martedì 12 febbraio 2008
L'incidenza dei cani nella lingua Italiana
La presenza del cane nella storia dell'uomo ha avuto sicuramente una grande influenza nel lavoro, nelle abitudini, negli affetti e nella società in genere. Analizziamo le espressioni che ormai fanno parte del linguaggio comune. Il cane nella lingua italiana:Parlare di caniIl cane è uno degli animali più utili all’uomo, sia per l’aspetto pratico che per i rapporti affettivi in cui si distingue per intelligenza, dedizione e socievole fedeltà. Sin dall’antichità il cane è compagno di vita e, spesso, di lavoro dell’uomo che, per questo, gli ha tributato moltissimi riconoscimenti, alcuni molto elevati, altri piccoli ma quotidiani. Non è un caso che nella lingua italiana esista un gran numero di espressioni tipiche, di modi di dire che ormai appartengono al linguaggio comune e che rendono conto, nel loro significato letterale o allegorico, sia dell’indissolubile legame esistente tra l’uomo e il cane sia di quanto l’uomo conosca bene da sempre il suo amico più fedele. Esistono nella lingua italiana delle espressioni che sottolineano le numerose e grandissime qualità tecniche del cane, qualità diverse in relazione alla razza di appartenenza. Cane da guardia e da difesa: eccellenti mastino napoletano, pastore tedesco, boxer, dobermann, mastiff, alano. Cane da pagliaio: è il bastardino che viene legato dai contadini vicino al pagliaio e fa la guardia per modo di dire. Cane da tartufi: bastardini e lagotto Cane poliziotto e antidroga: impiegato nel corso delle indagini i polizia per le sue doti di acutissimo odorato e di coraggio. I pastori tedeschi vengono utilizzati dalle forze dell’ordine per fiutare le sostanze stupefacenti oltrechè per ritrovare cadaveri dopo aver fatto annusare un indumento della vittima. Cane da valanga: abile nell’individuare il luogo esatto dove si trovano persone travolte dalle valanghe. In questo campo sono insuperabili i giganti della montagna i San Bernardo. Cane da soccorso: accanto ai cani da valanga che assicurano il soccorso sulla terra, i golden retriever ed i terranova, grandi nuotatori, salvano in mare e nelle acque in genere. Cane per ciechi: pastore tedesco , golden retriever, pastore belga. Cane da pastore: esperto ed allenato a seguire il gregge, mantenerlo unito e a guidarlo senza perdere un capo. Eccellenti cani da pastore sono: il pastore maremmano, il pastore bergamasco, il collie, pastore della Brie, pastore belga, komondor, puli, ecc. Cane da slitta: i siberian husky, gli alaskan malamute ed i samoiedo trainano insieme alle renne le slitte, unico mezzo di locomozione sui terreni ghiacciati ed innevati. Cane da compagnia: portano allegria in casa, rincuorano le persone sole, trasmettono ottimismo agli anziani, fanno giocare i bambini. Le razze meglio impiegate come cani da compagnia sono pechinese, maltese, chihuahua, carlino, volpino, bolognese, dalmata, bobtail, bouledogue francese, brison a poil frisè, welsh corgi, yorkshire terrier, beagle, beagle harrier. Cane da caccia da ferma e da penna: cane da ferma tedesco, spinone, bracco, pointer, setter, gordon, griffone, epagneul. Cane da caccia da cerca e da riporto: Labrador, golden retriever, cirneco, cocker americano, cocker spaniel, sprinter spaniel, cocker americano, rhodesian ridgeback. Cane da caccia da seguito: i segugi con spiccate attitudini all’inseguimento della lepre e della selvaggina: bearle, basset hound, foxhound, chien de Saint – Hubert, petit bleu de gascogne, ariègeois, briquet griffon. Cane da caccia da tana: bassotto e fox terrier. Nella lingua italiana sono molte le metafore ottenute estendendo il nome proprio della razza a persone o cose per attribuire loro le caratteristiche e le qualità della stessa razza. Il mastino, cane da guardia e da difesa, robusto e massiccio ma al tempo stesso agile e potente, è simbolo di temperamento iroso o di accanimento o di tenacia perseveranza: lottare come un mastino o nel calcio, detto di difensore spietato nel marcare l’avversario, ad es. gli si avventò contro come un mastino. Alcuni giocatori di calcio e uomini mafiosi, proprio per le caratteristiche indicate, vengono metaforicamente soprannominati Il mastino. Dal Bracco, cane da caccia specializzato nello stanare la selvaggina e nello spingerla in direzione dei cacciatori, deriva il verbo braccare che indica l’azione della polizia nel dare la caccia a un malvivente setacciando una zona o anche il ricercare avidamente e con ostinazione qualcosa, al es. braccare gli onori. Parti anatomiche del caneIl Tartufo cioè il fungo sotterraneo commestibile molto pregiato in cucina dà il nome anche alla punta del naso del cane, in specie di quello adatto alla ricerca dei tartufi. Alludendo ai denti del cane che serrano e stringono: Il Cane nelle armi da fuoco è la componente del meccanismo che provoca le percussione della carica mentre in odontoiatria il cane è l’attrezzo chirurgico usato per afferrare ed estrarre un dente. Nel linguaggio figurato azzanna come una cane furioso chi aggredisce polemicamente senza risparmio di colpi. I canini sono i quattro denti situati tra gli incisivi ed i premolari e non è un caso che siano i nostri denti più aguzzi, appunto come quelli di un cane. Alcune azioni del cane, specie se cucciolo, si estendono per traslazione anche all’uomo o ad altri piccoli animali: accucciarsi per es. si usa con tenerezza tanto per i bambini che per i gattini. Al significato proprio di accalappiare (i cani randagi) corrisponde quello figurato di sedurre con lusinghe: così, sempre in senso figurato, il fiutare dell’uomo è intuire e lo scodinzolare della donna è ancheggiare; il mettere un bambino vivace al guinzaglio significa guidarlo. Avere la coda tra le gambe è battere in ritirata come fanno i cani. Altri modi di dire si riferiscono ai diversi suoni emessi dal cane che abbaia, ringhia, guaisce, ulula, uggiola quando da cucciolo si lamenta per dolore, fame o assenza del padrone, scagna quando abbaia in modo concitato, tipico dei cani da caccia che inseguono la selvaggina stanata: Cane delle praterie: è il cinomio, uno scoiattolo il cui richiamo è simile all’abbaiare di un cane. Quell’uomo abbaia: si esprime in modo chiassoso, sgraziato, rabbioso. Abbaiare alla luna o al vento: protestare inutilmente, affaticarsi invano. Lasciare che uno abbai: lasciarlo blaterare senza curasi di lui. I ragazzi stanno latrando: urlare e inveire con violenza. Ringhiare: detto di persone stizzose, specie se sono in posizione superiore, o anche di altri animali senza accezione minacciosa che emettono suoni simili al brontolare dei cani. Ulula il vento quando fischia forte, ulula la civetta, ulula l’uomo quando il dolore diventa quasi disumano. Canea, cioè l’insistente abbaiare dei cani durante la caccia, è un gruppo di persone che schiamazza, oppure la confusione, il baccano. Da scagnare usato in senso dispregiativo con il suffisso ozzo deriva scagnozzo che indica il prete miserabile sempre a caccia di funerali e di messe per sbarcare il lunario o in genere la persona che come un segugio segue politici ed avvocati per procacciare clientela ed eseguire commissioni. Guaire come un cane significa gemere insistentemente con rumori striduli e lamentosi. Curiosamente, quando si usa la voce cane in senso figurato, viene meno ogni affetto dell’uomo per il cane ed il cane perde la sua reputazione: il nome dell’animale entra nelle espressioni più offensive e degradanti, nelle bestemmie volgari più diffuse. Quell’attore, quel cantante è un cane per dire canta malissimo; Una figura da cani per dire pessima figura; E’ un cane da pagliaio si dice di una persona brontolona ma inoffensiva Non ha un cane che le abbaia intorno si dice di una donna senza corteggiatori; Vita da cani nel senso di misera e faticosa; Lavorare, giocare, scrivere da cani cioè male, con imperizia; Fare il cane, essere un cane cioè dimostrare eccessiva, opprimente severità nei confronti dei sottoposti o dei dipendenti; Essere trattato come un cane cioè come uno che viene subito scacciato quando entra in chiesa; Cane sciolto nell’accezione di randagio viene usato in politica per chi non vuole piegarsi ad alcuna ideologia di partito. Anche nell’uso di cane come aggettivo compaiono spesso connotazioni negative, ad es. in mondo cane, freddo cane, tosse canina è la pertosse. Dalle malattie tipiche del cane come la rogna deriva rogna come incombenza spiacevole o negativa così da cane rognoso è tratto il significato di persona rognosa cioè noiosa. Sei una cane rabbioso si dice, per iperbole, di una persona che ha un carattere violento. E ancora, la grave malattia virale del cimurro che si manifesta in forma catarrale e con contrazioni nervose nei giovani cani per estensione si riferisce anche al forte raffreddore dell’uomo. Il nome cane, le espressioni e gli atteggiamenti tipici oltrechè le caratteristiche proprie dei cani infine, compaiono nei proverbi e nei motti. Can che abbaia non morde.Significato: Chi troppo urla spesso non passa ai fatti E le sue varianti :Il cane sdentato abbaiaIl cane pauroso abbaia più forte.Significato: Ciò che sembra terribile in realtà non lo è Legherei una cagna fuggitiva con budella d’agnello sottolinea azioni assurde e stolte Spesso un cinghiale è catturato da una cane non grosso o Spesso accade che un cagnolino infligga grandissime ferite è il proverbio che nasce dai versi del poeta greco Ovidio e poi si trasmette nelle sentenze medievali. Il verso è rimasto famoso tanto che il motivo del piccolo cane che vince contro un nemico di gran lunga più forte è tuttora diffuso: fin nei fumetti di Snoopy dove il protagonista è appunto un cagnolino che combatte contro il Barone Rosso, il leggendario pilota dell’aviazione tedesca della prima guerra mondiale. Anche le mie cagne abbaiano contro di me? O abbiamo un cane che aiuta il mendico (sottointeso: invece di cacciarlo via abbaiando e mordendo) sono le due versioni la prima latina e la seconda greca di uno stesso proverbio che simboleggia il tradimento grave e inaspettato delle persone più vicine e fedeli. E’ un po’ meno famosa dell’altro proverbio Tu quoque, Brute, fili mi? perché quest’ultimo è stato tramandato nel Giulio Cesare di Shakespare. Si chiama cane perché non canta è un motto ben noto per indicare una etimologia popolare basata sulla somiglianza fonica delle due parole. Cane non mangia cane è un proverbio diffuso in italiano ed in inglese che sottolinea non solo la solidarietà fra i simili ( l’altro proverbio di uguale significato è Ogni simile ama il proprio simile) ma è usato anche per indicare che i potenti ed i prepotenti riescono a mettersi sempre d’accordo alle spalle degli altri. La cagna frettolosa fa i cuccioli ciechi ( in italiano esiste anche nella variante La gatta frettolosa fa i gattini ciechi) è il proverbio che ammonisce a non agire in fretta, ma con la necessaria prudenza e ponderazione. Il proverbio di origini orientali, oggi diffuso in lingua inglese e tedesca, trova riscontro in una favola di Esopo in cui alla cagna che si vanta della propria velocità nel generare, la scrofa replica rinfacciandole il fatto di creare, spinta dalla fretta, cuccioli ciechi. Non destare il can che dorme. Can che dorme viene morso è un noto adagio che ammonisce contro i pericoli dell’uso della forza soprattutto quando si tratta di tentativi velleitari di una persona debole. Uguale significato hanno il proverbio Can ringhioso e non forzoso, guai alla sua pelle! ed il francese Chien hargneux a souvent l’oreille déchirée. Il proverbio viene ripreso da La Fontane nella favola dell’alano che trae vantaggio dal fatto che il padrone gli mozza le orecchie perché, essendo litigioso, non può essere morso nelle lotte contro gli altri cani in tanta delicata parte della testa. Cave canem! E’ un’espressione tuttora di larga diffusione con significato proprio e traslato a proposito di pericoli di non grande entità ma che costringono a procedere con cautela e scherzosamente con riferimento a persone burbere e autoritarie. Nelle case romane si trovava spesso scritto nei mosaici del pavimento d’ingresso rappresentanti un cane furioso.
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