesso
a livello del tartufo e dei cuscinetti. Si tratta di cellule generate dalle divisioni
precedenti e di macrofagi (responsabili della "pulitura" dagli elementi
estranei; di uno strato granuloso dove le cellule si appiattiscono; di uno
strato corneo composto da cellule molto appiattite, senza più nucleo, che
contengono molta cheratina; di uno strato superficiale dove le cellule si
squamano.
• Il derma, separato dalla struttura precedente da una lamina basale, e che
rappresenta uno spesso strato della pelle: da 1,3 mm sulla schiena fino
a 2,5 mm nei cuscinetti. Contiene fibre elastiche e collagene, che assicurano
l'elasticità e la resistenza della pelle.
• L'ipoderma forma lo strato più profondo, ricco di adipociti (cellule
adipose)
Solo il derma e l'ipoderma sono vascolarizzati e innervati; ricevono quindi
le informazioni provenienti sia dall'esterno che dall'interno.
le diverse funzioni della pelle
• Funzione di barriera: impedisce la fuoriuscita di alcuni elementi, come l'acqua, gli ioni e le macromolecole; contemporaneamente non permette l'ingresso dell'acqua, di alcune molecole e dei batteri.
Occorre sapere che le cellule dell'epidermide possono saturarsi d'acqua e, a quel punto, permettere la penetrazione di alcune molecole; questo sistema è utile con le medicazioni umide. La barriera è anche di tipo meccanico: offre così protezione da varie aggressioni, come quella degli infrarossi (intervento degli strati superficiali), degli ultravioletti (i peli e la pigmentazione) e degli agenti biologici.
• Funzione di scambiatore di secrezioni: il sudore e il sebo. Il sudore proviene dalle ghiandole apocrine ed esocrine (queste ultime si trovano esclusivamente sul tartufo e nei cuscinetti plantari); questa funzione, nel cane, sembra assicurare unicamente il raffreddamento cutaneo locale. Il sebo è prodotto dalle ghiandole sebacee a livello dei follicoli piliferi, e serve da protezione contro i batteri.
Scambiatore anche per l'assorbimento dei medicamenti o di sostanze tossiche come, per esempio,
l'alcol; ma anche delle vitamine liposolubili, degli ormoni sessuali, eccetera.
Rende infine possibili gli scambi termici, trasferendo il calore quando vi sono variazioni di temperatura.
• Funzione metabolica: la pelle interviene nell'immagazzinamento dei grassi grazie agli adipociti dell’ipoderma ma anche, in piccolissima parte, nella sintesi della vitamina 03, per l'azione degli ultravioletti sugli strati superficiali.
• Funzione sensoriale: attraverso le terminazioni nervose siruate nel derma e nell'ipoderma, la pellepuò trasmettere all'organismo informazioni riguardanti la temperatura, la pressione, il dolore o anche il contatto con un oggetto.
Gli annessi della pelle
Sono costituiti da diverse formazioni:
• I follicolo piliferi, costituiti da un pelo con la sua guaina, da una ghiandola sebacea e da un muscolo erettore, responsabile dell'erezione del pelo.
• Le ghiandole sudoripare: quelle apocrine sono situate nel derma profondo; il loro canale sbocca a
valle della ghiandola sebacea. Sono presenti in tutto il corpo. Quelle esocrine si trovano alla congiunzione dell'ipoderma e del derma profondo; sono soltanto nei cuscinetti plantari e nel tartufo.
Il loro canale sbocca a livello dell'epidermide, indipendentemente dai follicoli piliferi.
• Le altre ghiandole comprendono le ghiandole anali, che servono alla marcatura del territorio, e le
ghiandole sub-caudali, situate sopra la base della coda.
Struttura del sistema pilifero del cane
La densità dei peli dipende dalla razza e dall'età. Più il pelo è morbido, più aumenta la densità: il Pastore tedesco, per esempio, possiede da 100 a 300 gruppi di follicoli per cm2 mentre un cane dal pelame più morbido può avere da 400 a 600 gruppi per cm2.
Il numero di gruppi follicolari è già determinato alla nascita; nel cane giovane, però, sono presenti solo i peli principali (o peli di borra), motivo della ben nota morbidezza. L'angolazione dei peli rispetto alla pelle diminuisce durante la crescita, fino ad arrivare a circa 45° nell'adulto.
Il colore del pelo è determinato geneticamente dalla dominanza di un colore in rapporto ad un altro o più altri.
Ciò spiega la variata tavolozza di colori nei cani e la specificità delle macchie in certe razze; le macchie del Beagle, per esempio, non hanno nulla a che vedere con quelle del Pastore Tedesco.
Chi non ha mai spazzato un grosso ciuffo di peli dal tappeto, all’inizio dell’estate?
I peli, effettivamente, non sono eterni. Esiste un’attività ciclica che comporta la perdita di peli: è la muta. Nel cane, come negli animali selvatici, esistono due mute all’anno, che producono il pelame estivo e quello invernale.
Questa stagionalità è spiegabile con l’attività dei follicoli piliferi, divisa in tre fasi:
Il catagen: fase di riposo; la crescita si arresta e la guaina regredisce.
Il telogen: il follicolo si riduce fino all'orifizio delle ghiandole sebacee, la base del pelo si restringe
a cono, poi cade. Un altro pelo inizia l'anagen, percorrendo lo stesso canale del suo predecessore.
Naturalmente i peli non cadono rutti allo stesso tempo: la muta procede progressivamente, dalla parte posteriore dell'animale verso quella anteriore. Il pelo invernale è molto più folto di quello estivo, per proteggere l'animale durante i grandi freddi.
Tali cambi di pelame non avvengono all'improvviso. La causa determinante principale della muta sembra essere il fotoperiodo (la durata della luce in rapporto all'oscurità): l'allungarsi delle giornate provocherebbe la muta primaverile, il loro accorciarsi quella autunnale. Si ritiene che i cambi di temperatura influenzino soprattutto la densità del pelame e la velocità di rinnovamento dei peli, ma che non siano il fattore principale di attivazione della muta.
Anche se i peli cambiano, il mantello di un cane mantiene il suo colore, nonostante l'apparizione di .
peli bianchi sul muso nei più anziani. Non bisogna dimenticare di prestare cure regolari al pelame del cane, per evitare le patologie.
La digestione
DISPOSIZIONE DELLA CAVITÀ ORALE
1. Cavità propria della bocca
2. Dente carnassiale
3. Dorso della lingua
4. Ghiandola zigomatica
5. Sezione del muscolo temporale
6. Ghiandola parotidea
7. Dotto parotideo
8. Ghiandola sublinguale
9. Ghiandola mandibolare
10.Faringe
11.Esofago
12. Muscolo sternotiroideo
13. Muscolo sternoioideo
14. Dotto mandibolare
15. Sezione del muscolo digastrico
16. Ghiandola sublinguale
17. Dotto della ghiandola sublinguale
18. Ghiandola sublinguale
19. Mandibola
20. Labbro inferiore
21. Labbro superiore
CONFORMAZIONE INTERf\lA
DELLO STOMACO
Cardias -2. Piloro
Grazie alla digestione, il cane può disporre degli elementi nutritivi (le molecole diretta
mente utilizzabili dalle cellule) quando ingerisce alimenti di natura molecolare troppo complessa per poter essere assorbiti nell'intestino e utilizzati dalle cellule.
Il tubo digerente del cane è, quindi, totalmente rivolto alla semplificazione molecolare
degli alimenti (glucidi, lipidi e protidi) e all'assorbimento degli elementi nutritivi. Può essere diviso in tre sezioni anatomiche: la prima, ingestiva, comprende la lingua, i denti, le ghiandole salivari, la faringe e l'esofago; la seconda, digestiva, comprende lo stomaco, l'intestino tenue, l'intestino crasso e le ghiandole annesse (fegato e pancreas); la terza, escretiva, comprende l'estremità dell'intestino crasso e il canale anale.
L'ingestione degli alimenti
• La bocca. Il cane ingerisce il suo cibo prendendolo con le fauci. Come in tutti i carnivori, i denti dei canidi sono specializzati in rapporto alloro ruolo nella masticazione. Al giorno d'oggi, tuttavia, sia quando i suoi alimenti sono preparati in casa sia quando sono di tipo industriale, il cane domestico non fa altro che ingoiare il cibo; praticamente non gli applica una predigestione meccanica. Le ghiandole salivari, in numero pari, immettono nella cavità boccale la saliva, che, grazie ai suoi componenti acquosi e mucosi, permette di umidificare gli alimenti e di facilitare il loro transito nell'esofago. Al momento della deglutizione, la lingua spinge gli alimenti nell'orofaringe, l'epiglottide si chiude (impedendo così che gli alimenti entrino nella trachea) e il cibo si dirige verso l'esofago.
• L'esofago. Il sopraggiungere del resto del pasto e le contrazioni muscolari dell'esofago sospingono gli alimenti attraverso il torace e il diaframma fino allo stomaco, attraverso la parte chiamata cardias.
La digestione degli alimenti
Gli alimenti sono costituiti da tre tipi di molecole:
i glucidi, i protidi e i lipidi. La digestione
di ciascuno di essi mette in gioco meccanismi
ed enzimi diversi in parti distinte del tubo digerente.
È interessante notare, a questo livello, le differenze esistenti in rapporto
alle dimensioni del cane: se il tubo digerente
di un cane di piccola taglia rappresenta il 7%
del suo peso corporeo, questa percentuale
scende circa al 3 % per un cane di taglia grande,
rendendo quest'ultimo generalmente più "fragile" a livello digestivo.
Lo stomaco. È situato a sinistra della cavità
addominale, dietro il costato, e sporge leggermente
dallo sterno. È voluminoso, in proporzione
all'intestino, a causa della dieta
carnivora del cane. Il volume aumenta dopo
il pasto: quando è completamente disteso, può
occupare metà della cavità addominale. Nello
stomaco, gli alimenti subiscono una digestione
che è contemporaneamente meccanica e
chimica: le contrazioni delle tuniche muscolari
provocano il mescolamento degli alimenti
con i succhi gastrici; cosa che permette
un'importante digestione chimica.
• l'intestino tenue. Il cibo in fase di digestione viene poi spinto, attraverso il piloro, nel duodeno, la
prima parte dell'intestino tenue. L'intestino è fragile, però, e lo svuotamento gastrico awiene lentamente,
controllato sia dal piloro che dalla parte iniziale del duodeno.
• Le ghiandole digestive. L'insieme del boia digerito transita quindi nell'intestino tenue, dove subisce il seguito della digestione chimica ad opera delle secrezioni pancreatiche ed epatiche, che si riversano nel duodeno attraverso dotti secretori.
• Il pancreas è un organo molto allungato, a forma di V nei carnivori. Questa ghiandola è costituita
da un insieme di cellule chiamate acini, che fabbricano e riversano nel dotto pancreatico alcuni enzimi digestivi: il succo pancreatico. Questa secrezione awiene solo in occasione dei pasti.
Gli enzimi (proteasi, lipasi, amilasi) sono prodotti in forma inattiva (altrimenti distruggerebbero gli
organi che attraversano) e vengono attivati nell'intestino da processi chimici. Il succo pancreatico,
inoltre, è costituito da bicarbonati che permettono di neutralizzare il contenuto dell'intestino, acidificato dallo stomaco.
• Il fegato è un organo che svolge molteplici funzioni, fra cui quella digestiva; si trova dietro il diaframma, sulla destra. Le cellule del fegato sono organizzate in lobuli epatici. La bile che secemono viene guidata attraverso i dotti biliari; questi raggiungono la cistifellea, in cui la bile viene immagazzinata al di fuori dei pasti, perché la sua secrezione è contjnua, per tutta la giornata. Quando gli alimenti giungono nel duodeno, la cistifellea si contrae e provoca la fuoriuscita della bile, che viene a trovarsi quindi
in contatto, nel duodeno, con gli alimenti predigeriti.
La bile è costituita d'acqua, sali minerali, pigmenti biliari e sali biliari. I pigmenti biliari non harmo
alcuna funzione digestiva (sono prodotti dalla degradazione dell'emoglobina) e vengono espulsi attraversol’intestino.
I sali biliari, invece, hanno un ruolo fondamentale nella digestione dei lipidi.
• La microfiora digestiva. L'intestino del cane, come quello di tutte le specie animali, è densamente popolato dalla rqicroflora, costituita da microrganismi essenzialmente batterici, che partecipano attivamente ai fenomeni digestivi. Questa flora intestinale è molto sensibile alle variazioni qualitative degli alimenti; il cane è un carnivoro e, quindi, a differenza dell'uomo (onnivoro), non può cambiare il tipo di alimenti ad ogni pasto, se non rischiando la distruzione della flora e la diarrea.
Questo fenomeno spiega l'assoluta necessità di una transizione alimentare della durata di 8 giorni, quando viene vatiata l'alimentazione; il fatto che alcuni batteri lattici, mescolati agli alimenti, mostrino funzioni digestive molto positive per il cane (si parla di "probiotici").
• La digestione dei glucidi.
I glucidi sono presenti nell'alimentazione sotto varie forme più o meno complesse. La molecola di base chiamata "osio": per esempio, glucosio o fruttosio. Le altre molecole sono una catena di questi osi.
Anche l'amido è un'enorme molecola costituita da una grande quantità di molecole di glucosio.
La digestione dei glucidi permette di semplificare le grandi molecole per facilitarne l'assorbimento.
Un enzima prende parte a questa reazione chimica: è l'amilasi, prodotta dalle ghiandole salivari (in piccola quantità) e dal pancreas. La semplificazione dei glucidi avviene dunque, per la maggior parte, nell'intestino tenue.
• La digestione dei lipidi. La digestione dei lipidi produce i trigliceridi. Queste molecole vengono digerite
grazie alla lipasi pancreatica (enzima specifico dei lipidi) e ai sali biliari del fegato. Questi ultimi
formano un'emulsione con i trigliceridi, cosa che aumenta il contatto con la lipasi; questa idrolizza parzialmente
i lipidi per dare vita a minuscole gocce lipidiche chiamate micelle.
• La digestione delle proteine.
Le proteine sono catene più o meno voluminose di amminoacidi. Solo questi ultimi possono essere
assorbiti: alcuni enzimi, in condizioni particolari, permettono di semplificare le molecole.
Nello stomaco, l'acidità e la proteasi (enzima specifico dei protidi) del succo gastrico inizia la digestione delle proteine, che prosegue nell'intestino grazie alla proteasi pancreatica.
L'assorbimento dei nutrienti
• L'intestino è la sede di svolgimento della maggior parte della digestione e dell'assorbimento dei
nutrienti. Forma anse che si distribuiscono nella cavità addominale: essendo lungo ben sei volte più
del cane, è ripiegato nell'addome. L'insieme delle viscere addominali è racchiuso nel grande omento, o epiplon, che permette di mantenere una certa topografia costante degli organi.
L'interno dell'intestino tenue è costituito da pieghe della parete, che ne aumentano così la supericie
di assorbimento. Le cellule che formano i microvilli (le ultime pieghe della parete a livello cellulare)
non svolgono tutte la stessa funzione: quelle della parte inferiore secernono soprattutto muco, mentre quelle della pane superiore assorbono i nutrienti digeriti. Le cellule morte, invece, durante la degradazione, liberano altri tipi di enzimi. A seconda della natura degli alimenti digeriti, l'assorbimento si svolge in maniera diversa.
• L'assorbimento dei glucidi. Per quel che riguarda i glucidi, le forme che si trovano nell'intestino
tenue sono osi e vengono assorbiti dalle cellule intestinali. Si ritrovano nei vasi sanguigni, molto numerosi nell'intestino tenue.
• L'assorbimento dei lipidi. Le micelle sono assorbite dalle cellule intestinali; le diverse parti che costituiscono le micelle sono poi rielaborate all'interno delle cellule per restituire i trigliceridi. Questi vengono fissati alle proteine e ad altre molecole e ripresi dai vasi linfatici dell' intestino tenue.
• L'assorbimento delle proteine. Gli ammnoacidi vengono assorbiti dalle cellule dell'intestino in
S' modo complesso. Ne esistono però anche altre forme, presenti nellur~e 'intestinale: i peptidi, che sono catene più meno lunghe di amminoacidi. I piÙ corti, costituiti da due o tre acidi, possono essere.assor biti da un sistema attivo: sono allora idrolizzati dagli enzimi cellulari. Sono questi, dunque mminoacidi che ritroviamo nella circolazione sanguigna.
L’assorbimento degli altri nutrienti
Anche l'acqua e i sali minerali vengono assorbiti nell'intestino: la prima solamente in parte nell'intestino tenue, con un meccanismo che mette in gioco gli ioni di sodio e le molecole di glucosio o degli amminoacidi; i minerali vengono assorbiti in diversi livelli dell'intestino e da meccanismi diversi: il calcio, per esempio, è assorbito nel duodenograzie all' intervento di una proteina di trasporto.
I vasi sanguigni dell'intestino si riuniscono per formare la vena porta che si dirige verso il fegato, organo addetto all'immagazzinamento.
L'evacuazione delle feci
Le successive sezioni intestinali sono le diverse parti dell'intestino crasso: il cieco, il colon, il retto e il canale anale. Nel cane hanno una lunghezza di circa 70 cm.
• Il cieco e il colon
Il cieco, molto corto, svolge la stessa funzione del colon, che si trova dal lato dorsale, sotto i lombi.
La loro funzione è l'assorbimento dei nutrienti che non sono ancora stati assorbiti dall'intestino tenue,soprattutto l'acqua. Il resto viene parzialmente digerito grazie alla flora microbica intestinale, ma questa azione è accessoria nel cane; i nutrienti che ne derivano vengono assorbiti come nell'intestino tenue. Hanno un ruolo anche nella formazione, l'immagazzinamento e l'evacuazione dei materiali fecali o feci.
• Il retto e il canale anale.
Si trovano nella cavità pelvica. La loro' funzione è l'immagazzinamento dei materiali fecali (come in utti i carnivori) e la loro evacuazione,
• La defecazione.
L'eliminazione dei materiali fecali avviene in tre fasi. La prima, essenzialmente comportamentale, corrisponde alla ricerca del luogo adatto: i cani tendono ad allontanarsi dal luogo in cui vivono. C'è poiuna fase di preparazione meccanica: la contrazione di diversi muscoli fa assumere al cane questa posizione particolare. L'ultima fase, quella dell'evacuazione vera e propria, è resa possibile da una potente contrazione dell'intestino crasso.
Temperatura corporea: da 38,5° a 39° C
Ritmo cardiaco medio (numero
di pulsazioni al minuto): da 70 a 120
Pressione arteriosa: 120/60
Numero medio di respirazioni
(i cornetti). al minuto: da 15a 20
La respirazione
La respirazione è la funzione che permette all'organismo di rifornire di ossigeno le sue cellule e di liberarle dall'anidride carbonica.
L'apparato respiratorio del cane può essere diviso in due parti: l'apparato respiratorio
superiore e quello inferiore.
L'apparato respiratorio superiore
È costituito dalle cavità nasali, dal rinofaringe, dalla laringe e dalla trachea. Le cavità nasali si trovano nella canna nasale e nella fronte del cane e si aprono all'esterno con le narici, contenute nel tartufo.
Hanno struttura cartilaginea, sono molto aperte e permettono l'ingresso dell'aria.
• Le cavità nasali e la faringe. Alle narici seguono le cavità nasali, costituite dai cornetti e dai seni nasali. Sono divise da un setto mediano osseo; le ossa che le formano sono arrotolate su se stesse
( i cornetti).
La mucosa che le ricopre è quindi molto tesa, il che permette di amplificare la sua funzione : abbondantemente vascolarizzata, riscalda l’aria e la satura di vapore acqueo.
Le ghiandole nasali contenute in queste cavità, invece, secernono del muco che capta le particelle
nocive dell'aria (polvere, microbi... ). Un'altra parte della mucosa, olfattiva, permette al cane di sentire gli odori. Dopo il passaggio nelle cavità nasali, l'aria è instradata, attraverso lecoane, verso il rinofaringe, situato in fondo alla boccai a questo punto ha quasi la stessa temperatura dell'organismo e non contiene più impurità.
• La laringe. L'aria prosegue il suo percorso verso i polmoni attraverso la laringe e la trachea. La laringe è costituita da quattro cartilagini (cricoide, tiroide, aritenoide ed epiglottide) ed è unita alle ossa del cranio dall'osso ioide. Un insieme di muscoli permette il movimento delle cartilagini le une rispetto alle altre. La laringe, quindi, che è aperta durante la respirazione, si chiude quando il cane deglutisce ed evita che gli alimenti passino nella trachea nel caso che un boccone vada di traverso. Regola ancheil flusso dell'aria chiudendosi in misura maggiore o minore. La laringe comprende anche le corde vocali che, quando vibrano per il passaggio dell'aria, mettono suoni: ringhi, abbaii. ..
• La trachea. È un lungo tubo formato da circa 40 anelli cartilagine i chiusi dal muscolo tracheale.
Trasporta l'aria dalla laringe (nella gola) fino ai bronchi (nel torace). La contrazione del muscolo tracheale diminuisce il diametro della trachea e modula così il flusso d'aria, oppure contrasta la sua dilatazione eccessiva (in caso di tosse, per esempio).
L'apparato respiratorio inferiore
Comprende i branchi e i polmoni, situati all'interno della cavità toracica, da cui li separano le pleure.
Il torace dell'animale è delimitato lateralmente dalle costole e posteriormente dal diaframma. I polmoni sono separati dal costato dalle pleure, che mantengono il vuoto pleurico: restano quindi sempre piene d'aria. I polmoni del cane sono divisi in sette lobi polmonari: tre a sinistra (i lobi craniale, medio
e caudale) e quattro a destra (i lobi craniale, medio, caudale e accessorio).
I bronchi si dividono e assicurano la conduzione dell'aria fino agli alveoli polmonari: esiste un numero
uguale di bronchi e di lobi polmonari. Si dividono poi in branchioli, dal calibro sempre più ridotto.
I polmoni sono abbondantemente vascolarizzati e permettono quindi lo scambio di ossigeno e di anidridecarbonica (ematosi) su una vasta superficie.
SCHEMA GENERALE
DELL ‘APPARATO RESPIRATORIO
1. Cavità nasale
2. Seno frontale
3.Coana
4. Faringe
5. Laringe
6. Esofago
7. Trachea
8. Terminazione della trachea
9. Bordo basaledel polmone sinistro
10. Proiezione del diaframma
11. Polmone sinistro
I fenomeni respiratori
La respirazione in sé è un fenomeno complesso, che mette in gioco azioni muscolari e la circolazione sanguigna.
• Gli scambi gassosi tra l'aria alveolare e il flusso sanguigno dipendono dalla pressione parziale in ossigeno e in anidride carbonica dai due lati della parete del capillare sanguigno: i gas si dirigono dalleregioni in cui la pressione è elevata verso le regioni in cui è più bassa.
L'anidride carbonica passa cosi dai capillari sanguigni verso l'aria polmonare, mentre l'ossigeno segueil percorso inverso. Per permettere un'ematosi costante, l'aria e il sangue devono essere rinnovati permanentemente.
Il sangue circola grazie al cuore, che funziona come una pompa sanguigna.
• La ventilazione polmonare rinnova l'aria d~gli alveoli. Avviene in due tempi: l'inspirazione fa entrare l'aria "nuova" nei polmoni e l'espirazione ne fa uscire l'aria viziata. L'inspirazione è dovuta essenzialmente alla contrazione del diaframma e dei muscoli intercosrali, con rilascio dei muscoli addominali; tali contrazioni permettono di aumentare il volume toracico e di far quindi penetrare l'aria neipolmoni, che si gonfiano come un pallone. Durante l'espirazione, i muscoli già citati si rilasciano progressivamente e il torace, grazie alla sua elasticità, riduce il suo volume.
La normale frequenza respiratoria è, per il cane, da lO a 30 inspirazioni al minuto. Varia a seconda dellataglia dell'animale ti cani di piccole dimensioni hanno una frequenza respiratoria più elevata di quelli grandi), della sua eventuale pinguedine, del suo nervosismo.
• La regolazione. L'insieme della respirazione è comrollato dal sistema nervoso, in modo essenzialmente
inconsapevole. I movimenti forzati (inspirazione o espirazione di volume superiore al normale:
per esempio il sospiro) diventano cosciemi, ma sono l'eccezione. A seconda delle diverse situazioni
fisiologiche, il cane può modificare la sua frequenza respiratoria e/o il suo volume respiratorio: per esempio, durante un grande sforzo muscolare, il cane ansima, cioè respira più velocemente attraverso la bocca e aumenta il volume normale. In effetti, l'azione muscolare consuma più ossigeno e riscalda il corpo dell'animale; il cane aumenta la velocità di respirazione per permettere una migliore perfusione in ossigeno delle cellule -il cuore batte anche più velocemente -e, poiché il cane traspira quasi solo attraverso i cuscinetti, la perdita di vapore acqueo gli permette di raffreddare il corpo per il tramite deipolmoni. Allo stesso modo, il fatto di respirare dalla bocca mette l'aria fresca della trachea in contatto con i vasi sanguigni, caldi, che raffredda.
Esiste inoltre una regolazione che si basa sulla qualità dell'aria inspirata (la pressione parziale in ossigeno dell'aria diminuisce con l'altitudine), sulla pressione parziale di ossigeno e anidride carbonica del sangue e sul pH del sangue, che interviene sulla pressione sanguigna di anidride carbonica. la circolazione sanguigna e linfatica.
La circolazione sanguigna e linfatica
Con circolazione sanguigna si intende l'insieme dei vasi sanguigni (vene e arterie) e del
cuore, sul piano anatomico ma anche fisiologico. Tale circolazione è diversa nel feto e nel
l'adulto, e lo studio sarà quindi separato. La circolazione linfatica è il sistema di drenaggio
che serve la circolazione generale: circolazione sanguigna del feto e nell’adulto, e lo studio sarà quindi separato.
La circolazione linfatica è il sistema di drenaggio che serve la circolazione in generale.
La formazione dei primi. vasi sanguigni inizia quando l'embrione non può più nutrirsi per semplice diffusione da cellula a cellula; lo sviluppo di organi interni richiede un apporto di nutrimento vitale direttamente alle cellule interessate. Il cuore, invece, ha un'origine molto più complicata: si forma a partire dalle cellule superficiali dell'embrione; resta extraembrionale all'inizio per poi diventare
intraembrionale e prendere il suo posto definitivo nel torace. La fonna del cuore è inizialme~te rettilinea (vestigio dell'evoluzione), per incurvarsi successivamente, subire rotazioni e infine acquisire la forma che conosciamo.
Nel feto, i polmoni non sono funzionali; l'ossigeno è apportato dalle vene ombelicali provenienti dalla madre, mentre l'anidride carbonica viene eliminata dalle arterie ombelicali. Tutta una parte della circolazione, è quindi "smistata" grazie agli orifizi intracardiaci e a un canale che collega l'aorta (l'arteria principale, che esce dal lato sinistro del cuore) al tronco polmonare (che esce dal lato destro del cuore): viene chiamato il dotto arterioso. La divisione in settori del cuore avviene solo alla fine della gestazione e nelle prime ore dopo la nascita. Il dotto arterioso, al contrario, si chiude solo dopo la nascita, quando entrano in funzione i polmoni.
Questo sviluppo può presentare anomalie: un difetto dotto arterioso o anche un difetto di posizionamento nella divisione del cuore. in setti del cuore, persistenza del
La circolazione sanguigna nell'adulto
• Il cuore si divide in quattro grandi parti: l'atrio destro riceve il sangue povero di ossigeno e l'invia
nel ventricolo destro, che lo spinge verso i polmoni; l'atrio sinistro riceve il sangue ricco di ossigeno
dai polmoni, l'invia nel ventricolo sinistro che, a sua volta, lo spinge verso le diverse parti del corpo.
Nell'adulto, il cuore è completamente diviso da setti: non c'è più mescolanza tra il sangue ossigenato e quello povero di ossigeno, e il passaggio da un compartimento all'altro avviene grazie a delle valvole che formano un sistema di "porte".
A livello fisiologico, il cuore lavora seguendo un ciclo regolare, chiamato rivoluzione cardiaca. Le cavità cardiache, dotate capacità contrattile, seguono due fasi: una sistole (fase di contrazione) e una diastole (fase di rilasciamento); tali fasi non sono sincrone per tutte le cavità e, quindi, la contrazione degli atri precede quella dei ventricoli. Il numero delle rivoluzioni cardiache in un minuto determina la frequenza cardiaca che, nel cane, può variare da 70 a 160 a seconda della taglia (i cani piccoli hanno una frequenza più elevata di quelli grandi) e dell'attività sportiva. Si nota anche, ed è del tutto fisiologico, un abbassamento della frequenza (bradicardia) durante il sonno, e un aumento della frequenza (tachicardia) durante qualsiasi sforzo o una particolare tensione (visita dal veterinario, per esempio).
• La rivoluzione cardiaca. Più dettagliatamente, la rivoluzione cardiaca avviene secondo un ciclo
molto preciso. Grazie alla debole pressione del ritorno venoso e all'apertura delle valvole atrioventricolari, i ventricoli si riempiono passivamente (le valvole arteriose sono chiuse), poi la contrazione degli ani completa il riempimento: è la sistole auricolare. Inizia quindi la sistole ventricolare: il ventricolo è completamente pieno, la pressione intraventricolare aumenta e ciò provoca la chiusura delle valvole atrioventricolari all'inizio della contrazione dei ventricoli. Tale contrazione aumenta di modo che la pressione intraventricolare diventa superiore alla pressione delle arterie, provocando quindi l'apertura
delle valvole arteriose. I muscoli cardiaci si rilassano, infine, permettendo la chiusura delle valvole arteriose: è la fase di rilasciamento. Gli atri si riempiono nuovamente, le valvole atrioventricolari si aprono, i ventricoli si riempiono, e ha inizio un nuovo ciclo .
Nel corso di un'auscultazione con lo stetoscopio, in realtà, il clinico non percepisce altro che i suoni
provocati da queste diverse fasi. La rivoluzione cardiaca si manifesta, nei cani, con due suoni: "bum", un breve silenzio, "ta", un più lungo silenzio. Il "bum" corrisponde a un suono lungo perché la sua origine è multipla: la chiusura delle valvole atrioventricolari, l'aumento della pressione del sangue nei ventricoli e lo scorrimento turbolento del 5llilgue'nella radice dei grandi tronchi arreriosi. Il "ta" corrisponde a un suono più breve perché la sua origine è unica: la chiusura delle valvole arteriose.
Nei cani, qualsiasi suono supplementare può essere considerato patologico. GEazie all'utilizzo di procedure più recenti, come l'elettrocardiograrruna o l'ecocardiogramma, tutta la rivoluzione cardiaca più essere studiata con maggior precisione; l'interpretazione di tali procedure, però, resta complèssa e deve essere lasciata agli specialisti.
Ci si può domandare, infine, quale ·sia la causa della ritrnicità del cuore. Nella sua parete muscolare esistono tre tessuti detti nodali, composti da cellule in grado di depolarizzarsi lentamente e spontaneamente, dando vita a un potenziale attivo che si propaga a tutte le cellule cardiache e provoca così la contrazione del cuore. Il tessuto nodale situato a livello degli atri, quindi, impone il suo ritmo e svolge la funzione di pacemaker per il cuore.
Il ritmo cardiaco può venire modificato da fattori diversi, sia esterni (la vista di un oggetto che crea tensione ... ) sia interni, che hanno effetto sui percorsi nervosi formati da fib~e acceleratrici o moderatrici. Anche i polmoni e i gas sangUigni influiscono sulla frequenza cardiaca, grazie a dei barocettori situati sull'arco aortico. Un eccesso di ossigeno rallenta il cuore, mentre un eccesso di anidride carbonica ha un effetto accelerante.
Le arterie e le vene. Il cuore svolge solo la funzione di propulsore, ma sono i vasi sanguigni che portano il sangue fino agli organi. Anatomicamente, i vasi sanguigni che partono dal cuore sono chiamati arrerie (indipendentemente dal fatto che il sangue sia ricco o povero di ossigeno), mentre quelle che tornano al cuore sono le vene. Quest'ultime contengono piccole valvole che forniscono al cuore una pressione debole ma necessaria per la circolazione; è per questo motivo che, se viene tagliata un'arteria, il sangue sprizza in getti e a scatti, mentre per una vena il flusso sarà continuo.
L'aorta, grossa arteria il cui sangue è arricchiro di ossigeno, parte dal cuore sinistro e si dirige verso la parre anteriore dell'animale; forma una curva (arco dell'aerta) e torna verso la parte posteriore. Subito prima della curva c'è il punto di partenza del tronco brachiocefalico (che vascolarizza la testa e gli arti anteriori) e dell'arteria succlavia sinistra, diretta al torace. L'aorta passa poi nell'addome dove vascolarizza tutti gli organi e gli arti posteriori, grazie alle arterie di calibro inferiore da essa derivate.
Quando giunge al muscolo o all'organo, l'arteria si divide in un fascio di arteriole che permettono la
distribuzione dell'ossigeno e lo scambio dell'anidride carbonica .. Il sangue procede poi attraverso le venule, che confluiscono in una vena di piccolo calibro; tutte queste piccole vene affluiscono nella vena cava craniale, per la parte anteriore del corpo, o nella vena cava caudale per la parte posteriore. Queste due vene portano il sangue al cuore destro, che lo spingerà verso i polmoni attraverso il tronco polmonare, dove si libererà dell'anidride carbonica. Tornerà al cuore attraverso le vene polmonari per poi ripercorrere l'aorta: il cerchio è completo.
SANGUE
Volume del sangue (volemia): 80-90 ml
di sangue per kg di peso vivo
(peso vivo: il peso dell'animale in vita)
Globuli rossi: da 5,5 a 8,5 x 106per mm3
(da 5.500.000 a 8.500.000)
Globuli bianchi: da 6.000 a 17.000per mm'3
Emoglobina: da 12a18 9 per 100ml
Piastrine: da 200.000 a 500.000per mm3
Ematocriti (%): 37-55
(volume dei globuli rossi'in rapporto
all'unità di volume del sangue)
Calcio:da 95 a 120mg/litro
Glucosio: 0,7-1,1 g/litro
Lipidi totali: da 5,5 a 14,5 g/litro
Colesterolo: da 0,5 a 2,7 g/litro
Fosforo: da 40 a 80 mg/litro
Tempo di emorragia (orecchio):
da 2 a 3 minuti
Tempo di coagulazione: da 6 a 7,5 minuti
STRUTTURA DELL’APPARATO CIRCOLATO RIO
SCHEMA GENERALE DELLA CIRCOLAZIONE'
1. Capillari della testa
2. Vena cava craniale
3. Tronco brachiocefalico
4. Aorta
5. Tronco polmonare
6. Venepolmonari
7. Capii/ari dei polmoni
8. Tronco celiaco e mesenterico
9. Capillari dell'apparato digerente
10. Capillari del corpo
11. Canali linfatici del corpo
12. Venaporta
13. Capillari del fegato
14. Venesubepatiche
15. Canale toracico (linfa)
16. Vena cava caudale
17. Ventricolo sinistro
18. Ventricolo destro
19. Atrio sinistro
20. Atrio destro
1. Vena caudale
2. Vena iliaca interna
3. Vena sacrale laterale
4. Vena testicolare
5. Vena renale
6. Vena porta
7. Vena intercostale
8. Vena cava craniale
9. Vena costocervicale
10. Vena cervicale profonda
11. Vena vertebra le
12. Vena giugulare interna
13. Vena auricolare
14. Ghiandola parotidea
15. Vena dell'occhio,
del naso e delle labbra
16. Ghiandola mandibolare
IL SISTEMA ARTERIOSO
1. Arteria temporale
2. Arteria auricolare
3. Arteria cervicale
4. Arteria scapolare dorsale
5. Aorta toracica
6. Arteria intercostale
7. Arteria celiaca
8. Arteria mesentericacraniale
9. Arteria lombare
10. Arteria iliaca esterna
11. Arteria iliaca interna
12. Arteria sacrale
DIAGRAMMA
DELLE VIE LINFATICHE
1. Tronchi lombari
2. Tronco viscerale
3. Tronco tracheale
4. Tronco toracico
5. Tronco bronchiomediastinale
17. Vena facciale
18. Vena giugulare esterna
19. Vena ascellare
20. Vena del cuore
21. Vena toracica interna
22. Vena superficiale
dell'avambraccio
23. Vena metacarpale
24. Vena cava caudale
25. Vena epatica
-26.Venaporta
27. Vena epigastrica
28. Vena dorsale del glande
29. Vena safena interna
30. Vena metatarsale
31. Vena safena laterale
32. Vena poplitea
33. Vena femorale
34. Vena iliaca esterna
35. Vena pudenda interna
13. Arteria pudenda interna
14. Arteria tibiale
15. Arteria safena
16. Arteria femorale
17. Arteria mediana
18. Arteria antibrachiale
19. Arteria brachiale
20-21. Arteria toracica
22. Arteria ascellare
23. Tronco costocervicale
24. Arteria tiroidea
25. Arteria carotidea comune
26. Arteria vertebra le
27. Arteria carotidea esterna
28. Arteria facciale
La circolazione linfatica
Si tratta di un sistema di drenaggio che trasporta la linfa nella circolazione generale (sanguigna). Anche i vasi linfatici sono dotati di valvole e si raccolgono progressivamente per trasportare la linfa nei due grossi tronchi collettori: un condotto roracico e un condotto linfatico destro.I vasi in sé sono moltopoco visibili ma lo sono, invece, i nodi linfatici (o gangli) che filtrano tutta la linfa di una stessa regione.
Il loro numero è relativamente elevato; alcuni sono superficiali e palpabili, altri sono profondi (nelle
grandi cavità) e visibili solo con strumenti radiologici o ecografici. Nella maggior parte dei casi, la loro ipertrofia riflette un'infiammazione nella regione di drenaggio; ecco perché è importante la loro palpazione durante l'esame clinico. Sono anche luoghi di passaggio privilegiato per le cellule cancerose, che li usano per passare da un organo all'altro; in caso di asportazione di un tumore, infatti, talvolta si asportano anche i gangli, per limitare l'estensione della malattia.
L’apparato urinario del cane
Indipendentemente dal sesso dell'animale, sono gli stessi
organi che partecipano all'elaborazione e poi all'eliminazione
dell'urina. Tali organi sono, nell'ordine, i reni, da cui partono
due ureteri che terminano nella vescica; da questa sbocca
un'unica uretra, che porta l'urina fino al punto in cui viene
espulsa all'esterno del corpo.
Tutti questi elementi si trovano nella regione addominale. I
reni, a forma di fagiolo, sono situati sotto la volta lombare,
all'altezza delle prime vertebre lombari; il rene sinistro è
leggermente più caudale del destro. I due ureteri si collegano
sulla faccia dorsale della vescica, che è, anch'essa, posizionata
poco più avanti del bacino.
L'uretra segue un percorso diverso nei maschi e nelle femmine.
In quest'ultime è più corta e, generalmente, più larga;
sbocca nel vestibolo della vagina con una piccola papilla.
Nei maschi l'uretra è più lunga, meno larga e formata da tre
parti: prostatica, membranosa e peniena.
Struttura dei reni
Il rene è costituito da una zona corticale, esterna, da una midollare, più interna, e da una pelvi o bacinetto
renale, una cavità che prosegue nell'uretere.
• l nefroni sono le unità funzionali dei reni; sono piccoli tubi relarivamente lunghi che sfociano nei
canali collettori. Comprendono diverse parti: i glomeruli di Malpighi, capsule in cui passa una matassa di piccole arterie. Il glomerulo prosegue nel tubulo prossimale, formato da una patte contorta e una parte diritta, poi nel tubulo intermedio e infine nel tubulo disrale (composto da due parti, quella diritta e quella contorta). Ciascun tubulo si getta in un canale collettore attraverso un breve tubulo di connessione.
Semplificando, si può dire che i glomeruli e le parti sinuose dei tubuli sono raggruppati nella
corteccia renale, mentre le parti diritte -chiamate ansa di Henle -formano la midollare.
L'urina è elaborata nei reni (più precisamente nei nefroni) in diversi stadi che permettono l'eliminazione di una parte delle sostanze di scarto dell'organismo, oltre ad altre funzioni.
Le altre funzioni renali attuano diverse regolazioni, in particolare quelle ioniche e acido-basiche.
• La diuresi (processo che elabora l'urina) comprende diversi meccanismi successivi.
La prima parte della formazione dell'urina consiste in una filtrazione sanguigna, che mira al conseguimento di un'urina detta "primitiva". Per fare ciò, il slli1gue attraversa dei capillari fenestrat( (pi~cole arterie dalle pareti porose), racchiusi nei tubuli urinari; le molecole sufficientemente piccole possono quindi attraversare le pareti dei capillari, spinte da una grande differenza di pressione, ed essere raccolte nei tubuli urinari.
La soluzione che deriva da questa filtrazione è detta "urina primitiva", perché la sua composizione subirà modifiche prima dell'eliminazione; a questo stadio possiede caratteristiche molto simili a quelle delplasma.
Dopo questa filtrazione avviene il fenomeno del riassorbimento, che ha luogo nei tubuli contorti, soprattutto nel tubulo contorto prossimale; pennette di far riiluire nella circolazione sanguigna molecole e ioniindispensabili all'organismo. Questi trasporti sono spesso associati a un riassorbimento d'acqua; gli uni hanno bisogno di utilizzare l'energia cellulare, mentre gli altri sono effettuati passivamente.
I principali ioni riassorbiti sono i seguenti: dormo, sodio e potassio. Per quanto riguarda le molecole
riprese dal tubo contorto, si trami di tutto il glucosio e tutte le proteine, di una parte degli amminoacidi e degli acidi organici.
Certe sostanze, infine, si ritrovano nell'urina grazie al fenomeno della secrezione, che ha luogo anch'esso nel tubulo contorto prossimale. Questo meccanismo riguarda le sostanze naturalmente presenti nelsangue (come i mezzi di contrasto utilizzati nella diagnostica per immagini, o anche medicine come lapenicillina), o che devono essere elaborati dall'epitelio del tubulo (l'ammoniaca, per esempio). Anchequi si osservano meccanismi sia attivi che passivi e scambi.
Nell'ultima parte del nefrone (unità funzionale del rene), il tubo collettore, ha luogo un ultimo processo che produce l'urina definitiva; intervengono meccanismi regolatori che aumentano o diminuiscono la concentrazione dell'urina e ne aum~ntano l'acidità.
Accumulo ed eliminazione dell’urina
I tubi collettori, contenenti l'urina definitiva, sfociano nella pelvi o bacinetto renale, piccola sacca che sfocia in un uretere. L'urina viene quindi indirizzata verso la vescica, un serbatoio molto estendibile e stagno, la cui funzione è l'accumulo dell'urina nell'intervallo fra le minzioni. Un~ sfimere situato alla giunzione vescico-uretrale assicura la cominenza urinaria. Quando la vescica è sufficientemente piena, la minzione può avere luogo; il corpo della vescica, composto da molte fibre muscolari lisce, si contrae e contemporaneamente lo sfintere uretrale si rilassa, pennettendo l'espulsione dell'urina sotto pressione.
Questi fenomeni sono regolati dal sistema nervoso: il controllo cosciente e volontario della minzione è assicurato dal cervello; i nervi che nascono dalle regioni lombo-sacrale e pelvica assicurano la contrazione del corpo della vescica e dello sfintere uretrale.
La maggior parte delle regolazioni della funzione urinaria è a carico del rene. Tali fattori di regolazione sono di generi diversi: innanzitutto possono intervenire fattori esterni ai reni, soprattutto fattori circolatori. In effetti, la quantità di urina prodotta dai reni dipende in primo luogo dalla quantità di sangue filtrato: in caso di diminuzione del volume sanguigno dell'organismo sarà eliminato un volume inferiore di urina e viceversa.
Entrano in gioco anche altri fattori di ordine nervoso, che influiscono da una parte sui fenomeni renali e, dall'altra, sulla minzione, cioè sulla vescica. Molti nervi si collegano al rene e influiscono sui vasi che l'irrigano. Hanno un'azione più rapida sulla riduzione della perfusione renalè; ne risulta una diminuzione del volume urinario emesso ..
L’azione più notevole, infine, è di origine onnonale; molti onnoni intervengono nel controllo dell'eliminazione dell'acqua e degli ioni. La maggior parte di essi, tuttavia, agisce solo in situazioni patologiche. L'ormone più importante fra questi è la vasopressina, chiamata anche onnone antidiuretico. Viene secreta dall'ipofisi, una piccola ghiandola situata alla base dell'encefalo. Agisce sulla parte terminale dei nefroni: la fine del tubulo contorto distale e il tubo collettore. La sua secrezione è provocata dall'aumento della pressione osmotica sanguigna, cioè dalla diminuzione della quantità d'acqua in rapporto alle altre molecole del sangue, o dall'abbassamento della pressione arteriosa. Possono anche intervenire altri stimoli: lo stress, l'abbassamento della temperarura ambiente o anche l'esercizio fisico possono attivare la secrezione dell'romone antidiuretico.
I ricettori sulla superficie delle cellule del tubo collettore captano questo onnone: ne consegue l'aumento el riassorbimento d'acqua a livello del nefrone. Questo meccanismo pennette all'organismo di conservare una parte dell'acqua contenuta nelle sue cellule.
Urina
Volume emesso al giorno:
da 25 a 40 mI per kg di peso vivo
pH: da 5a7
Urea: da 300 a 800 mg/kg di peso
vivo/giorno.
I cinque sensi
• La vista del cane.
Anche se su questo argomento ci sono state notevoli discussioni, attualmente si riconosce che i cani
hanno una vista notturna superiore a quella dell'uomo. Le cellule della loro retina concentrano maggiormentele informazioni luminose, cosa che permette loro di avere una buona vista crepuscolare, adatta alla caccia notturna.
I cani percepiscono molto bene i movimenti a distanza, ma distinguono male, alla stessa distanza, gli oggetti immobili. Anche questo fenomeno è un adattamento alla caccia a vista praticata dal cane.
Esistono differenze tra le varie razze per quel che riguarda l'ampiezza dell'angolo visivo, sempre in funzione dell'adattamento al lavoro richiesto all'animale.
I cani da pastore hanno bisogno di un campo visivo il più ampio possibile per una sorveglianza ottimale del bestiame; i loro occhi sono situati molto lateralmente, per poter
coprire questo largo campo visivo. I cani da caccia, per visualizzare le prede, hanno bisogno di un campo visivo binoculare e ristretto, reso possibile dalla collocazione
degli occhi sulla parte anteriore della testa.
• l'occhio e i suoi annessi. L'occhio è situato in un'orbita,
una cavità del cranio in cui è trattenuto da muscoli
orientati in varie direzioni, che gli permettono di
muoversi e di orizzontarsi.
L'occhio è circondato e protetto da palpebre e ghiandole. Esistono tre palpebre per ciascun occhio; quelle superiori e inferiori sono pieghe della pelle con un lato mucoso contro l'occhio. Le ciglia, sui loro bordi, proteggono l'occhio dalla caduta di particelle e di polvere.
La terza palpebra è una semplice membrana, situata nell'angolo interno dell'occhio; di solito è invisibile.
Ricopre l'occhio quando è chiuso o si dispiega nel caso di un
disturbo oculare (irritazione) o di problemi nervosi.
L'occhio è esposto all'aridità dell'ambiente esterno. Le ghiandole lacrimali, che producono le lacrime, permettono alla parte esposta (la cornea) di restare protetta in un ambiente acquoso. Le lacrime sono poi raccolte negli spazi situati fra le palpebre e l'occhio, ed eliminate attraverso un sottile canaie che inizia nell'angolo interno della cavità oculare e scocca nelle narici. È possibile una sovrapproduzione di lacrime così come l'ostruzione del canale: le lacrime debordano allora dalle palpebre e formano, ossidandosi, scie rossicce sul pelo che possono essere scambiate per sangue.
L'occhio in sé è composto da due segmenti:
• Il segmento anteriore: la funzione di questo segmento, formato dalla cornea, dall'iride e dal cristallino, è di concentrare la luce, un po' come l'obiettivo di una macchina fotografica. La cornea e il cristallino, superfici trasparenti, svolgono il ruolo di lenti ottiche mentre l'iride, forata dalla pupilla, svolge quello di diaframma dei fasci luminosi.
• Il segmento posteriore: la funzione di questo segmento, formato da corpo vitreo, caroide e retina, è la trasformazione dei segnali ottici dei fasci luminosi in informazioni nervose trasmesse al cervello attraverso il nervo ottico. Conrinuando l'analogia con la macchina fotografica, il segmento posteriore svolge il ruolo di pellicola e il cervello il ruolo dello sviluppo.
L’udito del cane
• Le capacità auditive del cane. Il cane ha un udito due volte più fine di quello umano; percepisce frequenze sonore fino a 2,5 volte superiori a quelle percepite dall'uomo. Il cane percepisce anche gli ultrasuoni, il che giustifica, per esempio, l'uso del fischietto da richiamo. Distingue bene i vari suoni; può quindi riconoscere facilmente le parole pronunciate dal suo proprietario, anche se contano molto il tono della voce e la gestualità .
• L'orecchio del cane.
L'orecchio esterno è 'una struttura cartilaginea, ricoperta 'di pelle e di muscoli, che forma il padiglione mobile e può orientarsi a seconda della provenienza dei suoni, come un'antenna radar. Il padiglione sbocca sul condotto auditivo esterno, un tubo cartilagineo ricoperto da una pelle molto sottile, che è prima verticale e poi orizzontale e termina con una sottilissima membrana, il timpano. L'orecchio esterno serve da collettore di suoni per l'orecchio medio.
L'orecchio medio è la cassa di risonanza dell'udito del cane. A contatto con le onde sonore, il timpano vibra e attiva, grazie a un sistema di leve, la vibrazione degli ossicini (martello, incudine e staffa)situati nella cassa del timpano. Questo dispositivo permette la trasmissione dei suoni all'orecchio interno amplificandoli ma diminuendone le vibrazioni violente; il movimento degli ossicini, infatti, ha un'ampiezza limitata.
L'orecchio interno è formato da due parti, con funzioni molto diverse. La chiocciola assicura la trasmissione delle onde sonore al cervello, sotto forma di impulsi nervosi, attraverso il nervo auditivo. I canali semicircolari, dotati di piccole ciglia, percepiscono la posizione della testa e svolgono un ruolo importante nell'equilibrio generale del corpo.
Nel padiglione auricolare si trovano diversi nervi, fra cui il nervo vago che ha un'azione rallentante sul cuore. Durante le otectomie (il taglio delle orecchie a fini estetici), questo nervo viene stimolato e può provocare complicazioni dell'anestesia. Molti paesi sono contrari a questa operazione e l'hanno proibita; non è più necessaria per l'esposizione e la conferma dei cani di razza.
Il naso e l'olfatto del cane
• Un senso estremamente sviluppato. L'olfatto, nel cane, può essere considerato il senso numero uno.
Serve per la caccia, per orientarsi, per la comunicazione fra gli individui e per capire se il cibo gli è gradito. Il cane riconosce il proprietario o la casa più facilmente attraverso l'odore che con la vista. Il fiuto è importante anche nella percezione e l'apprezzamento degli alimenti. Domina anche sul gusto: se all'animale non piace l'odore del cibo, rifiuterà di assaggiarlo.
In confronto a quello umano, l'olfatto del cane è un milione di volte più sviluppato; le cellule cerebrali legate al riconoscimento degli odori sono quaranta volte più numerose nel cervello del cane. Questa grande sensibilità olfattiva è dovuta anche alla superficie recettiva, la mucosa olfattiva, che misura 150 cm2 nel cane contro i 3 cm2 dell'uomo.
• Integrazione delle sensazioni olfattive. La mucosa posa sui cornetti ossei del naso, nel prolungamento delle narici del cane. Questi cornetti sono irregolari e separati dai seni in cui si incanala l'aria inspirata e vengono imprigionati gli odori. Un altro organo situato in fondo alla cavità nasale, l'etmoide è formato anch'esso da cellule sensoriali, è destinato all'olfatto.
Gli odori, a contatto con tali cellule, attivano modificazioni chimiche che trasmettono un messaggio
nervoso: questo, attraverso il nervo olfattivo, giunge alla zona del cervello che tratta l'informazione.
La percezione degli odori varia in funzione della loro composizione chimica, del grado igrometrico dell'aria dell'ambiente e del loro peso molecolare. Una molecola pesante e leggermente solubile in acqua è più facilmente percepita. È su questa base che funzionano icani appositamente addestrati al riconoscimento degli odori, sia di quelli umani (cani da macerie, da pedinamento) che di quelli degli oggetti (droghe, esplosivi, armi... ).
Il gusto nel cane
• Una nozione molto relativa. È strettamente legato all'olfatto, con cui si associa pet valutare l'appetibilità degli alimenti. Le sensazioni gustative si attenuano poco nel cane, che, se è di suo gradimento, può consumare lo stesso alimento tutti i giorni (come d'altronde è consigliato).
• La formazione della sensazione. Il senso del gusto è legato alle papille gustative presenti nelle mucose della lingua, del palato e della faringe. Il cane ha circa la dodicesima parte di questi "captatori di sapore" rispetto all'uomo. Da queste papille partono i nervi glosso-faringei e linguali, che trasmettono al cervello l'informazione nervosa, Quest'ultima, come per l'olfatto, nasce dall'inter zione fra le sostanze chimiche degli alimenti, solubilizzate dalle saliva, e le cellule gustative.
Tatto e sensibilità
• Sensibilità. In questa categoria si possono raggruppare le sensazioni termiche,
tattili e dolorose percepite dalla pelle grazie alle terminazioni nervose che
formano un reticolato molto denso, collegato al midollo spinale e al cervello.
La distribuzione di queste terminazioni nervose è irregolare e varia a seconda
delle parti del corpo.
• Caldo e freddo. La sensazione del freddo è più intensa della sensazione del
calore. In reazione a tali sensazioni, si attivano risposte riflesse: con il freddo
l'erezione dei peli, con il caldo l’accelerazione della respirazione per aumentare
l'evaporazione dell'acqua attraverso la lingua.
• Il tatto. Lo stesso tipo di reticolato nervoso esiste per il senso del tatto, concentrato
alla base dei peli. Non tutti i peli sono ugualmente sensibili. Le vibrisse, lunghi peli del muso,
delle sopracciglia e del mento, sono particolarmente ricche di tenninazioni nervose.
Il sistema nervoso del cane
Il sistema nervoso raccoglie informazioni (stimoli) provenienti dal mondo esterno e quelle che si creano l’organismo. Attiva anche inmpulsi che provocano la contrazione dei muscoli volontari e involontari (i muscoli collegati allo scheletro che controllano i movimenti, quelli che fanno parte delle viscere, la secrezione ghiandolare).
Il sistema nervoso è composto da cellule puramente nervose, i neuroni, e di cellule di sostegno che li circondano e che formano la neuroglia.
I neuroni possono essere sia ricettori (quando ricevono uno stimolo), sia trasmettitori (quando inviamo impulsi nervosi), sia associativi quando mettono in comunicazione due neuroni diversi.
Le caratteristiche delle diverse fibre nervose sono la loro eccitabilità e la loro conduttività.
La velocità di conduzione dalla periferia verso il cervello, e viceversa, è approsimativamente di 30m/secondo. I riflessi consistono nella trasformazione diretta, attraverso il sistema nervoso generale, di un’informazione motoria, secretoria o inibitrice, che va dal sistema nervoso fino all’organo interessato dal riflesso in questione; il tutto avviene in un tempo relativamente breve.
Il sistema nervoso centrale
Comprende il cervello, il cervelletto, il bulbo rachideo (nella cavità cranica) e il midollo spinale (nella cavità midollare, che corre lungo tutta la colonna vertebrale). Oltre che dalla protezione ossea che lo circonda, il sistema nervoso centrale è copetto da tre membrane: la dura madre, a contatto con l’osso,l’aracnoide e la pia madre, a contatto diretto con il tessuto nervoso.
Questa protezione, tanto contro i colpi quanto contro le aggressioni interne (tra il sangue e le meningi esiste una "barriera", chiamata emato-encefalica, che resiste a diverse sostanze), è giustificata dal fatto che i neuroni sono cellule che non si'rinnovano: ogni danno è, quindi, irreparabile.
• Il cervello è la sede di diversi centri: motorio, sensoriale, visivo, auditivo, olfattivo, gustativo. È il
centro della memoria e dell'associazione.
•Il cervelletto è la sede dell'equilibrio e della coordinazione motoria.
• Il midollo spinale è un importante centro di riflessi, così come il bulbo rachideo (vomito, salivazione.. ) che è anche il centro dell'automatismo respiratorio, cardiaco e dilatatore/contrattore dei vasi sanguigni.
Il sistema nervoso periferico
È costituito dall'aggregazione delle fibre nervose in nervi che si ramificano simmetricamente per distribuirsi in tutto il corpo. Trasmettono quindi le infomazioni sensoriali dalla periferia ai centri integratori del sistema nervoso centrale (nervi sensoriali), oppure trasmettono gli impulsi generati dal sistema nervoso centrale fino all'organo a cui sono destinati (nervi motori). Molti nervi sono misti e fomati c ontemporaneamente da fibre sensoriali e motorie.
Il sistema nervoso vegetativo
Ha origine da una catena di gangli 'nervosi situati da entrambi i lati della colonna vertebrale. Controlla le funzioni vegetative dell'organismo, quelle il cui controllo non è gestito dal sistema nervoso centrale o periferico. È diviso in due parti, il sistema simpatico e il sistema parasimpatico, con azioni contrarie: a seconda dei casi, azioni attivatrici o inibitrici delle funzioni dei vari organi. Il sistema parasimpatico, per esempio, attiva il transito intestinale, mentre il sistema simpatico lo rallenta.
Il sistema nervoso è coinvolto in molte malattie e in molte interazioni medicinali. I danni possono essere molto variati e richiedono un'ottima conoscenza della materia.