Cani e gatti, passione italiana, Amici
di famiglie numerose e single...cani e gatti amati sopratutto dalle famiglie meno abbienti e numerose, e dai single con meno di 30 anni. Lo rileva Consodata, la società del Gruppo Seat Pagine Gialle specializzata nei servizi per il marketing, sulla base di analisi condotte su un nutrito campione di famiglie italiane ed estratto dalla banca dati Lifestyle. Secondo la ricerca più della metà delle famiglie italiane, circa il 58,6%, ha un cane o un gatto con punte in Sardegna (72,5%), Veneto (65,5%), Toscana (66,5%), Friuli-Venezia Giulia (67,8%).Il reddito e la presenza di bambini non conta più di tanto, se non quando c’è un solo figlio che preferisce per lo più la compagnia di fido. Conta invece molto la semplicità e l’età, tant’è che cani e gatti sono più diffusi tra le famiglie numerose (oltre 5 componenti, 63,5%) e meno in quelle con figli minori (46,7%) o con un livello di istruzione elevato (laurea) del capofamiglia (47,2%). Fra i single in testa i giovani sino a 30 anni (attorno al 70%, sia per uomini e donne). Per quanto riguarda specificamente il possesso di cani l’analisi ha rilevato che anche in questo caso è solo questione di socialità, e non di reddito, tant’è che la presenza di un cane è più elevata nelle famiglie numerose ( 53,5%) e con redditi bassi (47% fino a 20 mila euro). Fido è vissuto come un allegro complice anche da chi non ama costrizioni o schemi. E infatti, fra i single la presenza di un cane è sì al di sotto della media (41,4% contro 44,4% medio), ma non per gli uomini e le donne sino a 30 anni (rispettivamente 63,1% e 56%).Per quanto riguarda i gatti questi sono più amati dalle donne - anche fra i single dove il gentil sesso raggiunge quota 41,4% con età tra i 30 e i 60 anni e 38,2% per le ultrasessantenni - e dai piccoli nuclei familiari. La loro presenza è infatti più elevata nelle famiglie poco numerose (single, 36,4%, e sino a 2 componenti, 34,9%), e più bassa in quelle con figli minori (23,6%). Mentre il livello di reddito non appare influire granché. Consodata ha infine rilevato le scelte delle famiglie italiane per l’alimentazione del proprio compagno a quattro zampe. Nel caso dei cani, le tradizioni e le premure resistono. E' infatti ancora solida la percentuale di 'padroni' che preparano in casa il cibo (31,3%) o che 'passano' gli avanzi (18%), mentre gli alimenti pronti superano di poco la metà dei casi. Diverso, il caso dell’alimentazione dei piccoli felini, che conferma un rapporto gatto-padrone di reciproca comodità. Più del 36% delle famiglie ricorre infatti a scatole di croccantini e alle scatolette (più del 33%), mentre il cibo fatto in casa e gli avanzi non superano il 31% dei casi.
AdnKronos